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Necessità di integrazione, di sicurezza e di nuove norme, in particolare per un diritto di asilo europeo. Il convegno su migrazione e integrazione, organizzato a Roma dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’ambasciata americana, proponeva due modelli a confronto: Italia e Stati Uniti.

LE PAROLE DI STENGEL

In realtà, il sottosegretario per gli Affari pubblici del Dipartimento di Stato, Richard Stengel, con semplicità ha spiegato di essere venuto per comprendere meglio l’enorme problema dei profughi che stanno arrivando in Europa sottolineando che il suo ufficio ha stanziato 1,3 milioni di dollari destinati a programmi in favore dei rifugiati in Italia.

LE CRITICHE DI BUBBICO

L’accoglienza va però regolata. Il viceministro dell’Interno, Filippo Bubbico (nella foto), ha criticato certi atteggiamenti europei perché «non possiamo affrontare le emergenze nella logica delle furbizie reciproche tra i diversi Paesi molto condizionati dalle scadenze elettorali e dalle dinamiche regressive che in ogni Paese di producono» e ha aggiunto il tema che spesso viene sottovalutato nei discorsi sull’accoglienza: «Dobbiamo essere consapevoli – ha detto Bubbico – che va coniugata la capacità di accoglienza con la sicurezza. Non possiamo offrire sicurezze superficiali né possiamo accettare quelle chiusure egoistiche che destrutturano il senso di un comune destino che dovremmo viceversa poter alimentare». Il punto centrale resta un’accoglienza diffusa in tutta l’Ue e per questo Bubbico ha ribadito che «l’Italia deve pretendere l’applicazione e lo sviluppo dell’agenda Juncker perché l’Europa deve dotarsi di un sistema d’asilo europeo unitario».

L’INTERVENTO DI IZZEDIN

Molto si dovrebbe fare sul fronte legislativo interno secondo Elzir Izzedin, imam di Firenze e presidente dell’Unione delle comunità islamiche d’Italia (Ucoii): «Manca una legge sulla cittadinanza e ne occorre una sulla libertà religiosa perché siamo ancora a quella fascista del 1929-30 mentre va attuato il principio sancito dalla Costituzione». Ma Izzedin ha sottolineato con chiarezza altri due punti fondamentali: «E’ necessario avviare un processo culturale perché chi arriva in Italia venga subito inserito in corsi sulla lingua e sulle leggi italiane». Non è secondario, inoltre, il ruolo di «noi uomini di religione che dobbiamo essere “vigili del fuoco” per spegnere discorsi violenti».

L’ANNUNCIO DI IMPAGLIAZZO

Nel frattempo continuano iniziative di aiuto concreto. Così Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha annunciato che «nelle prossime settimane arriveranno in Italia 1.000 persone, anziane e malate, dal Libano e dal Marocco con visti rilasciati per motivi umanitari». L’iniziativa rientra nel progetto sui corridoi umanitari di Mediterranean Hope che Sant’Egidio porta avanti con la Federazione delle Chiese evangeliche d’Italia.

Tutte le sfide delle nuove migrazioni

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