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Non sono mancate le stilettate ai vecchi vertici nell’audizione del nuovo capo azienda di Finmeccanica, Mauro Moretti, nel corso della sua audizione ieri in commissione Attività produttive della Camera. Ma oltre alle stilettate, sono arrivati numeri ruvidi, e a volte anche impietosi verso le passate gestioni, e progetti in fieri per l’ex top manager di Fs ora alla testa del gruppo attivo nella difesa e nell’aerospazio. Ecco l’audizione in pillole. Frase clou? Finmeccanica è “un grande malato”, ma anche “una grande risorsa per l’Italia che non può essere dispersa”. Così, indirettamente, Moretti ha anche replicato ai mugugni dei sindacati e alle preoccupazioni dei dirigenti del gruppo. E poche ore dopo l’audizione il gruppo ha comunicato la prima acquisizione all’estero della gestione Moretti (qui tutti i dettagli nell’articolo di Michela Della Maggesa)

I RATING

Le società di rating non credono alle medicine sin qui proposte, ha detto l’ad di Finmeccanica. Se le tre agenzie di rating assegnano a Finmeccanica il giudizio BB+ e un outlook negativo, spiega Moretti, è perché “non credono alle medicine finora prospettate per il grande malato Finmeccanica”.

I NUMERI

Ecco i dati snocciolati da Moretti: “Nel 2007 Finmeccanica era valutata 23 euro per azione, oggi siamo a 7 e qualcosa. Dal 2010 non ha più utili, senza considerare le operazioni straordinarie di acquisto, ma soprattutto di vendita. Il saldo è fortemente negativo in termini patrimonali: da patrimonio netto di 6,13 miliardi nel 2008 a 3,679 miliardi, che è l’ultimo bilancio del 2013. Abbiamo avuto il problema opposto per l’indebitamento, passato da 1.158 milioni del 2007-2008 a 3,9 miliardi. L’indebitamento medio è arrivato a 5 miliardi, ed è su questa cifra che paghiamo gli interessi”.

LA GOVERNANCE

Governo feudale di una conglomerata di aziende eterogenee: non ha usato troppi giri di parole il nuovo capo azienda del gruppo in passato guidato da Alessandro Pansa e prima ancora da Orsi e da Guarguaglini. Finmeccanica “è una specie di conglomerata di varie aziende, molto eterogenee, a differenza di tutti i grandi gruppi, come Boeing e Airbus, che hanno strutture compatte”. A questa articolazione è corrisposto “una sorta di governo feudale, con l’indipendenza di ogni singola azienda e un coordinamento leggerissimo, quasi inesistente”, che poteva crescere soltanto quando «l’imperatore era illuminato e forte”.

MONDO ANSALDO

Dalla diagnosi alla prognosi. Ecco i piani del nuovo amministratore delegato. Premessa: la vita dell’azienda, afferma l’ad, “non può essere lasciata alla casualità”. Ecco la diagnosi: “Se abbiamo eccellenti settori industriali abbiamo tanta roba rimediata per fare volume, di scarsa qualità industriale”. La parte ferroviaria, per Moretti, rispecchia l’intero mondo Finmeccanica: “Da un lato AnsaldoSistemi che produce utili, dall’altro AnsaldoBreda che non è stata in grado di sviluppare una piattaforma e lavora quasi come un subfornitore. Da un lato l’industria in senso pieno, dall’altra la manifattura. Ma i manifatturieri si possono decentrare in qualsiasi parte del mondo, noi dobbiamo fare industria”.

GLI OBIETTIVI

“Non c’è azienda – ha detto ai deputati – che può continuare a vivere come oggi è Finmeccanica, con 500 linee di business”. Dunque o si inverte la rotta “o si muore”. Per risalire la china Finmeccanica deve individuare il suo core business e là “fare un’operazione secca: investire tutto in piattaforma, nell’intelligenza di ogni livello di business”. Concentrandosi su progetti che garantiscano un solido ritorno degli investimenti e lasciando andare il resto.

LE RASSICURAZIONI

Moretti ha rassicurato sugli esiti del processo di divisionalizzazione del gruppo Finmeccanica, ovvero la trasformazione delle Spa in divisioni: “Non viene a toccare gli stabilimenti produttivi. Semmai i presidi produttivi potranno essere più competitivi. Non è la sede legale che li protegge, anzi”.

LE DISMISSIONI

Moretti ha difeso la scelta di cedere le attività di trasporto ferroviario del gruppo (Ansaldo Breda e Ansaldo Sts) a società disponibili a restare in Italia: “Non ho soldi per poter investire nella piattaforma ferroviaria. Tanto vale che trovi uno disponibile a farlo e che rimanga in Italia”. Moretti ha ribadito che i gruppi rimasti in gara sono due: i giapponesi di Hitachi e i cinesi di Cnr. Ecco qui tutti i dettagli dei progetti dei giapponesi.

I PROGETTI

Per l’ad “deve essere in tutti i modi ricostruito il settore “land and naval””, i prodotti terrestri e navali di Finmeccanica. Oggi tutto è “spezzettato”, ma nel complesso vale “più di tre miliardi l’anno, l’equivalente di un’Alenia” e per questo “deve riprendere vigore”.

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