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La Nato è unita, deve rafforzarsi anche con l’aiuto del suo pilastro atlantico, di cui l’Italia è parte strategica. Mark Rutte non ha, nel suo incontro a Palazzo Chigi con Giorgia Meloni, solo messo l’accento sulle priorità strutturali dell’alleanza atlantica ma in “un’era geologica” del tutto nuova come quella del post invasione russa dell’Ucraina, ha definito i contorni di un’industria della difesa sempre più innovativa e competitiva, in complementarità con l’Ue. La visita a Roma del segretario generale della Nato, precede il vertice dell’Aia e conferisce all’Italia un ruolo primario anche sull’importanza di un approccio a 360 gradi alla sicurezza euroatlantica.

Verso l’Aia

L’Italia è un’alleata importante ed è attiva in tutto il territorio Nato. E, ovviamente, l’Italia vanta una base industriale per la difesa di cui essere fieri, ha Leonardo, ma anche tante altre aziende industriali per la difesa, grandi e piccole”, è la sua principale riflessione, quasi a voler ribadire un elemento ovvio ma tarato con particolare riferimento alle spese per la sicurezza collettiva. A Villa Madama, dopo la tappa a Palazzo Chigi, ha partecipato al vertice Weimar+ la formula allargata con esponenti di Polonia, Francia Germania, Regno Unito Ucraina, Ue e Nato, mettendo in fila una serie di riflessioni analitiche sul presente e sul futuro dell’alleanza.

Primo elemento: Mosca ha inviato ai colloqui di Istanbul “uno storico”, ovvero il capo negoziatore Vladimir Medinsky, che “cerca di iniziare dalla storia di mille anni fa per poi più o meno spiegare che la colpa è dell’Ucraina”. Ovvero mettendo in evidenza il tema della disinformazione accanto a quello della guerra in sé. A Kyiv va garantita la migliore posizione possibile per la guerra ancora in corso e poi, “quando ci sarà il cessate il fuoco, affinché Putin non ci riprovi mai più”.

Secondo: La Nato è unita. “Abbiamo sentito che entro il 2029-30 la Russia potrebbe essere pronta sul teatro Nato. Dobbiamo quindi spendere di più”. E ancora: “Quando un Paese ordina dei Patriot ci vogliono 10 anni e magari servono entro 24 ore. Le industrie di Stati Uniti e Canada sono celeri ma servono più linee di produzione, senza un aumento dei prezzi”. L’ottica è quella di 5-10 anni, perché “abbiamo fantastiche aziende industriali negli Stati Uniti, in tutta Europa e in Canada, ma non producono a ritmi sostenuti, quindi abbiamo bisogno di più turni, di più linee di produzione”.

Le reazioni

Secondo il ministro della difesa Guido Crosetto l’obiettivo del 5% deve essere compatibile con bilanci nazionali: “Rutte parla di 5% nei fatti? Io sto parlando del bilancio italiano e della possibilità di raggiungerlo in tempi brevi. Mi pare che ogni Paese abbia le sue esigenze e le sue programmatiche finanziarie. 5% come obiettivo che indica la Nato e che Rutte vuole portare avanti deve poi essere reso compatibile con i bilanci di tutte le nazioni. Essendo ogni nazione sovrana, l’Italia deciderà cosa fare. Intanto, non mi pare si parli di 5%, ma di 1,5 + 3,5 % che sono due cose diverse”. Per Antonio Tajani sarà importante capire: “Ci rendiamo conto che la sicurezza è fondamentale. Sono assolutamente favorevole a rafforzare il pilastro europeo della Nato e alla difesa europea. Era il grande sogno di Silvio Berlusconi”.

Per il numero uno della Farnesina la posizione italiana “è seria e ragionevole, abbiamo detto che se si vuole veramente raggiungere il 5 per cento non lo si può fare se non ci sono almeno 10 anni di tempo, noi chiediamo anche che ci sia flessibilità perché l’importante è raggiungere in 10 anni l’obiettivo, questo è quello che noi stiamo chiedendo”. Rutte sta facendo un buon lavoro, ha aggiunto e sta cercando di arrivare a un accordo “e ritengo che prima del vertice dell’Aia l’accordo si possa raggiungere, sono molto ottimista a questo punto di vista”.

Rutte-Meloni, industria e difesa gettano le basi della Nato di domani

A Villa Madama, dopo la tappa a Palazzo Chigi, è andato in scena il vertice Weimar+ la formula allargata con esponenti di Polonia, Francia Germania, Regno Unito Ucraina, Ue e Nato. Utile occasione per mettere in fila una serie di riflessioni analitiche sul presente e sul futuro dell’alleanza in vista del vertice dell’Aia. Al lavoro per un’industria della difesa sempre più innovativa e competitiva, in complementarità con l’Ue

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