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Per strappare la Liguria alla sinistra occorre “la più larga coalizione possibile di centrodestra”. E se a guidarla “è una personalità in grado di intercettare anche il voto moderato e non un rappresentante della parte più estrema della coalizione, allora il progetto politico potrà essere vincente”. Parola di Federico Garaventa, 48 anni, imprenditore edile genovese nonché presidente dell’associazione costruttori provinciale e regionale, che in questa conversazione con Formiche.net parla della sua candidatura per Forza Italia alla presidenza della Regione Liguria avvallata da Silvio Berlusconi ma ancora al centro di polemiche.

Garaventa, chiariamoci subito: lei è il candidato governatore di Forza Italia sì o no? Prima il comunicato ufficiale, poi Salvini che propone Edoardo Rixi per la Lega, quindi i distinguo tra i berlusconiani fino al tweet del medico personale dell’ex premier, Alberto Zangrillo, al quale “non risulta” questa candidatura.

Il tweet di Zangrillo è una conferma del comunicato stampa di venerdì sera: io ho dato la mia disponibilità a Berlusconi per verificare se si riesce a costruire un progetto vincente in Liguria. Questa è la situazione, sono a disposizione e inizio subito a lavorare.

Chi è stato a chiederle di candidarsi? Berlusconi o il coordinatore forzista ligure, Sandro Biasotti?

In realtà sono stato cercato inizialmente dalla Lega Nord attorno alla fine di novembre. La mia disponibilità a candidarmi è stata in seguito accolta da Biasotti che l’ha portata all’attenzione di Berlusconi. Negli ultimi giorni la Lega ha però assunto posizioni diverse, quindi siamo in un discorso in evoluzione.

Si profila una spaccatura?

Lega e Forza Italia ne stanno discutendo a livello nazionale, spero trovino una soluzione condivisa. La Lega a dicembre pensava a un candidato civico, a gennaio dice invece di preferire un candidato politico e interno. Trovo inoltre curioso che il candidato civico che si considerava valido a dicembre, non vada più bene a gennaio, è un po’ incoerente. La Liguria comunque è una regione con persone che hanno la testa sul collo e i piedi per terra. La Lega si sta caratterizzando come un partito estremista, sicuramente intercetta una parte dell’elettorato, ma non credo che un suo candidato possa risultare vincente; occorre qualcuno in grado di riscuotere il consenso dell’elettorato moderato.

La coalizione deve allargarsi anche a Ncd e Udc?

Serve una coalizione con un candidato col profilo più vicino alla componente moderata, anche per recuperare il rapporto con questi partiti. Con un candidato della parte estrema sarà più difficile.

Lei ora è impegnato in una nuova avventura imprenditoriale a Dubai. Perché si butta in politica?

E’ una questione morale: se un cittadino è costretto a lasciare il proprio Paese perché non considera più sostenibili le condizioni lavorative, non può però tirarsi indietro quando qualcuno lo invita a impegnarsi in prima persona per migliorare le cose, dandogli la possibilità di intervenire.

Qualcuno le ha già detto che non serve un costruttore per risolvere i problemi della Liguria, a partire dal dissesto idrogeologico.

A parte il fatto che in Liguria il mattone è stato decisamente più “rosso”, dal punto di vista dei volumi qui non abbiamo certo il problema dell’abusivismo presente altrove. Significa che si è costruito dove si poteva, che i costruttori hanno applicato gli strumenti urbanistici vigenti. Ora, tutti sono d’accordo nel puntare sulla riqualificazione, ma i politici non hanno idea di come si faccia. E’ qui che occorre rompere la crosta di immobilismo e liberare energie.

Per questo serve un imprenditore edile come lei?

So di avere le competenze per amministrare. C’è da rispondere a vent’anni di normative che hanno messo in ginocchio un sistema produttivo facendo leggi da cui trapela la paura che le aziende facciano l’utile. Ma senza l’utile delle aziende il nostro Paese non riparte. Smettiamola con questo pudore che circola a certi livelli secondo il quale si parla solo di lavoro e non di imprese. Non c’è lavoro senza imprese.

Qual è il suo giudizio sui dieci anni di sinistra al governo regionale con Burlando?

Pessimo. Questo governo, come tanti altri, non ha avuto altro scopo se non quello di restare a galla, e si è quindi visto costretto a dover cedere davanti a richieste di qualsiasi tipo per timore di perdere consensi anche minimi. I governi basati sul presupposto che tutti siano contenti di qualsiasi cosa non esistono.

La donna da battere è Raffaella Paita del Pd.

Vedo un eventuale governo Paita come il Burlando ter. Non potrà avere autonomia di scelta, non le sarà possibile sganciarsi dal sistema attuale e genererà gli stessi risultati di questo decennio.

Ha deciso di lasciare il suo lavoro?

Non voglio cessare di essere imprenditore; è ora di abbandonare l’idea della la politica come professione. Tutti i cittadini devono poter fare anche i politici per un certo tempo, poi tornare alle loro occupazioni. Altrimenti, se uno non ha un altro posto oltre alla politica, dovrà sempre pensare alla poltrona da occupare, dimenticando il bene della collettività e finendo per essere schiavo di mille pressioni. Chi si impegna in politica lo deve sempre avere un posto dove poter tornare. Solo così si governa liberi.

Al centrodestra in Liguria serve un moderato per battere il Pd. Parla l'imprenditore Garaventa

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