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Ridisegnare in tre anni il panorama della pubblica amministrazione. Realizzando un processo di accorpamento, razionalizzazione e semplificazione organizzativa anziché tagli di retribuzioni e licenziamenti del personale. È il cuore del progetto di riforma dell’apparato statale messo in cantiere dal governo di Matteo Renzi.

(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)

Le linee-guida del provvedimento presentato a Palazzo Chigi ricalcano la filosofia contenuta nel testo-base elaborato dalla responsabile della PA Marianna Madia. E verranno tradotte entro il 13 giugno in due provvedimenti: un disegno di legge delega e un decreto legge.

IL LEGAME CON LA SPENDING REVIEW

Un arco di tempo rilevante considerata la frenesia innovatrice che ha ispirato finora la marcia del premier. Ma che si rende necessario, ha spiegato il leader del Partito democratico ieri in conferenza stampa, per ascoltare le valutazioni e ricevere il contributo proficuo di tutte le realtà coinvolte.

(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)

Il percorso, vista l’ostilità con cui buona parte delle organizzazioni sindacali hanno accolto l’iniziativa, si preannuncia molto faticoso. Anche per il legame profondo, che il Presidente del Consiglio nega fermamente, tra la riforma della burocrazia e 3 miliardi di euro di risparmi previsti dal Documento di economia e finanza.

LA RIDUZIONE DELLE SOSPENSIVE DEL TAR

Per mutare in profondità la fisionomia della macchina statale Renzi ritiene strategico intervenire nel terreno della giustizia amministrativa. A tale scopo è orientata la forte attenuazione del ricorso alle decisioni “sospensive” dei TAR, che bloccano l’iter dei procedimenti fino alla sentenza di merito.

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NESSUN LICENZIAMENTO

Nel piano messo a punto per una revisione radicale e permanente della spesa pubblica, il Commissario governativo Carlo Cottarelli aveva indicato in 85mila i lavoratori in esubero della PA. Persone che, promette il premier, non rischiano il licenziamento. Per loro è possibile un cambiamento di mansione e di incarichi nella garanzia di dignità professionale, parità di stipendio, ragionevole vicinanza del luogo di lavoro da casa.

L’ETA’ PENSIONISTICA

L’esecutivo punta a rinnovare e svecchiare la pubblica amministrazione con l’inserimento di personale giovane e preparato soprattutto nell’utilizzo delle tecnologie. Per ottenere lo scopo e rendere le uscite meno traumatiche possibile, prevede il superamento del “trattenimento in servizio”: un istituto che  permette ai dipendenti pubblici con i requisiti per andare in pensione di restare al lavoro per altri 24 mesi. Prolungando volontariamente il servizio fino a 67 anni.

(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)

L’adozione di tale misura produrrebbe l’aumento degli assegni previdenziali pubblici di 20mila unità all’anno, grazie al combinato disposto di scivoli e prepensionamenti che Madia è pronta a valutare. Ma, rimarca Renzi, libererebbe nello stesso arco di tempo almeno 15mila nuovi posti a costo zero.

CIFRE VAGHE SUL TURN OVER

Resta aperto, per ora, l’interrogativo sul numero di assunzioni stabilite per ogni uscita da un posto di lavoro nella PA. L’attuale turn over fissa un rapporto di un nuovo occupato ogni cinque pensionati. Conservando una simile proporzione e ipotizzando una platea di 200mila conclusioni anticipate dell’attività professionale, l’entità dei risparmi potrebbe passare da 3 a quasi 6 miliardi.

Cifre incoraggianti, che spingono la titolare della Pubblica amministrazione a prefigurare “lo sblocco del turn over più ampio e strategico”. Ma non al punto di fornire un numero preciso e di ridurre a una su tre il rapporto tra entrate e uscite.

MERITO E MOBILITA’ PER I VERTICI

Altro capitolo del progetto governativo riguarda i più alti responsabili della macchina statale. Grazie all’introduzione del “ruolo unico della dirigenza”, la carriera dei manager pubblici sarà vincolata ai risultati concreti conseguiti nel tempo e non più agli avanzamenti per fasce d’età. Le persone che rivestono ruoli apicali nella burocrazia godranno di un contratto a termine fondato su regole di mobilità e su retribuzioni ancorate al tasso di produttività. E rischieranno il licenziamento nell’eventualità di un’assenza prolungata dalla loro funzione.

Una rivoluzione copernicana, completata dalla riduzione della metà dei permessi per i distacchi sindacali e dalla previsione del tetto di 240mila euro annui per le retribuzioni dei vertici della PA. Nella quale non mancano forti obiezioni improntate a scetticismo o ad aperta ostilità.

LA CURA DIMAGRANTE PER LA BUROCRAZIA

A rientrare nel mirino dei tagli selettivi di Palazzo Chigi sono livelli eterogenei e capillari delle strutture amministrative, spesso distribuite in modo poco razionale. Per questa ragione il premier si prefigge di aggregare gli oltre 20 enti di ricerca pubblica per creare pochi poli di eccellenza, di accorpare Automobile Club Italia, Pubblico registro automobilistico, Motorizzazione civile, e di unificare tutte le Scuole di alta amministrazione.

(LE FOTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI RENZI E MADIA FIRMATE UMBERTO PIZZI)

Renzi aspira poi a creare una centrale unica di acquisti per tutte le forze di polizia: “Il che non comporta tagli ai salari degli agenti ma riorganizza ruoli e compiti per evitare inutili e onerose sovrapposizioni nel territorio”. E vuole ridurre le prefetture a non più di 40, concentrandole nei centri strategici per l’offensiva contro la criminalità organizzata.

I BENEFICI PER CITTADINI E IMPRESE

Un pacchetto di iniziative con cui il leader del PD intende promuovere una svolta nella vita dei cittadini. I quali, entro un anno dall’approvazione della riforma della burocrazia, “potranno disporre di un’identità digitale con un apposito Pin per accedere ai servizi della PA e conoscere on line gli atti pubblici e la gestione delle spese”. Mentre le aziende vedranno eliminato l’obbligo di iscrizione alle Camere di commercio.

ECCO GLI APPROFONDIMENTI RECENTI DI FORMICHE.NET SULLA P.A.:

Tutti gli annunci di Matteo non ancora rispettati da Renzi. Il pezzo di Edoardo Petti

Vi spiego perché i tagli agli stipendi degli statali rischiano il flop. Il commento di Domenico Cacopardo

Ecco come noi, dirigenti statali, reagiremo a Renzi. Parola di Biasoli (Confedir). L’intervento di Stefano Biasoli

Dirigenti statali, la ruspa di Renzi non riuscirà a rottamarci. Parla Rembado (Cida-funzione pubblica). L’intervista di Valeria Covato

Che cosa va cambiato nella dirigenza pubblica. Conversazione di Valeria Covato con Alfredo Ferrante

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Ecco come Renzi vuole riformare la burocrazia statale

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