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Domenica prossima, in San Pietro, il Papa aprirà il Sinodo ordinario sulla famiglia, secondo round di dibattito tra i padri dopo quello andato in scena un anno fa. Dal giorno seguente, per tre settimane, le discussioni ruoteranno attorno all’Instrumentum laboris presentato lo scorso giugno. Dietro il grande tema della cura pastorale delle famiglie ci sono tutte le questioni delicate e controverse che un anno fa avevano fatto accapigliare (e non poco) cardinali e vescovi, nonostante all’esterno si raccontasse di franco confronto. La spaccatura maggiore è sulla riammissione all’eucarestia dei divorziati risposati. Ma anche sulle unioni omosessuali le divisioni sono nette e forti.

GLI SCHIERAMENTI IN CAMPO

In generale, si può schematizzare individuando da una parte lo schieramento di chi vuole un adeguamento della pastorale alla situazione di oggi, alle situazioni inedite fino a qualche anno fa non previste neppure nel documento Familiaris Consortio di Giovanni Paolo II. Dall’altra chi si oppone, ritenendo che – ad esempio – riconoscere il diritto dei divorziati risposati alla comunione significherebbe mettere in discussione il vincolo dell’indissolubilità del matrimonio.

LE PAROLE DI CAMILLO RUINI

Su Repubblica, oggi, vi sono due interviste parallele. Da una parte Camillo Ruini, di cui un lungo intervento appare anche nel libro “Matrimonio e famiglia” (Cantagalli) – che contiene altri dieci saggi di porporati contrari alle tesi kasperiane – dall’altra Walter Kasper. L’ex presidente della Cei sostiene innanzitutto che “è profondamente sbagliato presentare come in contrapposizione le sensibilità diverse presenti al Sinodo della famiglia”. Le diversità, precisa Ruini, “sono arricchenti, e sono convinto che i padri sinodali troveranno soluzioni comuni ai problemi più delicati riguardanti la famiglia e le sue ferite”. Ruini, però, conferma la sua opposizione netta alla comunione ai divorziati e risposati: qui “non si tratta di una condizione personale, ma di una condizione oggettiva, per cui ritengo che una via penitenziale non possa esserci. Del resto l’ha detto il Papa recentemente: il matrimonio-sacramento è indissolubile anche per la Chiesa. E questo significa che nemmeno la Chiesa può scioglierlo. E, quindi, se uno ha contratto validamente il matrimonio-sacramento, quel matrimonio rimane. E’ tutto molto semplice”.

LA POSIZIONE DI WALTER KASPER

Diametralmente opposta è la visione di Walter Kasper, da anni capofila del fronte che chiede il rinnovamento della prassi pastorale, aggiornandola ai tempi correnti e alle nuove sfide che si trova davanti la famiglia. “Prendere una parola del Vangelo per difendere una propria tesi è una sorta di fondamentalismo, un nuovo fondamentalismo che si fa con una parola”, spiega il cardinale a Repubblica. “Che non si può sciogliere il matrimonio è cosa chiara e assodata, eppure ci sono passi biblici che menzionano qualche eccezione alla parola del Signore sulla indissolubilità del matrimonio, e cioè nel caso di porneia e nel caso di separazione a motivo della fede”. E questo spiega “che i cristiani in situazioni difficili hanno conosciuto già nel tempo apostolico un’applicazione flessibile delle parole di Gesù”.

“GESU’ CONDANNAVA IL PECCATO MA GIUSTIFICAVA I PECCATORI”

Quanto alla possibilità di riaccostare i divorziati risposati alla comunione, Kasper osserva che “l’eucaristia è per i peccatori” e lo stesso Cristo “condannava il peccato ma giustificava i peccatori. Il fine della misericordia è la salvezza delle anime, occorre non dimenticarlo mai”. In un’altra intervista, stavolta al Corriere della Sera, Kasper chiede anche di aprire al Sinodo “un dialogo sulla contraccezione diffusa tra i fedeli” e si mostra favorevole a discutere sull’accoglienza degli omosessuali: “Per me questa inclinazione è un punto di domanda: non riflette il disegno originale di Dio e tuttavia è una realtà, perché gay si nasce”.

“INTENDIAMO DIFENDERE LA FAMIGLIA”, DICE IL CARDINALE SARAH

Uno degli altri protagonisti al prossimo Sinodo sarà il cardinale guineano Robert Sarah, prefetto della congregazione per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti. Autore del libro “Dio o Niente” (Cantagalli), il porporato ha spiegato a Repubblica che non si tratta “di un libro di polemica, quanto una serena, sincera e ferma difesa del Vangelo”. Sarah, che si dice “profondamente offeso” per essere stato definito da alcuni quotidiani di destra come oppositore del Papa, osserva l’unità della Chiesa in Africa sui punti più delicati del prossimo Sinodo: “Ci siamo trovati nella difesa dei valori fondamentali della famiglia e del matrimonio. Vogliamo combattere il colonialismo ideologico occidentale che vuole distruggere la dottrina cattolica, opporsi alla rivelazione divina, al matrimonio fra uomo e donna, fino alla apertura alla vita dei coniugi. Intendiamo difendere la famiglia, la sua ricchezza per tutta la società”.

“NON SI PUO’ TRADIRE IL VANGELO”

Quanto alla comunione ai divorziati risposati, Sarah dice: “Se accettiamo le nuove unioni mi domando per quale motivo dovremmo definirci cristiani. Se vogliamo tradire il Vangelo che dice che l’uomo non può dividere ciò che Dio ha unito possiamo farlo. Ma nessuno nella Chiesa può tradire il Vangelo”.

Sinodo sulla famiglia, ecco temi e tensioni

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