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Dopo le elezioni europee, che non hanno fatto registrare il boom sperato per l’alleanza dei Liberaili sotto l’egida del marchio “Scelta Europea” (tra questi Scelta Civica, Centro Democratico, Fare per fermare il declino e una quarantina di movimenti di ispirazione liberale)  si torna a parlare di “svolta” o ancor di più di “nuova rivoluzione liberale” (come si è visto su qualche cartello affisso sugli autobus del nord Italia).

Dopo Silvio Berlusconi, fondatore di Forza Italia, è stato il giovane segretario regionale del Partito Liberale Italiano Friuli Venezia Giulia, Maurizio Facchettin (nella foto). a puntare sulla idea di una Federazione per riportare il Centrodestra ai fasti del ’94, dopo la recente vittoria del PD renziano, che ha superato in occasione delle Europee il tetto del 40 per cento dei consensi.

Un’idea che inizia a solleticare l’interesse di più di un politico di quest’area, anche perché contro Renzi si può vincere solo unendo tutte le forza, anche se è altrettanto importante una nuova progettualità politica (tutta da costruire).

Dopo aver riportato il PLI nelle istituzioni in Friuli Venezia Giulia, dando priorità alla politica che parte dal basso, coinvolgendo persone che mai avevano fatto politica, senza risorse e solo con il volontariato, Facchettin, di recente, ha partecipato ad una serie di convegni-dibattiti. Tema questo del rilancio del CDX, che è particolarmente a cuore di Formiche, che, attraverso un suo giovane blogger, Lorenzo Castellani – sta cercando di promuovere in autunno un incontro-dibattito in stile “Leopolda” (punto di confronto da cui è partita la rivoluzione renziana all’interno del centro-sinistra).

D: Perché potrebbe essere interessante il PLI per il Centrodestra? 

R: Sono convinto che i liberali possano colmare quel vuoto oggi presente nel centrodestra, rappresentando l’area moderata liberale laica. Riporterebbero una parte dell’elettorato ora disperso nella futura federazione, dando vigore, nel contempo, al centrodestra, proprio come accadde nel ’94 quando lo spirito liberale animò grandi successi politici dello schieramento promosso da Silvio Berlusconi.

D: Per decenni Tutti i sistemi hanno fallito, ma non ci si rende conto che solo i paesi liberali presentano sistemi di buon governo?

R: il vice coordinatore regionale di Forza Italia, Massimo Blasoni, si è spinto nel corso di un recente dibattito (cui hanno partecipato in FVG le principali sigle politiche dell’area di cdx) a dire che ora serve l’area liberale, un programma liberale, e, soprattutto, il Partito Liberale.

 

D: Perché sì ad una federazione? 

R: Mai come adesso un centrodestra liberale, ma di forte ispirazione liberale, risponderebbe alle esigenze del paese. Le nostre libertà vanno tutelate e se non ci si rende conto che diritti civili, sburocratizzazione, impresa e decisioni forti vanno prese ora, questa Italia a breve non ci sarà più. Berlusconi ci provò certo, all’iniizio della sua carriera politica, ma troppi interessi di categoria/lobbies presero il sopravvento su quello spirito di natura liberale del movimento Forza Italia.

D: Il male del centrodestra? 

R: i leader nazionali (Berlusconi in testa) si sono circondati di troppi piccoli “baroni”, che a Roma scaldano le sedie e nelle proprie regioni costruiscono colonie, lobby e clientele che hanno ucciso i veri interessi dei cittadini. Servono parlamentari che capiscano finalmente il valore di ogni singolo individuo, costruendo sui territori masse di persone libere che decidano per il bene delle future generazioni. Tenendo in vita piccole lobby mantengono il potere e le città non crescono. Allontanano la gente dalla politica e per loro è ancora più comodo mantenere il loro personale interesse e potere.

D: Che sistema usa nell’attività politica quotidiana?

R: Do valore ad ogni singolo individuo, recependo la creatività di ognuno. Il tecnico? Serve al parlamentare per costruire buone norme. Basta con personaggi ambigui che sanno tutto. Sono tantissime le persone che vorrebbero occuparsi della politica, altroché distacco. Sono le baronie ad averli allontanati. Credo fermamente nei valori di un tempo, quelli dove il professore quando si arrabbiava con l’alunno, lo stesso tornava a casa e veniva punito. Solo il Partito liberale italiano adesso ha il coraggio di restare aggrappato a quei valori. Difendiamo le libertà che abbiamo conquistato ma creiamone di nuove.

D: Quale ricetta propone?

R: Decisioni forti dei leader nazionali, dando spazio a chi lavora, a chi si sporca le mani, agli idealisti, a chi crede che lo Stato debba essere al servizio del cittadino e non viceversa. Devono capire che le baronie hanno creato ed allontanato chi si era avvicinato alla politica credendo di cambiare le cose. Questo ha distrutto il “sogno” di Berlusconi e lo spirito liberale che lo animò nel ’94. Non c’è più tempo, stanno nascendo movimenti indipendentisti e separatisti. Non sono la soluzione, ma crescono, considerata l’inerzia dei leader nazionali che non decidono.

D: Quali riforme propone per il futuro?

R:  Devono essere radicali. Lo dimostrano i paesi liberali. Le cose lì funzionano. Ma può essere che persone che hanno già dato e dimostrato la loro inerzia, continuino a stare li? Non credo. L’energia di questa generazione si sta spegnando a causa loro. Non è ammissibile. Autonomie sui territori, eliminazione sperperi, risorse dove c’è il lavoro, per esempio porti, turismo, impresa, come nel territorio che vivo quotidianamente (il Friuli Venezia Giulia).

 

D: Ritornerà il centrodestra a vincere?

R: Berlusconi ha iniziato a parlare di una federazione forte di cdx, Renzi governa stabilmente il paese : Berlusconi nel ’94 ha capito da dove cominciare, ha grandi meriti e se capirà i mali presenti nel centrodestra, dando fiducia a persone più semplici, ritornerà a governare.          Renzi certamente è attrattivo dal punto di vista mediatico, però, non sempre si muove nel modo migliore. Troppe parole, troppi slogan. La gente ha fame. Lui mangia il gelato alla crema e limone a palazzo Chigi, ma c’è chi non ha i soldi per pagare iva e i prossimi F24.  La politica, talvolta anche quella “nuova” di Renzi,  è molto lontana dai problemi reali della gente. 

 

D: Quale è stata la prima proposta dei liberali nel territorio dove lavora?

R: Bilancio digitale nei comuni e nelle regioni. Usando un semplice click, IL target tra i 14 e 70 anni, potrà verificare ogni spesa. Finiranno le finte consulenze, così come le spese superflue. Per dare coerenza a questa tesi ho voluto, in prima persona, che tutti i miei consiglieri se ne facciano portabandiera.. La rasparenza innanzitutto. Bisogna dare l’esempio, altrimenti non si è più credibili.

D: Un’ultima domanda: ha parlato di Blasoni e di FVG. Quali sono i rapporti attuali con la coordinatrice regionale Sandra Savino di Forza Italia?

R: Come liberale non ho alcun problema a rapportarmi con Forza Italia, ma ci deve essere reciprocità e rispetto dei ruoli. Non sempre le migliori idee e forze, si presentano in modo concreto e visibili nei grandi partiti. Spesso tante energie vitali sono più visibili nei piccoli partiti o movimenti politici. Detto questo i triestini sono per natura ospitali, figuriamoci quelli di matrice liberale. La coordinatrice Savino sa che con me ha sempre il caffè pagato al caffè degli Specchi, nella bellissima cornice di piazza dell’Unità a Trieste.

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