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Le dichiarazioni del numero uno di Finmeccanica, Mauro Moretti, fatte in questi giorni al Salone di Farnborough sul caccia F-35, lasciano chiaramente intendere la volontà dell’industria aerospaziale italiana e non solo di voler cogliere dal programma, di cui il nostro Paese è partner fin dalla fase iniziale, nuove opportunità. “Dobbiamo lavorare – ha detto Moretti – così come sta facendo il governo italiano, affinché la nostra industria (Finmeccanica in primis, ma anche la filiera di pmi coinvolte nel programma, ndr) faccia non solo le aerostrutture, ma anche le parti elettroniche e avioniche”, ovvero – ha aggiunto l’amministratore delegato – le parti “pregiate” del velivolo.

IL MESSAGGIO AGLI USA

A sostegno di questa intenzione, le parole del ministro della Difesa, Roberta Pinotti, che sempre a Londra ha assicurato il suo impegno a che la partecipazione industriale italiana al progetto abbia un maggiore impatto tecnologico. “Considero questa una condizione fondamentale”, ha detto il ministro, da poco rientrata da una visita ufficiale negli Stati Uniti. “Abbiamo parlato di tutto – ha spiegato la Pinotti – L’Italia è un alleato importante e ha sempre fatto scelte importanti, ma abbiamo detto chiaramente che abbiamo bisogno di un segnale importante per quanto riguarda le ricadute occupazionali”. “Credo che il messaggio sia stato recepito”, ha aggiunto.

OLTRE IL VELIVOLO

Nonostanze il mancato debutto ai due Airshow londinesi, Riat e Farnborough, il cacciabombardiere di quinta generazione ha continuato e continua a far parlare. Il riferimento alle parti pregiate del caccia nasce dal fatto che – come qualche addetto ai lavori sostiene da tempo -, il JSF non è da intendersi come un semplice velivolo, ma come un sofisticato sensore, che sarà in grado cioè, una volta pienamente sviluppato, di comunicare con tutto il sistema di comando e controllo nazionale ed alleato.

OPPORTUNITA IN CRESCITA?

Il caccia con tutta la tecnologia che concentra su di sé, grazie alla cosiddetta “sensor fusion” (l’integrazione totale dei sensori avionici e di comunicazione, una delle peculiarità dei caccia di quinta generazione, unitamente alla bassa osservabilità), svolgerà in operazione funzioni strategiche nell’ambito della “network centric warfare” nazionale e scambierà dati ed informazioni in tempo reale con navi, aerei, satelliti, forze terrestri, elicotteri, sistemi di terra e centri decisionali. Una consistente opportunità, quindi, per un ulteriore step tecnologico, che potrà essere reso fruibile in campo europeo e internazionale. In tale ottica strategica Finmeccanica sta da qualche tempo finalizzando accordi con Lockheed Martin Corporate, per la cui implementazione sarà indubbio il coinvolgimento di aziende del gruppo, Selex ES in primis, e di altre aziende di settore nazionali.

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