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Per rilanciare il pivot to Asia, Barack Obama gioca la carta dell’India di Narendra Modi. Durante il viaggio nel Paese asiatico, il presidente americano e il premier di Nuova Delhi hanno superato una lunga impasse sul nucleare civile, salutando una nuova era di amicizia tra le due più grandi democrazie del mondo. Un provvedimento simbolico, che apre la strada a un rapporto strategico tra i due Stati, entrambi nella realtà alla ricerca di un contrappeso alla crescente potenza cinese.

L’ACCORDO SUL NUCLEARE

L’intesa, spiega l’agenzia Reuters, prevede un nuovo accordo col subcontinente sulle forniture per la costruzione di reattori nucleari, che permetterà di tracciare la provenienza e l’affidabilità delle componenti utilizzate (con la possibilità per le aziende Usa di investire miliardi di dollari nella costruzione di centrali atomiche nel Paese asiatico, senza più restrizioni per il trattamento dell’uranio). In base all’accordo, l’India avrà accesso alla tecnologia nucleare civile che fino a oggi gli Usa non volevano concederle, temendo le severe norme indiane sulle responsabilità in caso di incidente nucleare. Verrà costituito un fondo assicurativo da vari miliardi di dollari che garantirà le società costruttrici di impianti nucleari e non richiederà modifiche legislative. Un risultato, in verità, già raggiunto nel 2008, ma mai attuato per una serie di diffidenze reciproche. Per dieci anni, al premier indiano, era stato addirittura negato il visto d’ingresso negli Stati Uniti, in quanto “persona non grata”. Poi Obama ha cancellato l’atto, ponendo le basi per un nuovo dialogo. Quella tra Usa e India si preannuncia come una svolta: solo due anni fa, nello Stato asiatico, si bruciavano le bandiere a stelle e strisce a seguito di una disputa diplomatica. Mentre gli Usa sembravano molto più vicini al Pakistan, che tra alti e bassi rimane comunque un alleato regionale di Washington.

IL RILANCIO DELLE RELAZIONI

Al di là dello sblocco della questione nucleare non ci sono stati grandi annunci, ma la firma di una “dichiarazione di amicizia”, che prevede l’apertura di una linea diretta tra i due leader e vertici regolari. Washington, come rimarca il Financial Times, è interessata soprattutto al consolidamento dell’India come forza di stabilità in Asia e di contenimento di Cina e Russia. Per questo, Modi, ha detto che la scelta di Obama, il primo presidente Usa a visitare due volte l’India durante il suo mandato, ha una grande valenza (qui il discorso integrale dei duein lingua inglese).

GLI ALTRI ACCORDI

La cooperazione, dunque, sarà prettamente politica, ma sono attesi sviluppi anche in campo commerciale e militare, con un accordo sulla difesa in vigore che è stato prorogato per altri dieci anni. Nello stesso frangente, si è aperto alla produzione congiunta di un drone e dell’equipaggiamento per l’aereo militare da trasporto C-130 di Lockheed Martin.

UNA ROADMAP PER IL CLIMA

La scommessa più importante, per Obama, riguarda però il coinvolgimento dell’India nella lotta al riscaldamento globale. Il 2015, scrive Massimo Gaggi sul Corriere della Sera, “è un anno nel quale il presidente si propone anche di essere il regista di un accordo storico sull’ambiente, difficile da raggiungere senza Cina e India. Ha messo il primo tassello con l’intesa Usa-Cina sul contenimento dei gas-serra del novembre scorso: importante perché per la prima volta una potenza in via di sviluppo non ha scaricato solo sui Paesi industrializzati l’onere della lotta contro il riscaldamento dell’atmosfera“. Nuova Delhi, potenza crescente con sete di energia, si è finora dimostrata riluttante a porsi dei limiti sulle emissioni. I due, tuttavia, hanno concordato di lavorare insieme per “raggiungere un accordo ambizioso” in vista del vertice Onu del prossimo anno a Parigi. Un’intesa difficile, ma possibile, vista la “chimica” tra i due.

Tutti gli accordi di Modi e Obama tra India e Stati Uniti

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