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Tre miliardi di investimenti, 8mila assunzioni, misure per la formazione e la riqualificazione del personale. Sono queste alcune delle misure del piano industriale di Poste Italiane presentato ieri dall’amministratore delegato, Francesco Caio.
Ma le Poste devono anche rimettere ordine nelle strategie e nei conti, visto che il business tradizionale cala e si ridurranno anche gli introiti statali per il servizio universale.

I NUMERI

Il nuovo piano strategico a 5 anni presentato dall’amministratore delegato di Poste prevede un fatturato in crescita al 2020 verso i 30 miliardi di euro con un’inversione di tendenza per i margini che, dopo la flessione iniziata nel 2010, tornano a crescere nell’arco del piano.
Si prevedono inoltre, 3 miliardi di investimenti in infrastrutture e piattaforme digitali per l’innovazione dell’offerta, di cui 500 milioni per la riqualificazione e la sicurezza degli uffici postali.

NON C’E’ POSTE SENZA POSTA

Domanda in flessione ed elevati costi fissi legati alla difficoltà geografica per raggiungere fisicamente alcune aree del Paese hanno spinto il gruppo a ripensare il servizio universale, hanno spiegato i vertici.
E se è vero – come ha detto Caio – che non può esserci “Poste Italiane senza la posta”, è parimenti vero che il servizio universale postale va “ripensato” ed “adeguato alle nuove esigenze delle famiglie”, ha sottolineato il capo azienda.

ALCUNE INCOGNITE

Ed è proprio dal servizio postale universale che potrebbero derivare le sorti dell’intero gruppo.
Il servizio di corrispondenza pesa sempre di più sui margini di Poste (-25% a 1,4 miliardi nel 2013 contro 1,9 miliardi di tre anni prima) nonostante un fatturato in decisa crescita (+20% a 26,3 miliardi).
“Le slide presentate ieri da Caio indicano per quest’anno sul segmento postale un ebit negativo per circa 750 milioni, che nel 2019, potrebbe tradursi in un rosso di 1,5 miliardi”, ha scritto Anna Messia su MF/Milano Finanza. Inoltre, ha notato Laura Serafini del Sole 24 Ore, “non è da escludere che Poste (ma di questo Caio non ha parlato) chiuda il 2014 con una pulizia di bilancio che includa svalutazioni e porti l’utile netto ben al di sotto del miliardo raggiunto a fine 2013”.

LE NOVITA’

Nuove misure introdotte dalla Legge di Stabilità potrebbero forse compensare i tagli della remunerazione riconosciuta dallo Stato per il servizio universale, scesa da 350 milioni a 262,4 milioni. Si tratta del ritorno della posta ordinaria, cancellata nel 2006 per far posto alla posta prioritaria che prevedeva la consegna urbana in giornata a fronte di un aumento delle affrancature da 45 a 60 centesimi, e di una rimodulazione dei prezzi su cui però si dovrà pronunciare l’Autorità di garanzia per le Comunicazioni.
“Ci sarà una rimodulazione del prezzo – ha detto Caio – i cittadini si sono abituati a pagare meno per consegne lente e più per quelle veloci. Noi siamo operatori di mercato e ci adeguiamo alla situazione del mercato”.
Il cittadino, in sostanza, potrà scegliere tra posta ordinaria, consegnata in quattro giorni, e prioritaria, recapitata il giorno dopo, ma il cui costo potrebbe salire sino a 3 euro.

POSTINO A GIORNI ALTERNI

In vista del rinnovo del contratto di servizio previsto entro marzo 2015, Poste italiane sta studiando anche altri modi per alzare l’asticella dei ricavi. Uno di questi prevede un alleggerimento e una maggiore flessibilità del servizio di recapito. La consegna della posta ordinaria, che oggi avviene dal lunedì al venerdì, potrebbe infatti avvenire a giorni alterni e la sua frequenza potrebbe essere graduata anche in base al numero degli abitanti.

NUOVE ASSUNZIONI

Il nuovo piano presentato da Caio prevede che da qui al 2020 non ci siano licenziamenti, ma prosegua il programma di uscite agevolate avviato nel 2010. Non solo, Poste Italiane ha in programma 8000 assunzioni, che per il 50%, secondo quanto dichiarato dallo stesso ad del Gruppo, dovranno riguardare giovani laureati e nuove professionalità. Inoltre, sempre sul fronte occupazionale, “per rispondere alle mutuate esigenze del mercato” Poste ha previsto la riqualificazione di circa 7mila addetti, per i quali si prevedono tre milioni di ore di formazione specialistica e manageriale.

AREE DI ESPANSIONE

Logistica e servizi postali, pagamenti e transazioni, risparmio e assicurazioni sono le tre aree principali del piano Poste 2020. Il piano prevede, nel dettaglio, una forte crescita nella logistica pacchi con l’obiettivo di raggiungere una quota di mercato superiore al 30% nel segmento business to consumer, lo sviluppo della piattaforma dei pagamenti digitali, con un incremento da 20 a 30 milioni delle carte di pagamento, mentre con riferimento al risparmio in Italia, Caio ha stimato una raccolta in crescita da 420 a più di 500 miliardi di euro.

PRODOTTI FINANZIARI

Tra le sfide del nuovo piano industriale di Poste Italiane vi è quella di collocare prodotti finanziari “un po’ più rischiosi” ma con rendimenti che i titoli tradizionali non possono più garantire. Prevista anche, ha aggiunto Caio, la “promozione di polizze per i rischi legati alla salute, alla casa e alla previdenza in un conteso di contrazione del welfare state”, alludendo quindi a prodotti previdenziali, ha notato il Sole 24 Ore.

VERSO LA PRIVATIZZAZIONE

Chiamato dal governo Renzi nel maggio scorso per guidare il gruppo verso la privatizzazione, Caio su questo aspetto ha dichiarato che l’azienda sta lavorando “a stretto contatto con il ministero del Tesoro e nei prossimi mesi ci sarà la definizione di una tabella di marcia più precisa”, rimandando ai prossimi mesi per una tabella più precisa dei tempi.

GUARDA LE FOTO DELLA PRESENTAZIONE DEL PIANO DI POSTE

Poste Italiane, ecco sfide e incognite del piano di Caio

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