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Da oggi, 1 luglio, entra in vigore un emendamento alla Legge di Stabilità che punta a rilanciare consumi e welfare aziendale in Italia. L’emendamento stabilisce l’aumento del valore esentasse del buono pasto elettronico di 1,71 euro, passando dunque da 5,29 a 7 euro. Un intervento atteso dal 1998.

 LE NOVITÀ

L’emendamento presentato dal Capogruppo del PD Marco Causi, è stato accolto dalla Commissione Bilancio lo scorso 25 novembre. La disposizione è contenuta nei commi 16 e 17 della legge di Stabilità (legge 190/14).

L’aumento della deducibilità fino alla soglia dei 7 euro ha un duplice scopo: elevare il valore medio nazionale del buono equiparandolo alla media europea, che da tempo si aggira attorno ai 7 euro, e rendere il mercato sempre più digitale.

L’aumento sarà corrisposto solo per i buoni pasto forniti tramite una carta elettronica. La copertura della misura, che entrerà in vigore dal 1 luglio, arriverà dalle risorse del ministero dell’Economia per circa 9 milioni nel 2015 che saliranno a circa 24 milioni nel 2016 e a quasi 25 per il 2017.

L’IMPATTO POTENZIALE

Secondo una ricerca condotta da Openeconomics dell’Università Tor Vergata, questa misura porterà le aziende a investire 500 milioni di euro per la pausa pranzo dei loro dipendenti, e questo genererà un’integrazione di reddito di 400 euro annuali per la spesa alimentare del singolo lavoratore.

“È evidente che, con un nuovo sistema di defiscalizzazione, le aziende saranno più portate ad investire in politiche di welfare per i propri dipendenti. Allo stesso tempo, la nuova normativa sul buono pasto elettronico aiuterà a diffondere la cultura dei servizi digitali in Italia”, ha commentato Gregorio Fogliani, presidente di QUI! Group, prima azienda a capitale italiano nel mercato dei buoni pasto.

“L’aumento della soglia esentasse a 7 euro – ha spiegato Fogliani in un’intervista a Formiche.net – permetterà finalmente alle aziende di assicurare ai lavoratori un pasto al passo con i tempi, non più garantito dai 5,29 euro in vigore negli ultimi 15 anni. Per i beneficiari invece l’aumento di 1,71 euro al giorno equivarrà a circa 400 euro all’anno in più di reddito netto disponibile per la spesa alimentare di ogni lavoratore, un bene di prima necessità. Vantaggi a cui bisogna aggiungere l’incremento che ne deriverebbe su tutta la filiera del food”.

LE EVOLUZIONI DEL MERCATO 

Quest’ultima misura adottata dal legislatore punta anche a favorire la diffusione del buono pasto elettronico. La sua introduzione, infatti, consente di superare tutte le difficoltà e le problematiche che riguardano gli esercenti coinvolti e derivano dalla gravosità del servizio fornito ancora oggi nell’85% dei casi attraverso pezzi di carta. Solo il 15% del mercato, infatti, è oggi elettronico e beneficia quindi di tracciabilità, maggiore sicurezza e riduzione di costi complessivi per la filiera.

Per semplificare il servizio agli esercenti tre operatori (QUI! Group, Day ristoservice e Sodexo) hanno stretto un accordo finalizzato all’introduzione di un Pos unico, capace di leggere i buoni di diversi emettitori. Un accordo aperto ad altri eventualmente interessati.

LA GARA CONSIP

Intanto si avvia verso la conclusione l’ultima gara Consip per la fornitura dei buoni pasto alla Pubblica Amministrazione (la gara Consip 7). In attesa della comunicazione ufficiale da parte della società del Tesoro, fonti del settore hanno riferito che QUI! Group è risultata la miglior offerente (offerta tecnica-economica) in 5 lotti su 7 e ha acquisito i lotti più grandi (1, che comprende Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta, e 3, che comprende il Lazio).

Buoni pasto, cosa cambia da oggi

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