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Che succede a Villa Lubin? Il Cnel – pur se Matteo Renzi cerca di rottamarlo – continua a campare, grazie all’aiuto di consiglieri, rimasti attivi e presenti. Il premier – si bisbiglia al Cnel – dovrebbe sapere, infatti, che un organo costituzionale, come il CNEL, non poteva essere azzerato con un decreto legge, ma solo a conclusione di un corretto percorso di riforma costituzionale.

Invece il governo cosa ha fatto? Ha cercato di asfissiare il Consiglio del Cnel, togliendo i rimborsi ai consiglieri e “suggerendo” a taluni componenti di dare le dimissioni dal Consiglio Nazionale dell’Economia del Lavoro. Ma molti consiglieri non si sono dimessi, cosicché il Cnel è ancora in vita, anche se si tratta di vita precaria, basata come è sul volontariato dei consiglieri residui.

Comunque il Cnel continua ad avere funzioni costituzionali fondamentali e non sostitutibili, si dice pure nella maggioranza di governo. Infatti continua a dare pareri obbligatori (ad esempio sulle leggi di stabilità), continua ad essere l’unico organo depositario dei contratti pubblici, continua ad essere coinvolto in studi e collaborazioni con Istat ed istituti pubblici e privati, continua ad avere commissioni specifiche, continua ad avere un presidente (Salvatore Bosco) ed un segretario dell’Assemblea (Armando Zingales).

Le commissioni sono attualmente due: una dedicata all’informazione (presieduta dall’economista Alessandra Del Boca) e una istruttoria (Presieduta da Delio Napoleone) : continueranno a lavorare, che il governo lo voglia o no, anche nel 2016. L’assemblea Cnel di ieri ha infatti deciso, all’unanimità, che nel corso del 2016, il Cnel si dedicherà ad alcuni temi prioritari: il mercato del lavoro, il BES (benessere equo e sostenibile), gli immigrati, le politiche sociali, il gioco di azzardo. Temi sui quali il Consiglio elaborerà proposte.

Un’altra prova che il Cnel esiste? Lo scorso 3 dicembre l’Assemblea ha anche deliberato di: 1) approvare l’assestamento del bilancio 2015; 2) approvare il bilancio preventivo 2016);3) restituire al Ministero dell’Economia 5,122 milioni di euro , risparmiati nel corso dell’anno 2015. Per la precisione, negli ultimi 5 anni, il Cnel ha complessivamente restituito allo Stato oltre 25 milioni di euro, ben più di quanto richiesto dai teorici tagli lineari applicati su Stato e Parastato. Quale altro Ente costituzionale ha fatto altrettanto?, si bofonchia al Cnel.

Certo, il Cnel – pur se “ azzoppato” – continua a funzionare e, quindi a costare. Per il 2016, 10,6 milioni di euro di entrate ed uscite, secondo le indiscrezioni raccolte da Formiche.net. Tra le uscite, ovvie e non ovvie, ricordiamo: le competenze fisse e continuative del personale; le competenze del Collegio dei Revisori; le retribuzioni di posizione, fissa e variabile, dei dirigenti di prima e seconda fascia; l’Irap ed assimilati; i beni di consumo; il riscaldamento di Villa Lubin; il noleggio di fotocopiatrici e stampanti; la manutenzione ordinaria; le utenze; la convenzione Consip; i premi assicurativi; la manutenzione straordinaria; le licenze dei software

Insomma, un bel po’ di spese, obbligatorie finché il Cnel sopravviverà. Comunque sia, deve essere chiaro a tutti che le “prebende” dei Consiglieri costituivano solo una minima parte delle spese del vecchio CNEL. Renzi le ha azzerate, ma non ha azzerato la voglia dei Consiglieri restanti di continuare nel loro mandato, anche se in “prosecutio”. Così tra alcuni consiglieri del Cnel si dice: “E se il referendum costituzionale, tra 10 mesi, bocciasse la riforma, cosa succederà al Cnel?”.

Sorpresa: il Cnel è vivo e vegeto

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