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La Camera dimezza il budget degli F-35? Leggendo i giornali sembrerebbe di sì ma non è vero. A Montecitorio può succedere qualunque cosa e in effetti ieri è andata in scena una commedia che neanche il Pirandello di “Uno, nessuno e centomila” avrebbe potuto sceneggiare. Chiamati ad esprimersi sulle spese militari e in particolare sulla partecipazione italiana al programma di realizzazione e acquisto degli aerei Joint Strike Fighter F-35, gli onorevoli si sono cimentati nel gioco della mozione.

Già. Se non sorprende che il pluralismo politico porti alla presentazione di diversi documenti parlamentari, c’è da restare sbigottiti – il termine è evidentemente un eufemismo – per il fatto che la maggioranza che sostiene il governo abbia presentato molte più di una mozione. Il bello però non è questo. No, la cosa divertente è che – incapaci di presentare un testo unitario e chiaro – il partito che ha la maggioranza assoluta alla Camera, e cioè quello di cui il segretario si chiama Renzi Matteo, ha votato e fatto approvare ben quattro mozioni.

Di queste, la più votata è stata quella dell’opposizione di Forza Italia che ha ottenuto 326 voti, a seguire le mozioni di Ncd e Scelta civica rispettivamente con 319 e 315 sì. Infine, la meno votata è stata quella del Pd che ha ottenuto il favore di 275 deputati. Un capolavoro. Tutte i testi approvati danno il formale e sostanziale via libera al programma degli F-35 ma, nella sola mozione dei Democratici, è scritto che si impegna il governo a “riesaminare l’intero programma F-35” con l’obiettivo finale di “…dimezzare il budget finanziario originariamente previsto”. Ecco qua. I giornali italiani che amano un tanto al chilo possono titolare che il Parlamento dimezza gli F-35.

Non è tecnicamente vero anche se l’ambiguità del Pd consente formalmente qualunque interpretazione. Il dato politico invece è di via libera di Montecitorio agli F-35 e di delega sostanziale al governo sul Libro Bianco. Occorre peraltro segnalare che lo spettacolo imbarazzante di ieri ha riguardato un solo ramo del Parlamento e che il Senato – che non è stato ancora abolito! – non si è espresso, come ha fatto notare il presidente della Commissione Difesa, Nicola Latorre.

Insomma, approvare quattro diverse mozione in una sola Camera è come non avere deciso nulla ma non si può neppure chiuderla così. Occorre denunciare la gravità di questo gioco di specchi in cui il Pd si è cacciato, mettendo peraltro in imbarazzo un Ministro, Roberta Pinotti, che se un peccato ha commesso è stato di essere troppo comprensiva verso le bizze di un partito, il suo, che ha preferito la via barocca dell’arzigogolo alla chiarezza. Non è mai troppo tardi. Ora tocca al governo assumersi la responsabilità delle scelte. Lo faccia presto, anche per lavare l’onta di una giornata parlamentare da dimenticare.

La brutta ambiguità del Pd e di Renzi sugli F35

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