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Caro Direttore,

nei giorni scorsi il mio amico Roberto Arditti in un suo articolo, riferendosi all’episodio della copertura della statua di Gesù da parte della comunità islamica di Monfalcone conclude il suo articolo sottolineando che: “… frange non minoritarie di molte comunità islamiche desiderano: prendersi una storica (e violenta) rivincita contro un Occidente che nel frattempo tende la mano al suo carnefice con un gesto di pace che è innanzitutto inutile, in secondo luogo ridicolo (ma sarebbe meglio dire tragico). Le dinamiche tra popoli e religioni si gestiscono con estremo rigore, senza fare sconti. Gli ayatollah (tanto diffusi a sinistra) del «volemose bene» sono, nei fatti, i migliori amici di Bin Laden e dei suoi nipotini”.

Ed è proprio vero perché le minacce alla nostra civiltà, alla nostra cultura, alla nostra storia, alla nostra identità non provengono tanto dall’esterno ma quanto piuttosto dal nostro stesso interno con la rinuncia ai valori costitutivi dell’Europa e dell’Occidente: la libertà e la sovranità del popolo, dunque la democrazia.

Le élite globaliste intellettuali, mediatiche, politiche e qualche volta anche ecclesiastiche, nel corso degli ultimi decenni, hanno imposto ai popoli occidentali un radicale “odio di se stessi”. Odio della vita e della generazione (inverno demografico). Odio della storia e della cultura europea con una radicale cancel culture e continui atti di pentimento e riparazione. Odio del Cristianesimo. Odio di tutte le istituzioni civili. Odio dell’uomo in quanto tale. Tanto per fare un esempio eclatante, secondo gli ecologisti, che vanno di moda anche all’interno di parte del mondo cattolico, l’uomo è l’animale più pericoloso, peggiore degli altri esseri viventi, per cui andrebbe eliminato dalla faccia della terra.

C’è un odio di sé dell’Occidente che è strano e che può essere considerato solo come qualcosa di patologico; l’Occidente… non ama più sé stesso; della sua storia vede ormai soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro. Dunque, come scriveva Papa Benedetto XVI, “l’Europa ha bisogno di una nuova – certamente critica e umile – accettazione di sé stessa, se vuole davvero sopravvivere” (Card. Joseph Ratzinger, Lectio Magistralis sulle Radici spirituali dell’Europa, 13 maggio 2004).

Grazie per l’ospitalità e tanti cordiali saluti.

Sen. Riccardo Pedrizzi, presidente nazionale del Comitato scientifico dell’Ucid (Unione Cristiana imprenditori e dirigenti)

 

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