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La vigilia dell’ECB ha visto gli investitori ricontestualizzare progressivamente il pezzo di Reuters che ieri tanto scoramento aveva causato sui mercati.

Ad un esame più attento, è emerso che si trattava di un aggregato di fatti in parte già noti (il dissidio tra Draghi e Weidmann e i suoi fidi) condito con qualche pettegolezzo e un aria da resa dei conti. Lo stesso pezzo ammette indirettamente che Draghi ha ancora la maggioranza nel Governing Council (24 membri, 6 provenienti dal board più i 18 governatori delle banche centrali dei paesi dell’Euro Area), indicando in un massimo di 10 membri il numero di contrari ad un QE sul modello americano.

Tra l’altro, un QE all’americana, che peraltro, a differenza del Securities Market Program del 2011, non viola alcuna norma del trattato, è atteso dal consenso al più presto nei primi mesi del 2015, il che rende meno rilevante un eventuale opposizione residua in questo meeting.

In altre parole, l’articolo di ieri aggiunge ben poco ad un meeting che si annunciava già assai incerto, visto il numero di eventi da cui è stato preceduto. Così la giornata europea è trascorsa con Equity e divisa impegnati a tornare ai livelli “pre Reuters” .

La notizia che i Repubblicani si sono assicurati il Senato US e ora controllano il congresso è stata stranamente salutata da un rally dei futures US. Un congresso repubblicano probabilmente imporrà una politica fiscale meno espansiva all’amministrazione, e metterà qualche bastone tra le ruote alla FED, come nota Hilsenrath. Tra l’altro a marzo 2015 scade la sospensione del Debt Ceiling e ciò da ai Repubblicani una leva sull’amministrazione Obama.

Tornando a oggi, come già detto più volte, l’outcome è assai incerto. Ciò detto, l’impressione personale è che non avremo un altra performance scarna come quella di ottobre, che ha certamente contribuito alla slavina osservata sui mercati a metà mese. Draghi probabilmente cercherà il modo di dimostrare ai mercati che la Banca Centrale ha il controllo della situazione ed è in grado di ri-ancorare le attese di inflazione. Ciò può, essere fatto in 2 modi : dimostrando che le misure varate sono in grado di raggiungere i target di incremento del bilancio annunciati, eventualmente attraverso un integrazione delle stesse. Magari ulteriori incentivi a partecipare alle TLTRO, ma più probabilmente estensioni del pool di asset privati idonei agli acquisti, una soluzione ventilata più volte, che, nella misura in cui rinvia un QE all’americana, potrebbe trovare il consenso del Council.

Oppure Draghi può preparare il terreno per una svolta nei prossimi meeting, nel senso di un QE vero e proprio, eventualmente condizionandone il varo al verificarsi di un qualche evento. Come fece con a maggio scorso utilizzando le staff projections in pubblicazione il mese successivo.

In ogni caso, la pressione sull’ECB è ai massimi e non credo che il Governing Council potrà ignorarla interamente.

Ecco come le Borse scrutano Repubblicani e Draghi

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