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“Gioca con i fanti e lascia stare i santi”, mi dicevano i Fratelli delle scuole cristiane del San Giuseppe di Torino dove ho frequentato le elementari. E ho sempre rispettato, pur da laico, questo insegnamento, ritenendolo ragionevole, figlio del buon senso, del saper vivere civilmente. Non voglio disattenderlo proprio oggi, dopo tanti anni, celiando sull’enciclica “Laudato si’” di papa Bergoglio il cui contenuto è stato reso noto in queste ore. Desidero semplicemente osservare, proprio da laico, che qualcosa non mi torna nelle parole del Pontefice.

In sintesi, scrive il Santo Padre, il prezzo più alto della crisi finanziaria divampata dal settembre del 2008 lo hanno sostenuto i deboli perché “sono stati i popoli a pagare per il salvataggio delle banche”. E’ un’affermazione sostanzialmente vera, è storia: il sistema creditizio mondiale, a tutti i livelli, era a un passo dal precipizio e gli Stati sono intervenuti per evitare un disastro senza precedenti. Lo hanno fatto più o meno tutti, anche quelli considerati patrie del capitalismo e del libero mercato. A partire da Stati Uniti e Inghilterra i cui governi hanno varato delle sorte di piani Marshall a favore di banche e banchieri privati. I costi, in una maniera o nell’altra, sono stati scaricati sulla fiscalità, dunque sul popolo. Quindi è corretto dire che il prezzo lo hanno pagato i deboli e non certo i proprietari di lussuose dimore a Manhattan o Belgravia.

C’è un immenso però a questo punto del racconto. Che cosa sarebbe successo se gli Stati, i governi, si fossero barricati dietro un ideologico “laissez faire” abbandonando il sistema creditizio alla macina dei mercati? E’ una pagina di fantastoria difficile da scrivere, forse impossibile. Però una vaga idea di quanto sarebbe potuto succedere l’abbiamo. Nell’estate del 2008 la Lehman Brothers era in gravi, palesi difficoltà. Si trattava di una banca d’affari importante, ma tutto sommato marginale per dimensioni, che si poteva mettere al sicuro senza grande dispendio di mezzi. Invece la finanza e la politica se ne infischiarono e la lasciarono fallire. Innescarono così la bomba che ha rischiato di far implodere il pianeta. Figuriamoci quale prezzo avrebbero dovuto pagare i deboli se, nei mesi successivi, si fosse permesso il default di qualche grande banca in giro per il mondo.

Caro Papa Francesco, mi permetta un appunto sui salvataggi delle banche

“Gioca con i fanti e lascia stare i santi”, mi dicevano i Fratelli delle scuole cristiane del San Giuseppe di Torino dove ho frequentato le elementari. E ho sempre rispettato, pur da laico, questo insegnamento, ritenendolo ragionevole, figlio del buon senso, del saper vivere civilmente. Non voglio disattenderlo proprio oggi, dopo tanti anni, celiando sull’enciclica “Laudato si’” di papa Bergoglio…

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