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Ieri pomeriggio L’Espresso, violando l’embargo assoluto posto dalla Santa Sede fino alle ore 12 del prossimo giovedì, ha divulgato una bozza – non si sa quanto definitiva – dell’enciclica sulla cura della casa comune, “Laudato si'”. Il Vaticano ha reagito in modo stizzito, richiamando tutti i giornalisti accreditati al rispetto dell’etica professionale e sospendendo a tempo indeterminato l’accredito del giornalista Sandro Magister, autore della pubblicazione. L’enciclica sarebbe divisa in sei capitoli e avrebbe in appendice una preghiera “per la nostra terra” e una preghiera “cristiana con il creato”.

CHI HA PRESENTATO LAUDATO SI’, L’ENCICLICA DI PAPA FRANCESCO. TUTTE LE FOTO

UN TESTO DEL GENERE “NON SI VEDEVA DAL 1963”

Ma oggi è già tempo di commenti, e i principali quotidiani italiani offrono una lettura pressoché unanime del testo (che è assai corposo, visto che consta di quasi duecento pagine): si va dal testo green al Papa ecologista. Luigi Accattoli, sul Corriere della Sera, scrive che “con l’enciclica sulla casa comune del pianeta, il Papa parla al mondo convinto di poter influire sul suo destino. E’ da questa fiducia straordinaria, quasi ingenua, che prende forza il messaggio”. Il vaticanista rileva anche che “non si era più vista, in un leader cristiano, tanta sicurezza nel fare appello a tutti dopo l’enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII, che è del 1963. Dopo mezzo secolo eccoci a un altro Papa che si pone come interlocutore e anzi portavoce della famiglia umana”. “Non sappiamo – chiosa Accattoli – se il grido di Papa Francesco sarà ascoltato. Ma è certo che oggi nessuno mostra di possedere altrettanta vocazione a fare appello a una nuova solidarietà universale”.

I TRE CONCETTI DECISIVI SECONDO VITO MANCUSO

Su Repubblica, un primo commento alla bozza è stato affidato al teologo Vito Mancuso. A suo giudizio, nel documento “compaiono tre concetti decisivi della complessiva interpretazione bergogliana del cristianesimo come servizio e difesa dell’uomo: la lode, ovvero la dimensione contemplativa, assolutamente essenziale per la spiritualità gesuita; la cura, la prassi volta al bene e alla giustizia, tratto peculiare della teologia della liberazione sudamericana; la casa comune, ovvero bene il bene comune e la dimensione comunitaria della vita umana, che è sempre vita di un singolo all’interno di un popolo”.

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LE DOMANDE E I DUBBI

Da una lettura che necessariamente può essere solo sommaria (visto il poco tempo avuto per esaminare la bozza), Mancuso sottolinea però tre questioni, tre domande: “E’ sostenibile affermare che la crescita demografica è veramente compatibile con uno sviluppo integrale e sociale? Nel capitolo biblico-teologico il Papa scrive che ‘il pensiero ebraico-cristiano ha demitizzato la natura…non le ha più attribuito un carattere divino’. Non sarebbe opportuno chiedersi se questo processo di demitizzazione e desacralizzazione è all’origine di quello sfruttamento progressivo del pianeta denunciato dal Papa? Infine, Mancuso si dice stupito dalla “assenza totale di ogni riferimento alle grandi religioni orientali (induismo, buddismo, jainismo, taoismo e scintoismo) da sempre molto attente alla questione ecologica e alla spiritualità della natura, molto prima del risveglio al riguardo del cristianesimo”.

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LE POLEMICHE DELLE FRANGE CONSERVATRICI

Gianni Riotta sulla Stampa ritiene che “le polemiche saranno caduche, con il tentativo palese dei conservatori di costringere il Papa a un dibattito angusto su destra-sinistra, mercato-regole su cui il Pontefice, e il patriarca Bartolomeo (da tempo pioniere teologico sull’ambiente) non pongono invece l’accento, preferendo, sulla strada della Genesi, una riflessione religiosa. Scrive ancora Riotta che “i conservatori – dalla destra dei repubblicani Usa a frange della curia – provano a mettere su Bergoglio il manto del Cardinal Bellarmino e a farne un persecutore della libera scienza, contro i pensatori originali come Galileo Galilei. Secondo questa corrente, il Papa deve lasciare la scienza agli scienziati e non schierare la Chiesa sul cambio climatico per non tornare ai tempi oscuri in cui il Vaticano imponeva la versione ufficiale della verità. Punto bizzarro, perché il 99 per cento degli scienziati crede che nel riscaldamento globale ci sia una traccia dei nostri comportamenti, quindi, semmai, il Papa è, stavolta, con Galileo, non contro”.

Laudato si', ecco i primi commenti

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