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Gender e diritti civili non sono un argomento di cui dibattere in questa 36° edizione del Meeting di Rimini?

Se nei giorni di avvio della manifestazione aveva creato un certo scalpore nella base ciellina (e non solo) il fatto che nessuno degli incontri presenti nel programma ufficiale riguardasse tali argomenti (nonostante la discussione tenga banco da mesi su tutti i giornali e il ddl Cirinnà sulle unioni tra omosessuali arrivi in aula dopo la ripresa estiva), da ieri sera anche l’ultimo baluardo sui cosiddetti temi etici è stato tolto. L’incontro di presentazione del libro “Le bugie del gender” scritto da padre Giorgio Carbone, direttore editoriale delle Edizioni Studio Domenicano, era infatti in programma allo stand dei frati in Fiera a Rimini per le 18 di domenica 23 agosto. Peccato sia stato annullato, e non per volontà dei religiosi.

L’ANTEFATTO

A creare polemiche, rilanciate da un video di Repubblica.it poi riprese da altre testate tra cui Corriere della Sera e Fatto Quotidiano, era stato un altro incontro, quello tenutosi sabato sera e sempre in Fiera, guidato dallo stesso padre Carbone che aveva dialogato con Renzo Puccetti, medico cattolico e firma del mensile Timone. Alcuni passaggi di entrambi gli interventi, in particolare quelli del religioso domenicano sull’esposizione delle coppie omosessuali alle malattie cardiovascolari e al suicidio, hanno suscitato una dura reazione sul web. Tanto che pochi minuti prima dell’incontro di domenica davanti allo stand della congregazione erano presenti addirittura quattro carabinieri, nel timore che si potessero verificare disordini.

LA SPIEGAZIONE DEI FRATI E DELLE GIORNALISTE

E’ stato proprio padre Carbone a prendere il microfono alle 18 pronunciando le seguenti parole davanti a un centinaio di persone: “Con grande rammarico vi devo comunicare che l’incontro non si potrà tenere. Tutto ciò che avremmo voluto dire, lo trovate comunque nel libro che avremmo dovuto presentare. Vi saluto e vi ringrazio, seppure con grande dispiacere. Nel libro c’è tutto, anche la spiegazione della cessazione di questo incontro”. Padre Carbone ha poi aggiunto di non voler fare polemiche, “tutto ciò che viene detto è oggi strumentalizzato. Mi dispiace per l’intelligenza di tutti”.

Più nette le due giornaliste che lo avrebbero dovuto intervistare. Benedetta Frigerio del settimanale Tempi ha spiegato che “nel libro si capisce perché questo incontro non si può tenere”, aggiungendo che “non pensavo che una cosa del genere potesse accadere in questo luogo. C’è la censura anche dentro la Chiesa e dentro il movimento di Comunione e liberazione”. Raffaella Frullone, giornalista cattolica, ha precisato che “l’incontro non si svolge ma non per volontà nostra. Sono senza parole, mi dispiace per la volontà di chi ha voluto che questo incontro non avvenga. Ci perdiamo tutti”.

SMARRIMENTO TRA IL PUBBLICO E PRIME INDISCREZIONI

All’annuncio dei relatori, sono partite alcune voci di protesta dal pubblico che parlava di “censura” e di “dittatura intollerabile”. Alcuni frati hanno tentato di placare gli animi della gente, cercando di chiudere la polemica. “Si è deciso così, non strumentalizziamo”, ha detto un domenicano. A quel punto è iniziata a circolare un’indiscrezione, diffusa da alcune persone dello staff del Meeting lì presenti ma non confermata ufficialmente, secondo la quale ci sarebbe stato in giornata un accordo tra i vertici della kermesse ciellina e i frati domenicani per sospendere questo incontro, così da evitare polemiche e problemi di qualsiasi sorta. Dunque, una decisione condivisa e concordata. Ma non è stata questa la versione fornita dal palco.

LA POSIZIONE DEL MEETING

Per il momento il Meeting ha scelto di tenere il basso profilo, quindi nessuna comunicazione. Fonti dell’ufficio stampa e della direzione si sono limitati a sottolineare come tale incontro non fosse presente nel programma ufficiale, quindi non era stato concordato con l’organizzazione né nei contenuti né nelle modalità. Inoltre, ragionano ai piani alti della Fiera, si tratta di un’iniziativa che si sovrappone a quelle ufficiali, per le quali invece si intende favorirne la partecipazione. C’è il rischio quindi che tutti gli incontri organizzati dai domenicani al loro stand vengano sospesi fino alla fine della manifestazione, fissata per mercoledì 26.

Al di là di tutto, è evidente come questo episodio – a suo modo unico nella lunga storia del Meeting – sia emblematico di un nuovo approccio ai temi etici che i vertici di Comunione e liberazione, guidata da don Julian Carròn, stanno portando avanti da qualche tempo. Sulla scia della mancata adesione ufficiale al Family Day del 20 giugno scorso, si innesta proprio il programma del Meeting privo di incontri sua gender e diritti civili. A chiudere il cerchio ci ha pensato il “caldo invito” – per alcuni una vera e propria censura – rivolto ai domenicani affinché non tengano più le loro conferenze su determinati argomenti.

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