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Oltre 1 miliardo di investimenti in Ricerca e Sviluppo, 4.658 addetti, 176 imprese coinvolte, un fatturato che si avvicina ai 6 miliardi di euro. Sono questi i numeri emersi ieri a Roma alla presentazione della terza edizione del Rapporto di Farmindustria sulle biotecnologie del settore farmaceutico in Italia 2014.

Un settore industriale su cui puntare e un’arma importante per dare risposte a migliaia di pazienti che affrontano malattie – hanno sottolineato il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, e il presidente del gruppo Biotecnologie di Farmindustria, Eugenio Aringhieri – ma sul quale in Italia pesano ancora troppo i ritardi della burocrazia e la disomogeneità sul territorio.

BIOTECH E FARMACO
Nel nostro Paese il settore delle biotecnologie è trainato essenzialmente da quello del farmaco: delle 176 aziende coinvolte 51 sono imprese del farmaco e rappresentano la parte preponderante del comparto con un fatturato di € 5.465 milioni (92% del totale). Le restanti 125 sono altre biotech. Esse hanno un fatturato di € 474 milioni, in lieve crescita rispetto al precedente Rapporto mentre è in calo il numero di addetti in R&S (-6,5%), di imprese (-1,6%) e di investimenti (-3,5%).

ASPETTATIVE E NODI DA SCIOGLIERE
“Oggi, ancora più che in passato, l’industria farmaceutica rappresenta una concreta speranza per il Paese. Con i suoi farmaci, per un’aspettativa di vita migliore, e con i suoi investimenti, per le opportunità occupazionali e di crescita dei 62mila addetti del settore e degli oltre 60mila dell’ indotto”, ha commentato il presidente di Farmindustria.

Grandi aspettative ed altrettanti nodi da affrontare: ”Il primo problema sono i tempi, dato che in Italia si registra un ritardo di 291 giorni per l’accesso ai farmaci innovativi rispetto agli altri paesi europei – ha sottolineato Aringhieri -. Altri problemi sono rappresentati poi dalla troppa burocrazia e dalla penalizzazione a causa della disomogeneità di approccio per la presenza sul territorio, in  pratica, di 21 sistemi sanitari diversi”.

Resta poi il nodo dei costi: ”Per sviluppare un solo nuovo farmaco biotech, il costo è di 1,5-1,8 miliardi. Una questione da approfondire anche se, in prospettiva, i vantaggi in termini di  risparmi per i sistemi sanitari sono notevoli”, ha aggiunto il presidente di Farmindustria.

IL BIOTECH TRA PRESENTE E FUTURO
Attualmente sono 110 i farmaci biotecnologici disponibili. Vengono commercializzati da 24 imprese e la loro efficacia riguarda 12 aree terapeutiche. Tra di esse l’area più rilevante è l’infettivologia con 35 farmaci, seguita da quella oncologica (23) e dalle malattie metaboliche, epatiche ed endocrine (21). Ma la sperimentazione non si arresta nel nostro Paese: ben 403 prodotti sono in sviluppo (44 in più rispetto al precedente Rapporto) di cui il 62% in fase avanzata di sperimentazione. L’area terapeutica con il maggior numero di progetti di R&S (42%) è l’oncologia, con gran parte dei prodotti in fase conclusiva di sviluppo.

Ecco il numero dei prodotti in sviluppo per area terapeutica:

numero prodotti per area terapeutica

UNA MANO AL TERRITORIO
Determinanti per la salute dei cittadini, i farmaci favoriscono anche lo sviluppo scientifico, sociale ed economico, dei singoli territori. A distinguersi tra le regioni italiane è la Lombardia, dove sono situate 69 imprese (14 grandi, 14 medie, 41 piccole e micro) seguita da Lazio (20), Emilia Romagna (17) e Toscana (15).

DAI TAGLI ALLA CRESCITA
Per il presidente Scaccabarozzi adesso non rimane che augurarsi che l’immagine positiva che sta dando il nostro Paese all’estero non venga minata: nel Patto per la Salute “auspico che non ci siano proposte di tagli al settore del farmaco da parte delle Regioni, perché qualsiasi proposta negativa in tal senso invaliderebbe il lavoro fatto in questi mesi per ridare fiducia agli investitori”.

Clicca nell’immagine sottostante per la sintesi del Rapporto:

Rapporto farmindustria

Ambizioni e intoppi dei farmaci biotech. Il rapporto di Farmindustria

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