Skip to main content

Migranti, Ucraina, Gaza, Mediterraneo. Sarà una visita molto densa quella che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, effettuerà tra pochi giorni in Turchia. Un Paese che, al di là della decisione del governo di non partecipare all’incontro annuale di Davos in polemica con Israele (mossa che complica gli sforzi turchi di connettersi con gli investitori mondiali), è sempre più player macro-regionale e obiettivo di Roma alla voce rapporti bilaterali al fine di migliorare le relazioni economiche in diversi settori, così come osservato dal premier a Dubai, incontrando Recep Tayyip Erdogan lo scorso primo dicembre in occasione della Cop28.

Pragmatismo

La capacità di Giorgia Meloni di farsi pragmatica al fine di allacciare rapporti utili all’interesse nazionale investe anche il partner sul Bosforo, che Mario Draghi definì “un dittatore con cui bisogna averci a che fare”. Di contro il vertice di Vilnius della scorsa estate e le più recenti occasioni di incontro hanno messo in luce un buon rapporto tra Meloni ed Erdogan, a dimostrazione dell’interesse dei due governi a incrementare la forte cooperazione esistente, con l’obiettivo di sviluppare non solo maggiori relazioni economiche, ma di essere alleati circa le questioni regionali più spinose, come migranti, Gaza, Ucraina e Libia.

L’obiettivo di Palazzo Chigi è portare l’interscambio tra i due Paesi a 30 miliardi di euro: al momento l’Italia è il quarto partner commerciale della Turchia, ma i due Paesi puntano a incrementare ulteriormente la cooperazione dal momento che detengono interessi comuni nel Mediterraneo. Su Gaza le posizioni, come è noto sono diverse, con una campagna anti Netanyahu che Erdogan porta avanti dall’inizio del conflitto, passaggio che però verrà “superato” dall’esigenza italiana di garantire corridoi umanitari e di impedire, anche tramite il ruolo turco, che il conflitto possa estendersi ad altre aree particolarmente sensibili e delicate, come il Libano.

Libia

Non sfugge che in passato i due Paesi sono stati concorrenti alla voce energia, ma alla luce della nuova stagione di stabilizzazione istituzionale che sta per iniziare in Libia, ecco che lo sforzo italiano di sostenere elezioni libere e democratiche, accanto al ruolo primario svolto dall’Eni, rappresentano elementi di forza per Roma.

Recentemente Erdogan ha firmato il provvedimento per estendere la presenza delle truppe turche in Libia fino al 2026, con l’obiettivo di sottolineare la grande importanza per la Turchia del “proseguimento del cessate il fuoco e del processo di dialogo politico in Libia, nonché dell’instaurazione della pace e della stabilità come risultato di questo processo”. Ankara sostiene che in caso di una ripresa degli attacchi “contro il governo legittimo”, ovvero quello di Tripoli guidato dal primo ministro Abdul Hamid Dbeibeh, “gli interessi della Turchia sia nel bacino del Mediterraneo che nel Nord Africa potrebbero essere colpiti negativamente”.

Per cui quella presenza militare, secondo i desiderata erdoganiani, serve a prevenire la ripresa dei conflitti ed è anche utile per garantire la conclusione dei negoziati militari e politici condotti sotto gli auspici delle Nazioni Unite. Il primo passo nel Paese era stato compiuto da Erdogan nel 2020, grazie all’accordo turco con l’ex governo di accordo nazionale libico a Tripoli. Tra le altre cose va segnalato che sul mercato libico la Libia è tra le primissime destinazioni per le esportazioni turche di abbigliamento.

Calcio ponte geopolitico

Non va relegato in secondo piano il ruolo che il calcio avrà come soft power diplomatico nei rapporti tra i due Paesi: infatti la candidatura congiunta di Italia e Turchia per organizzare gli Europei 2032 non solo si riverbera sullo sport in quanto tale, ma apre ad una serie di ambiti connessi e complessi, sotto il comun denominatore delle relazioni internazionali.

Roma e Ankara, dunque, sono investite dall’obbligo geografico e geopolitico di dialogare, alla luce di interessi convergenti in dossier altamente strategici come l’energia, la difesa, l’interscambio e il ruolo nell’intera area che va da Gibilterra al Mar Nero (Libia inclusa). Giorgia Meloni lo ha compreso da tempo e la prossima visita punta a rafforzare relazioni commerciali e politiche.

@FDepalo

Pragmatismo e alleanze. Come sarà il viaggio di Meloni a Istanbul

Roma e Ankara sono investite dall’obbligo geografico e geopolitico di dialogare, alla luce di interessi convergenti in dossier altamente strategici come l’energia, la difesa, l’interscambio e il ruolo nell’intera area che va da Gibilterra al Mar Nero (Libia inclusa)

Intelligenza artificiale, perché in Italia l’impatto sarà più forte che altrove

Ben vengano regole ferree e precise come il recente Ai act, ma se il cambiamento non sarà accompagnato da una nuova consapevolezza e da veri vantaggi per i lavoratori ci ritroveremo ancora in una seconda rivoluzione industriale mai del tutto superata

A Davos si parla di Ucraina. Nuovo round di negoziati per il piano di Kyiv

Ventiquattro ore prima dell’apertura del summit in Svizzera, le delegazioni di ottantatre Paesi hanno preso parte alla discussione sul piano di pace promosso da Kyiv. Ma pesa l’assenza della Cina. Intanto, al fronte si muove qualcosa

Partenariato pubblico-privato, una possibile soluzione per la sanità

La questione sanitaria è al centro del dibattito politico. La sinistra critica il governo per presunti mancati sostegni ai ceti deboli, mentre la destra, responsabile in regioni chiave, gestisce la situazione sanitaria. Le lunghe code nei pronto soccorso e per gli esami strumentali hanno evidenziato la necessità di coinvolgere la sanità privata. Il Pnrr propone soluzioni, ma la loro attuazione varia tra le Regioni. Emerge l’idea di un nuovo equilibrio tra pubblico e privato, focalizzato sul cittadino-paziente. La riflessione di Luigi Tivelli

Oltre i divieti. La Cina aggira i paletti Usa e si gode i chip di Nvidia

Nonostante i limiti all’export imposti da Washington, Pechino riesce comunque a rifornirsi dei materiali tecnologici di alta fascia americani, anche se in piccole dosi. Come? Alcune società sarebbero collegate anche all’esercito per fini militari, proprio quelli a cui la Casa Bianca non vuole contribuire

Il rischio che ritorni il Novecento e la bussola della Fratellanza. La riflessione di Cristiano

La crisi può sempre diventare un’opportunità se si accetta che esiste una bussola; quella odierna sembra la creazione di un sistema multilaterale, riconoscendo l’importanza di un’etica globale e delle diversità culturali. Per fare questo occorre uscire dal muro contro muro, dalle culture rigide. Una road map per la pace nella riflessione di Riccardo Cristiano

Il Mar Rosso e il dilemma dell'inflazione. Nuova miccia oppure no?

​Gli attacchi ai cargo delle grandi compagnie di navigazione possono rappresentare l’innesco per una nuova strozzatura dell’offerta, con tutti gli effetti collaterali del caso. Ma non tutti sono d’accordo, a cominciare da Goldman Sachs

Kim spegne la radio delle spie (e non è una buona notizia)

Crescono le tensioni tra le Coree dopo che il leader supremo ha dichiarato Seoul il “nemico principale” e ha ordinato un cambiamento deciso nei rapporti. Chiude la stazione, ribattezzata Voice of Korea, che trasmetteva messaggi criptati ai funzionari dell’intelligence all’estero

Taiwan, la difesa della democrazia e noi. L’editoriale di Edward Lucas

Di Edward Lucas

Con il crescere delle preoccupazioni americane per la sicurezza nell’Indo-Pacifico, è ancora più importante che i Paesi europei dimostrino ai loro sostenitori oltreoceano di non essere dei parassiti della sicurezza. Scrive Edward Lucas, non-resident senior fellow del Center for European Policy Analysis

Perché ricchezza e redditi degli italiani sono in apparente disaccordo. L'analisi di Zecchini

La Banca d’Italia ha pubblicato i nuovi conti sulla ricchezza degli italiani e sulle disparità di distribuzione, un quadro che però sembra non collimare con quello che risulta dalle statistiche sui redditi prodotte dall’Istat. Disaccordo che appare tanto più sorprendente se si considera che i dati sono il frutto di un progetto europeo della Bce, che mira a combinare grandezze macroeconomiche dei conti nazionali con informazioni microeconomiche sulla distribuzione dei redditi… L’analisi di Salvatore Zecchini

×

Iscriviti alla newsletter