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È il mese di Ramadan, il più sacro per la comunità islamica mondiale, dove ci si raccoglie in preghiera e nella vicinanza a Dio. Ciononostante, ci troviamo di fronte all’ennesima campagna di odio, denigrazione e discriminazione verso la nostra comunità religiosa.

Dopo i manifesti elettorali della Lega, che raffiguravano una donna completamente coperta dal Niqab – nell’intento di stigmatizzare tutte le donne musulmane con il pretesto del velo integrale e lo slogan “In Europa hai gli stessi diritti di tuo marito” –  in queste ore, la comunità musulmana sta subendo l’ennesimo attacco ingiustificato, solo perché una scuola nel milanese, attraverso i suoi dirigenti, ha deciso di sua spontanea iniziativa, con il voto all’unanimità di chiudere per un giorno la scuola per la festa di fine Ramadan, avendo una cospicua presenza di alunni musulmani.

Un’iniziativa lungimirante che guarda all’integrazione e al dialogo interculturale ma che invece viene presa da un partito di governo, quale la Lega, per attaccare una intera comunità, dichiarando che tale iniziativa, cioè la festività di fine Ramadan abbracciata dall’istituto scolastico è un arretramento culturale, una minaccia all’identità italiana e ai suoi valori.

Ci chiediamo perché una nostra festa religiosa debba essere dichiarata come “un arretramento culturale”. Se questo linguaggio insultante non sia denigratorio e discriminatorio verso una intera comunità religiosa che è anche italiana.

Le dichiarazioni della Lega, ancora una volta parlano di islamizzazione come una minaccia, con tono discriminatorio ed islamofobo, è l’evidente intento di minare la convivenza pacifica e rispettosa di una intera comunità, quella islamica, pienamente integrata e partecipe nella crescita dell’Italia.

Questo ennesimo attacco di un partito politico al governo, non è solo offensivo, che lede la reputazione di milioni e milioni di cittadini nel mondo, ma è ancora più pericoloso perché si consuma in un attacco verso i nostri bambini e l’ambiente scolastico nel quale dovrebbero crescere nel rispetto reciproco.
Per questo, consapevoli di quanto la Costituzione italiana garantisca la nostra libertà di culto e riconosca quanto sia importante il rispetto delle minoranze, vogliamo rivolgerci al nostro Presidente Sergio Mattarella.

Siamo stanchi di dover subire continuamente attacchi, discriminazione, narrazioni islamofobe contro la nostra comunità religiosa in silenzio solo perché minoranza. Diciamo basta alla strumentalizzazione della nostra fede per scopi elettorali. Basta soffiare sull’odio. Chiediamo rispetto e protezione perché ne va della nostra convivenza pacifica nel Paese e della crescita educativa dei nostri figli che sono, a tutti gli effetti, figli e futuro dell’Italia.

Karima Moual, giornalista
Abdelkarim Hannachi,  coordinatore dell’Osservatorio regionale sul fenomeno migratorio in Sicilia
Ali Baba Faye, sociologo
Mohammed Hashas, docente universitario
Tahar Lamri, scrittore
Zakaria Moufid, imprenditore
Hassan Sabri, medico
IlhamAllah Chiara Ferrero
Imam Yahya Pallavicini
Centro islamico culturale d’Italia
Grande Moschea di Roma
Ucoii, Unione delle comunità islamiche in Italia
Coreis (Comunità religiosa islamica italiana) con il Presidente Abu Bakr Moretta
Comunità musulmana di Monfalcone
Centro culturale islamico Darus Salaam
Centro culturale islamico Baitus Salata
Associazione ItaliArabi
GIM, Associazione giovani italomarocchini

Basta strumentalizzare la nostra fede per fini elettorali. L'appello della comunità islamica

Le dichiarazioni della Lega, ancora una volta parlano di islamizzazione come una minaccia, con tono discriminatorio ed islamofobo, è l’evidente intento di minare la convivenza pacifica e rispettosa di una intera comunità, quella islamica, pienamente integrata e partecipe nella crescita dell’Italia. La giornalista Karima Moual è tra i firmatari dell’appello

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