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Grazie all’autorizzazione del gruppo Class editori pubblichiamo l’articolo di Antonino D’Anna apparsa su Italia Oggi, il quotidiano diretto da Pierluigi Magnaschi.

Tutto pronto a Roma per la beatificazione, il 27 aprile prossimo, di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II.

IL PROSSIMO PAPA SANTO

Il prossimo tour de force, come ItaliaOggi può anticipare, potrebbe essere attorno al 18 ottobre di quest’anno, quando a calare su Roma saranno i bresciani. È per quella data, si dice nei Sacri Palazzi in questi giorni, che potrebbe essere beatificato Paolo VI; una beatificazione che giungerebbe quindi con un certo anticipo rispetto al 2015. Nel febbraio di quest’anno è stato riconosciuto il miracolo che porterà Giovanni Battista Montini sugli altari: la guarigione di un bambino non ancora nato avvenuta negli anni ’90. Si dice Oltretevere che la beatificazione di Paolo VI potrebbe avvenire verso la fine o subito dopo il Sinodo straordinario dedicato alla famiglia e che si terrà in Vaticano dal 5 al 19 ottobre.

PAPA RONCALLI

Ma torniamo alla canonizzazione doppia di domenica 27 aprile. Angelo Giuseppe Roncalli arriva alla gloria degli altari senza il miracolo che, di prassi, è richiesto per raggiungere la santità anche se, come ha dichiarato a TmNews nel gennaio 2014 il cardinale Angelo Amato, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi, non mancano segnalazioni di grazie e presunti miracoli e soprattutto una guarigione del 2002 avvenuta a Napoli, quando una donna si salvò dall’avvelenamento da cianuro (ne aveva ingerito una bustina) invocando Papa Roncalli. Tale evento è «parte integrante del processo di beatificazione e di canonizzazione».

PAPA WOJTYLA

Per quanto riguarda Karol Wojtyla, invece, il miracolo c’è: si tratta della guarigione di una donna del Costa Rica dall’aneurisma avvenuta nel 2011. Una canonizzazione, la sua, con uno strascico polemico. Parliamo del dibattito suscitato dalla pubblicazione delle parole dell’ex cardinale arcivescovo di Milano Carlo Maria Martini nel libro di Andrea Riccardi, fondatore e leader della Comunità di Sant’Egidio (nonché autore di una biografia del Papa polacco), «La santità di Papa Wojtyla».

COSA MARTINI CONTESTA A WOJTYLA

Interpellato come testimone dalla Congregazione per le Cause dei Santi, il cardinale disse no alla beatificazione di Giovanni Paolo II. Definì non sempre «felici» nomine e scelta dei collaboratori (specie negli ultimi tempi), con un eccessivo appoggio ai movimenti «trascurando di fatto le Chiese locali». Martini contesta a Wojtyla come i suoi viaggi lo avessero fatto percepire «un po’ come il vescovo del mondo e ne usciva oscurato il ruolo della Chiesa locale e del vescovo» e le mancate dimissioni durante la lunga malattia.

GLI ATTRITI DI MARTINI

Il cardinale Martini va anche capito, visto che negli anni ’80 ebbe un momento di attrito col settimanale ciellino «il Sabato» quando intervenne come mediatore tra Sabato e Azione Cattolica sulla figura dell’ex rettore della Cattolica Giuseppe Lazzati, altro futuro beato. A gettare acqua sul fuoco ci ha pensato monsignor Slawomir Oder, il postulatore della causa di beatificazione e poi di canonizzazione di Karol il Grande, per il quale gli stralci della testimonianza di Martini sono stati: «interpretati in chiave di una sua opposizione alla santità di Giovanni Paolo II: si tratta sicuramente di una chiave di lettura non giusta e non vera».

Sarà Paolo VI il prossimo Papa santo

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