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Con una piccola dose di malizia (giustificata), Ferruccio de Bortoli fa sapere che sul tavolo di Santa Marta che lo divideva dal Papa pronto all’intervista concessa al Corriere della Sera c’erano alcuni registratori, “troppi”, messi lì “dall’ansia senile di un giornalista”. Due pagine di botta e risposta sui temi dell’attualità ecclesiastica. Tre, in particolare, le questioni che meritano una particolare sottolineatura.

“BENEDETTO XVI NON E’ UNA STATUA, PARTECIPERA’ ALLA VITA DELLA CHIESA”

Innanzitutto, il rapporto con il predecessore. “Il Papa emerito non è una statua in un museo. E’ una istituzione. Non eravamo abituati”, dice Francesco, che aggiunge: “Benedetto è il primo Papa emerito e forse ce ne saranno altri. Non lo sappiamo. Lui è discreto, umile, non vuole disturbare. Ne abbiamo parlato e abbiamo deciso insieme che sarebbe stato meglio che vedesse gente, uscisse e partecipasse alla vita della chiesa”. E questo perché la saggezza di Ratzinger “è un dono di Dio. Qualcuno avrebbe voluto che si ritirasse in un’abbazia benedettina lontano dal Vaticano. Io ho pensato ai nonni che con la loro sapienza, i loro consigli danno forza alla famiglia e non meritano di finire in una casa di riposo”. Francesco spiega implicitamente il significato della presenza di Benedetto XVI al concistoro dello scorso 21 febbraio in San Pietro. Nascosto al mondo, dunque, ma non troppo. Ma sono anche altri gli spunti interessanti dell’intervista papale al Corriere della Sera.

“RISPONDERE A CHI E’ ANDATO INCONTRO A UN FALLIMENTO”

Innanzitutto, merita sottolineatura quanto detto dal Pontefice circa i temi oggetto del prossimo Sinodo straordinario di ottobre sulla famiglia: “E’ un lungo cammino che la chiesa deve compiere”, dice Francesco a proposito della questione dei divorziati risposati da avvicinare ai sacramenti: “Si è scelto di discutere della famiglia che attraversa una crisi molto seria. E’ difficile formarla. I giovani si sposano poco. Vi sono molte famiglie separate nelle quali il progetto di vita comune è fallito. I figli soffrono molto. Noi dobbiamo dare una risposta”. Ma per questo, nota ancora il Papa, “bisogna riflettere molto in profondità. E’ quello che il Concistoro e il Sinodo stanno facendo. Bisogna evitare di restare alla superficie. La tentazione di risolvere ogni problema con la casistica è un errore, una semplificazione di cose profonde, come facevano i farisei, una teologia molto superficiale”.

IL PAPA AMMETTE LE DIVISIONI TRA CARDINALI SULLA FAMIGLIA

Di grande interesse è poi quanto il Pontefice afferma in merito alla divisione emersa in concistoro sulla relazione tenuta dal cardinale Walter Kasper, che “ha fatto una bellissima e profonda presentazione e ha affrontato cinque punti, il quinto era quello dei secondi matrimoni. Mi sarei preoccupato – osserva Bergoglio– se nel Concistoro non vi fosse stata una discussione intensa, non sarebbe servito a nulla”. I cardinali, ricorda il Papa confermando dunque che più d’uno tra i porporati ha espresso rilievi e perplessità circa l’intervento di Kasper, “sapevano che potevano dire quello che volevano, e hanno presentato molti punti di vista distinti, che arricchiscono. I confronti fraterni e aperti fanno crescere il pensiero teologico e pastorale. Di questo non ho timore, anzi lo cerco”.

“NON HO MAI COMPRESO L’ESPRESSIONE VALORI NON NEGOZIABILI”

Naturale che la domanda successiva riguardasse la battaglia a difesa dei cosiddetti valori non negoziabili, attorno ai quali gran parte dell’episcopato si è arroccata durante i pontificati di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI: “Non ho mai compreso l’espressione valori non negoziabili”, dice Francesco. “I valori sono valori e basta, non posso dire che tra le dita di una mano ve ne sia una meno utile dell’altra. Per cui non capisco in che senso vi possano essere valori non negoziabili. Quello che dovevo dire sul tema della vita, l’ho scritto nell’esortazione Evangelii Gaudium“. Riguardo il problema delle unioni civili regolate ormai da molti paesi, il Papa glissa: “Il matrimonio è fra un uomo e una donna. Gli stati laici vogliono giustificare le unioni civili per regolare diverse situazioni di convivenza, spinti dall’esigenza di regolare aspetti economici fra le persone. Si tratta di patti di convivenza di varia natura, di cui non saprei elencare le diverse forme. Bisogna vedere i diversi casi e valutarli nella loro varietà”.

FRANCESCO GLISSA SULLA BIOETICA: “NON SONO UNO SPECIALISTA”

Analoga prudenza Bergoglio la mostra anche in riferimento al testamento biologico: “Io non sono uno specialista negli argomenti bioetici. E temo che ogni mia frase possa essere equivocata”. A ogni modo, “la dottrina tradizionale della chiesa dice che nessuno è obbligato a usare mezzi straordinari quando si sa che è in una fase terminale. Nella mia pastorale, in questi casi, ho sempre consigliato le cure palliative. In casi più specifici è bene ricorrere, se necessario, al consiglio degli specialisti”.

Papa Francesco elogia Benedetto e glissa sulla bioetica

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