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Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori, pubblichiamo l’articolo di Roberto Giardina uscito sul quotidiano Italia Oggi diretto da Pierluigi Magnaschi

A leggere le analisi sull’esodo di disperati verso l’Europa su molti dei nostri giornali, e i commenti dei lettori, sembra che gli italiani siano influenzati dalle fiabe dei fratelli Grimm. Ma dubito che le ricordino e che abbiano letto il testo originale, al più conosceranno la versione mielosa alla Walt Disney.

I due fratelli, che erano anche raffinati linguisti, si ispirarono a racconti popolari (in genere del Nord, e non della Foresta Nera, come di solito si ripete in Italia), a loro volta spesso trasposizione di antichi fatti di cronaca.

Per esempio, la strega di Hansel e Gretel è realmente esistita. La sua capanna, con annesso forno, fu ritrovata in un bosco dalle parti di Hannover, venne distrutta negli anni Sessanta per far posto a un’autostrada. Aveva 36 anni quando fu uccisa per gelosia professionale da un certo Hans, di professione fornaio, e da sua moglie Greta, entrambi adulti. Era semplicemente una donna che voleva vivere da sola e si manteneva cuocendo il fiabesco pan pepato.

L’odierna strega cattiva, Frau Angela, ricorda piuttosto il pifferaio magico. A Hameln, cittadina dell’attuale Westfalia, prima si adopera per eliminare i topi; poi, non pagato dagli abitanti, con il suo piffero strega i bambini e li fa annegare nel locale fiume. La fiaba è la trasposizione di un fatto reale: nel Seicento, se non ricordo male, passò da Hameln un reclutatore che ingaggiò centinaia di giovani disoccupati, e se li condusse via. I ricercatori hanno analizzato i cognomi comuni nella zona di Hameln e li hanno ritrovati nella lontana Boemia, dove finirono gli emigranti della Westfalia.

La Cancelliera con le sue dichiarazioni avrebbe alimentato le speranze di migliaia di disperati, che finiscono annegati nel Mediterraneo, o soffocati nei Tir, se giungono via terra. Ne sono convinti molti italiani accecati dai luoghi comuni anti-tedeschi; lo ha detto anche l’ungherese Orban, che cerca di giustificare quanto avviene a casa sua, dando la colpa alla Merkel. Perché la perfida pifferaia ha promesso di accogliere quanti fuggono, in particolare i siriani? La Germania ha bisogno di lavoratori, e i siriani sono i più qualificati. Inoltre, a Berlino e dintorni non nascono quasi più bambini (il tasso di natalità è il più basso al mondo, alla pari del nostro), e si pensa alle future generazioni: i bambini che giungono dal Medio Oriente e dall’Africa, se non annegano, pagheranno con il loro lavoro le pensioni dei vecchi tedeschi.

È vero, eppure falso, come direbbe Veltroni. La Germania avrebbe bisogno di almeno 500 mila lavoratori (benché i disoccupati siano 2,8 milioni), 50 mila posti di apprendisti sono rimasti vacanti e le aziende sono preoccupate. Ma è difficile che la maggioranza degli 800 mila profughi attesi quest’anno sia in grado di svolgere subito un’attività qualificata. Alcuni sì, ovvio, infatti i tedeschi vogliono cambiare la legge secondo cui chi arriva senza avere già in tasca un permesso di lavoro dovrebbe essere rimandato indietro, magari nella Siria devastata dalla guerra civile, per richiederlo e poi tornare. Per inciso, mi chiedo perché non emigrino in Germania i milioni di giovani europei disoccupati (gli italiani scelgono Berlino, in genere con un miraggio artistico, invece di cercare lavoro a sud, in Baviera e nel Baden-Württemberg).

Arrivano tanti, più del previsto, e ci sono problemi. I neonazi danno alle fiamme i centri di accoglienza, ma sono una minoranza. Gli idioti e i delinquenti sono ovunque, come da noi. Ma la popolazione li accoglie, in migliaia chiedono di ospitare i fuggiaschi a casa loro, impediti da norme burocratiche. Domenica scorsa la Bild am Sonntag ha pubblicato in prima pagina l’appello di cento persone note a favore dell’accoglienza. La Bild è da sempre sensibile all’umore dei suoi milioni di lettori, diciamo alla pancia della gente. Evidentemente il suo direttore ha intuito come la pensa la maggioranza dei tedeschi. Oppure, se volete, ha cercato di influenzare l’opinione pubblica. Anche questo sarebbe un segno importante. Se fosse vero, per lui la tiratura conterebbe meno dello spirito umanitario.

La signora Angela ha detto semplicemente: «Accogliamo tutti, poi resterà chi ne ha diritto». L’Italia è la migliore nel salvare e nell’accogliere, lo riconoscono anche qui, ma non sa gestire la permanenza come fa la Germania. Senza buonismo, anche chi arriva ha dei doveri. E, se resta, deve integrarsi. Mi sbaglierò, non sarò stato preciso, grosso modo questa è la realtà tedesca. Ma la realtà non può nulla contro le fiabe. Angela rimane die Hexe, la strega, la perfida pifferaia di Berlino.

Chi contesta in Germania la Merkel accogliente

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