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Il padrone del pallone. La definizione, per quanto un pizzico romanzata, calza perfettamente su Marco Bogarelli, oggi più che mai motore della macchina calcio.

Il grande pubblico conosce bene Adriano Galliani e Claudio Lotito, un po’ meno l’uomo che, dietro le quinte, detta le linee guida da seguire. L’ad del Milan e il presidente della Lazio sono le braccia, lui la mente: l’immagine ci sta tutta e rende l’idea di come funzioni il sistema calcio. Che, come tutti sanno, regge i suoi esorbitanti costi (in alcuni casi, superiori ai ricavi) principalmente sulle tv, satellitari o terrestri che siano.

Ecco perché l’Antitrust è rimasta quantomeno stupita dal bando sui diritti dello scorso giugno: Sky si è aggiudicata tutte le partite del triennio 2015-18 per 572 milioni, Mediaset Premium il pacchetto delle migliori 8 per 373 milioni. Tanti soldi all’apparenza, eppure, secondo gli uffici dell’authority presieduta da Giovanni Pitruzzella, meno di quanti ne sarebbero entrati con un’asta “vera”.

Da qui il sospetto (tradottosi poi nelle perquisizioni della Guardia di Finanza) che Sky e Mediaset avrebbero trovato un’intesa successiva alla gara, per spartirsi il mercato senza intrusioni di terzi. Il tutto grazie al lavoro “sul campo” di Galliani e Lotito (quest’ultimo, in un’intercettazione telefonica di qualche mese fa, si vantava di “controllare 17-18 voti di Serie A”) e alla regia di Bogarelli.

Entrato in punta di piedi nel 2008, il 59enne milanese laureatosi in Bocconi è diventato, nel giro di qualche anno, uno degli uomini più potenti del calcio. E’ lui a dirigere Infront, società che, fra le tante cose, occupa il ruolo di advisor della Lega Calcio per la commercializzazione dei diritti tv di Serie A, B, Coppa Italia e Supercoppa. Recentemente venduta al cinese Wang Jianlin, presidente di Wanda Group, per la cifra monstre di 1 miliardo di euro, Infront (di cui Bogarelli è rimasto presidente) contribuisce a portare alle 20 squadre di A 1,1 miliardi sui 2,3 di entrate totali: diritti tv, marketing e sponsorship, all’elenco non manca proprio nulla.

Un dominio cominciato in sordina partendo dalle piccole squadre, per poi arrivare a controllare quasi tutto, con buona pace di chi, come Juventus e Roma, vorrebbe allargare i mercati. Ma perché tutto questo potere? La risposta l’ha data una fonte anonima della Lega Calcio al quotidiano Repubblica: “Infront ha comprato i diritti delle società che non riescono a vendere i propri spazi commerciali dentro gli stadi, sovrastimandone sistematicamente il valore di qualche milione. Le cifre pagate in eccesso sono il prezzo pagato per i voti in Lega”. Difficile, insomma, dire di no a Bogarelli, soprattutto per quei club che, senza le sue “generose” donazioni, sarebbero falliti da tempo.

Uno strapotere assoluto che, peraltro, è destinato a crescere ancora. L’imminente acquisto di GSport (società con 34 milioni di ricavi che raccoglieva pubblicità per Fiorentina, Cagliari, Cesena, Parma, Pescara, Livorno, Brescia, Catania, squadre di rugby, basket e volley) sarebbe solo l’ultimo tassello di un vero e proprio impero, che vede anche i diritti sulla Nazionale di calcio, la partnership con la Gazzetta dello Sport nell’impresa Gazzetta tv e gli archivi immagini di molte squadre.

GSport affiancherebbe un altro satellite della galassia Infront, quella Sport09 formalmente sotto il controllo di Publitalia. Il tutto finalizzato a un ulteriore, grande, progetto: produrre la regia delle partite di calcio. Tutto nelle mani di Infront e, dunque, di Marco Bogarelli. Uno che non indossa sciarpe e non appare pubblicamente; d’altronde, chi comanda davvero, non ne ha bisogno.

Marco Bogarelli, chi è il motore della macchina calcio

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