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Stavolta sono loro che vengono da noi, ripercorrendo all’inverso la mitica rotta di Marco Polo. E non solo con valigette cariche di euro, ma utilizzando treni e navi. La strategia che sta avvicinando la Cina all’Europa non è solo fatta di grandi acquisizioni, soprattutto in Italia, dove l’Opa su Pirelli è solo l’ultimo caso di uno shopping che ha portato Pechino ad essere il primo investitore straniero, ma passa attraverso una silenziosa ma inarrestabile diplomazia commerciale che monta dietro la miriade di commenti per le operazioni finanziarie.

Ha fatto molto discutere – e arrabbiare l’establishment americano – la nascita dell’Aiib, la Banca asiatica d’investimento per le infrastrutture, dove nel capitale e tra i soci fondatori sono entrati da poco i paesi che hanno creato l’Unione (Francia, Germania e Italia) e la Gran Bretagna, ma pochi sanno cosa c’è veramente dietro questa avanzata della temibile armata di Xi Jinping: la creazione di una nuova ‘’via della seta’’.

Non si tratta di fantasie economiche ma di realtà, come ha raccontato lo statunitense Tom Dispatch, qualcosa di molto vicino alla più grande novità del prossimo decennio e forse del secolo. In futuro il viaggio tra la Cina e l’Europa durerà infatti due giorni rispetto agli attuali 21. Il 90% del traffico globale di container oggi viaggia sulle navi ma il governo cinese ha deciso di cambiare, per imprimere sempre più velocità alla spedizione delle sue merci, dall’uranio ai metalli rari dell’Asia, riducendo i costi di trasporto.

Come? Esattamente grazie alla nascita della nuova via della seta, ferroviaria e marittima. In primo luogo, il governo di Pechino ha stanziato un fondo per le infrastrutture da 40 miliardi di dollari gestito dalla Banca per lo sviluppo e destinato alla costruzione di strade, linee ferroviarie ad alta velocità e condutture  energetiche in varie regioni cinese. Un’importante tratta del percorso della Nuova Via della Seta attraverserà anche l’Asia centrale, l’Iran e la Turchia.

Inoltre, l’esecutivo ha avviato la modernizzazione della mitica ferrovia Transiberiana, che avrà Mosca come snodo centrale. Una volta completato il tracciato, il tempo di percorrenza tra le due grandi metropoli asiatiche passerà dagli attuali sei giorni e mezzo ad appena 33 ore e anche città come Rotterdam, Duisburg e Berlino potrebbero diventare snodi di questo gigante del futuro. La via della seta marittima partirà invece dalla provincia cinese del Guandong, percorrendo, nei progetti degli ingegneri, lo stretto di Malacca, l’Oceano Indiano, il Corno d’Africa e il Mediterraneo, terminando sostanzialmente proprio a Venezia, dove nacque l’epopea de Il Milione. Il percorso dovrebbe essere completato entro il 2025.

Con la nuova Transiberiana, la Ferrovia Chongqing-Duisburg, il progetto della Nuova via della seta terrestre e il progetto della Nuova via della seta marittimo, a quel punto la capacità di attrazione della Cina che ancora le manca sarà quasi completa, grazie anche proprio all’Aiib e al ruolo ombra che avrà nei difficili negoziati per il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (Ttip) tra Stati Uniti e Unione Europea e per il Trattato transpacifico (Tpp) per l’Asia dove per ora è esclusa.

Gli Stati Uniti hanno reagito male alla partecipazione di alcuni paesi europei alla neonata Banca per le infrastrutture che farà concorrenza alla Banca Mondiale: queste preoccupazioni vanno inserite in un contesto geopolitico in forte movimento come appena descritto. Washington fa le sue guerre con le armi, Pechino le vince col commercio. Per questo probabilmente questa rivoluzione di velluto è destinata a rafforzare sempre più i rapporti commerciali tra la seconda potenza economica del mondo e l’Europa, che a colpi di QE e di accordi finanziari sembra proprio volersi affrancare dal vecchio Zio Sam.

OBOR, cina venezie

Dietro l'avanzata cinese c'è la costruzione della nuova via della seta

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