Skip to main content

Al progressivo ma lento abbandono dello sfruttamento delle risorse marine fossili si accompagna il sempre più spinto interesse per la blue economy delle materie prime critiche. Si tratta di minerali impiegabili nel campo digitale, delle energie rinnovabili, dello spazio e della difesa. Sinora, l’industria estrattiva in mare di idrocarburi liquidi e gassosi aveva avuto un ruolo preponderante nelle economie dei Paesi più sviluppati.

Si pensi al Mediterraneo Orientale dove la così detta “territorializzazione” dell’alto mare causata dalla proclamazione di Zone economiche esclusive (Zee) non è altro che accaparramento di spazi di Piattaforma continentale nei cui fondali si celano ingenti quantità di gas. Il Pil di alcuni Stati si è accresciuto dopo la scoperta di questi giacimenti.

Le tensioni geopolitiche tra Paesi come Grecia, Turchia, Cipro, Egitto, Israele e Libano che ne derivano sono legate alle difficoltà a concludere accordi di sfruttamento congiunto e di delimitazione.

Anche l’Italia è coinvolta in questa situazione, avendo contenziosi con Algeria e Malta: pur avendo istituito la Zee non ne abbiamo ancora fissato i limiti sia per cautela diplomatica, sia per remore a sfruttare le risorse dei nostri fondali per motivi ambientali. Eppure, oltre a ingenti quantità di metano potrebbero esserci ad est della Sardegna vari giacimenti di noduli polimetallici contenenti, tra l’altro, rame nichel, manganese e cobalto. Mentre, nel Tirreno, sono stati individuati in corrispondenza delle aree vulcaniche sottomarine formazioni minerarie di terre rare, solfuri e croste polimetalliche (v. Il Mare, Mise, 2020, 17).

Giustamente il Mimit, in applicazione del Regolamento del Consiglio Ue sulle materie prime critiche, ha cominciato ad interessarsi allo sfruttamento dei siti minerari italiani che li contengono, adottando un’apposita normativa in coordinamento col ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica che è l’amministrazione competente per il rilascio delle concessioni minerarie. Per ora si tratta di giacimenti su terraferma. Ma non è escluso che in seguito, quando le tecnologie estrattive in fondali profondi garantiranno la necessaria sicurezza ambientale, si possa procedere all’estrazioni dei minerali giacenti sulla piattaforma continentale italiana.

Le prospettive future dello sfruttamento in mare delle materie prime critiche sono state delineate nel nostro Piano del Mare del 2023 recependo le indicazioni formulate nel White Paper sul Mondo Subacqueo redatto nel 2023 dalla Fondazione Leonardo retta da Luciano Violante in sinergia con la Marina militare.

Lo stesso Piano sottolinea l’importanza per l’Italia della partecipazione alle attività estrattive di tali materie prime nell’Area internazionale dei fondi marini gestita nel Pacifico, al di là degli spazi di giurisdizione nazionale, dall’Autorità internazionale dei fondi marini (Ise) di cui siamo il sesto contributore mondiale.

Al Mimit si deve il merito di aver richiamato l’attenzione del comparto industriale minerario sulle attività dell’Ise in un recente simposio internazionale dedicato a Blue Economy e materie prime critiche nei fondali oceanici.

Il nostro Paese aveva già cominciato a sfruttare questa opportunità con l’Eni che a fine anni Ottanta del secolo scorso operava con la sua controllata Samin Ocean Inc. Se ora vorrà continuare a farlo dovrà però preliminarmente aggiornare la normativa – a suo tempo emanata provvisoriamente con a legge 41-1985 – relativa alla concessione da parte del Mase delle autorizzazioni alle imprese nazionali che vogliano svolgere attività nell’ambito dell’Ise.

Materie prime critiche, i tesori dei fondali che l'Italia non può perdere. Scrive l'amm. Caffio

Al Mimit si deve il merito di aver richiamato l’attenzione del comparto industriale minerario sulle attività dell’Autorità internazionale dei fondi marini in un recente simposio internazionale dedicato a Blue Economy e materie prime critiche nei fondali oceanici. Cosa fare per non restare indietro nell’analisi dell’ammiraglio Fabio Caffio

Ecco le reazioni internazionali alla nomina di Mark Rutte

Gli ambasciatori al Consiglio nord atlantico hanno ufficializzato la nomina di Mark Rutte a segretario generale della Nato. Nelle dichiarazioni, il diretto interessato si è detto onorato, e leader internazionali fiduciosi della bontà della scelta

Altro sgambetto cinese alla Russia. Il caso Bank of China

Continuano gli episodi che smentiscono la narrazione che vuole un’alleanza a prova di bomba tra i due Paesi. Bank of China blocca i pagamenti verso l’ex Urss

Le nuove sanzioni alla Russia serviranno a fermare la guerra? L'opinione di Guandalini

È il quattordicesimo pacchetto. Che fa cumulo alle decisioni prese durante il G7  in Puglia. Compresi i dazi verso la Cina di Europa e Stati Uniti. Crescono le perplessità del mondo finanziario. Mentre le imprese, soprattutto le piccole e medie, devono arrangiarsi. L’opinione di Maurizio Guandalini

 

 

Prelievi russi sui circuiti cinesi. Il rapporto intelligence di Bankitalia

Le frodi fiscali continuano a caratterizzarsi per il trasferimento di proventi illeciti all’estero tramite strutture complesse e difficili da tracciare, come le imprese “cartiere”. Operazioni come Fast & Clean e Cash Express della Gdf hanno svelato l’altra faccia della medaglia: l’underground banking

Mappare, colmare le lacune, registrare. Cosa devono fare in Uk per mitigare i rischi dell'IA

Il Centre for long-term resilience ha messo in guardia il prossimo primo ministro britannico, di qualsiasi colore esso sia: bisogna accelerare i tempi di risposta davanti alle crisi create dalla tecnologia, prima che diventino ingestibili. Uno spunto arriva dall’Air accidents investigation branch, Aaib, con cui il dipartimento dei Trasporti controlla tutti gli incidenti aerei

Meloni contro i caminetti Ue, così vincerà l'astensionismo

Nelle comunicazioni alla Camera in vista del consiglio europeo, la premier difende il risultato elettorale e annuncia che non farà passi indietro circa le proprie convinzioni solo per strappare un incarico che “all’Italia spetta di diritto, in quanto paese fondatore”

Nuovi mandati d'arresto dall'Aia alla Russia. Colpiti Shoigu e Gerasimov

La Corte internazionale ha emesso un mandato d’arresto verso capo di stato maggiore ed ex-ministro della difesa di Mosca, per quanto commesso in Ucraina. Il precedente di Putin

Investimenti ed eurobond, in Ue nessuno si salva da solo. L'agenda Meloni

Alla vigilia del Consiglio europeo di fine giugno e nell’attesa del von der Leyen bis, il premier torna a puntellare l’agenda economica del Continente. Non è più tempo di cani sciolti, se si investe bisogna farlo in gruppo. Alla difesa servono gli eurobond. Attenti al mito del mercato elettrico ma la Cina va comunque fermata

Julian Assange e la società della disinformazione. Il commento di Caligiuri

La vicenda di Julian Assange offre spunti di riflessione sullo stato di salute della libertà di stampa nel mondo occidentale, ma anche dell’impreparazione dell’opinione pubblica al complesso sistema id comunicazione odierno

×

Iscriviti alla newsletter