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LA FUGA IN AVANTI DI SALVINI

Matteo Salvini ha anticipato i tempi. Com’è nel suo stile, dalla spiaggia di Milano Marittima alla fine di luglio ha lanciato via Twitter la candidatura di Lucia Borgonzoni. Commissaria del Carroccio in provincia, fedelissima del capitano tanto da imperversare sui talk show nazionali, questa pasionaria verde prossima ai 39 anni ha preso il controllo del partito in città inducendo alla fuga il tosiano Manes Bernardini. Proprio lui che 5 anni fa sfidò Merola risultando sconfitto con poco più del 30%, adesso medita di ritentare l’impresa alla guida di una lista civica.

SI MUOVE IL CERCHIO MAGICO BERLUSCONIANO

Ma di lasciare il candidato sindaco ai leghisti, dalle parti di Forza Italia non ne vogliono sapere. Almeno nel 2016, è il ritornello che vanno ripetendo, quel posto deve essere nostro. D’altronde, oltre a Bernardini nel 2011, la Lega ha potuto contare anche sulla candidatura a governatore di Alan Fabbri nel novembre scorso. Poco importa però se i padani hanno preso il doppio dei voti di Fi alle regionali, il cerchio magico berlusconiano ora rivendica il proprio ruolo e lo fa lanciando la candidatura di Galeazzo Bignami, consigliere regionale di Forza Italia fresco di rielezione con quasi 10mila preferenze conquistate.

L’ENDORSEMENT DI TOTI E BERGAMINI

Il primo a fare il nome di Bignami è stato Giovanni Toti. Il neo presidente della Regione Liguria ne ha parlato la settimana scorsa sul Resto del Carlino. “Bignami – sono state le sue parole – ha tutte le carte in regola per correre, è un politico giovane, è un ottimo amministratore ed è stato campione di preferenze alle regionali. Sono certo che vincerebbe le primarie e anche la sfida per diventare sindaco”. E ancora: “Sono certo che, anche rispetto ad altri nomi che ho sentito fare dalla coalizione, sarebbe il più competitivo”. Insomma, meglio lui della Borgonzoni.
Ancora più netta è stata Deborah Bergamini, portavoce nazionale di Fi, che così si è espressa ieri sul Corriere di Bologna: “Quella di Bignami non è una buona, ma un’ottima candidatura. Si tratta di un giovane che ha raccolto attorno a sé il consenso di un elettorato di centrodestra in una città per noi difficile. Quando si è candidato ha sempre fatto ottimi risultati. E poi non vive di politica. Rappresenta secondo me la miglior sintesi tra politica e società civile. Il suo identitkit è perfetto, la figura ideale per Bologna. Noi non abbiamo alcun problema a schierare questo nome, anzi è il candidato più forte”.

QUANDO BIGNAMI STRAPAZZAVA BERLUSCONI

Chissà se Toti e Bergamini sono a conoscenza di quel che sosteneva soltanto alcuni mesi fa lo stesso Bignami a proposito di Forza Italia e del suo leader. “Berlusconi in realtà non affronta l’unico tema che invece va affrontato: la credibilità” scriveva il consigliere regionale a dicembre in un suo intervento su Formiche.net. Ancora più duro era stato qualche tempo prima in un’intervista a Formiche.net in cui analizzava il problema di linea politica in Fi criticando l’atteggiamento di Berlusconi verso l’Emilia-Romagna e lo spazio libero lasciato a Salvini.

UN FIGLIO DELLA DESTRA PER BOLOGNA

Nonostante qualcuno nel partito mal sopporti l’indole da rottamatore, Forza Italia ha bisogno come il pane di Bignami all’ombra delle Due Torri. C’è da rilanciare un gruppo dilaniato da lotte fratricide, sia a Bologna che lungo tutta la via Emilia, e la coppia Toti-Bergamini sa di non avere altra strada se non quella di puntare su questo avvocato 40enne, un figlio della destra bolognese (il padre Marcello, scomparso 9 anni fa, è stato una colonna dell’Msi e di An), vicino al senatore Maurizio Gasparri ma capace di crearsi un profilo civico nelle sue battaglie su sicurezza e degrado. Uno che, tanto per intenderci, fino a qualche tempo fa organizzava Leopolde Blu per suonare la sveglia ai vertici del centrodestra, gli stessi che ora lo elogiano e lo vogliono promuovere come candidato sindaco di Bologna.

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