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Hanno alle spalle, talvolta, anche secoli di storia. Eppure, non hanno mai avuto un vero e proprio direttore creativo. Fino a oggi.  “Il vento dello stile soffia sulla fashion industry”, conferma l’inchiesta pubblicata nel numero 12 di Pambianco Magazine. A due secoli dalla sua nascita, nel 1818, Brooks Brothers, il brand di abbigliamento più antico d’America, ha nominato il suo primo direttore creativo. La scelta, annunciata lo scorso luglio e per il momento circoscritta alla sola collezione femminile e agli accessori, è ricaduta su Zac Posen, l’ex enfant prodige della moda a stelle e strisce, apprezzatissimo dalle celebrities. Posen, le cui prime creazioni per l’azienda guidata da Claudio Del Vecchio debutteranno nel 2016, non avrà solo il ruolo di stilista, ma sarà direttore artistico con la responsabilità dell’immagine del marchio a tutto tondo. Il designer statunitense non è che l’ultimo di una lunga lista di stilisti che negli ultimi 24 mesi sono stati arruolati da marchi di moda dall’impronta più classica o ‘industriali’ – ovvero non nati come ‘designer brand’.

All’ultima edizione di Milano Moda Uomo (a giugno), la collezione maschile di Tod’s è salita per la prima volta in passerella e, con l’occasione, Diego Della Valle presentato il nuovo direttore creativo, Andrea Incontri. Lo stilista 40enne, oltre a occuparsi del proprio brand, curerà le collezioni Tod’s uomo con particolare attenzione al ready to wear, visto il dichiarato obiettivo del gruppo marchigiano di trasformare il marchio di calzature in una griffe total look. Allo stesso scopo, nel febbraio 2013, la stilista Alessandra Facchinetti è stata chiamata al timone creativo della donna Tod’s. Un altro marchio di calzature a essersi recentemente dotato del primo direttore artistico nella sua storia è lo spagnolo Camper che, sempre lo scorso giugno, ha infatti ingaggiato il designer francese Romain Kremer. Qualche mese prima, in marzo, Canali, maison italiana di sartoriale maschile, ha arruolato come consulente creativo il giovane stilista Andrea Pompilio che ha debuttato a Milano Moda Uomo con la prima capsule collection. Piquadro, invece, si è affidata alla creatività del designer di accessori Giancarlo Petriglia per ‘Piquadro Opera’, la linea premium del marchio di pelletteria per il lavoro e il tempo libero. Andando indietro di qualche altro mese, la scelta di Renzo Rosso per la direzione dell’ufficio stile della sua corazzata Diesel, ufficializzata nell’aprile 2013, è invece ricaduta sul creativo e ‘fashion guru’ italo-giapponese Nicola Formichetti, già stylist di star come Lady Gaga e idolo del web. Stesso compito è stato affidato da Ermenegildo Zegna a Stefano Pilati, ex Yves Saint Laurent, nominato nel settembre 2012 dal gruppo biellese direttore creativo di Agnona e head of design di Ermenegildo Zegna, con responsabilità delle sfilate del brand e della Ermenegildo Zegna Couture collection. Il precursore di questo fenomeno si potrebbe trovare in un marchio d’Oltralpe di proprietà del Gruppo Lvmh, Berluti, dove nel 2011 è approdato lo stilista italiano ex Z Zegna Alessandro Sartori. “Berluti è finora il caso più riuscito di questa tendenza”, afferma Gianluca Cantaro, direttore de L’Officiel e L’Officiel Hommes Italia ed ex direttore di Vogue Uomo. “Sartori ha preso uno storico e un po’ ‘polveroso’ marchio di calzature da uomo e ne ha fatto un brand di lusso contemporaneo dal posizionamento altissimo, creandovi attorno un mondo di eleganza fresca e moderna, con un’offerta total look che spazia dai completi, anche su misura, ai giubbini in pelle”.

L’industria si fa fashion

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