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Ecumenici, problematici, pragmatici. La nuova legge elettorale che va profilandosi alla Camera sembra indirizzare gli equilibri politici verso un ritorno al bipolarismo. E impone al centro una necessario ripensamento verso una logica di coalizione. Se Scelta civica, o una parte di essa, sembra guardare con interesse al nuovo centro-sinistra targato Matteo Renzi, il nuovo movimento dei Popolari per l’Italia, nato dopo la scissione dal partito montiano, rivolge naturalmente lo sguardo verso quel centro-destra con cui condivide le radici europee nel Ppe. Ma l’atteggiamento a riguardo registra sfumature differenti che dovranno trovare il giusto bilanciamento. Soprattutto in riferimento a Silvio Berlusconi.

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I PRAGMATICI
L’Udc sembra farsi guidare dal pragmatismo. Se l’Italicum porta a un assetto bipolare, che bipolarismo sia, dice Pier Ferdinando Casini in un’intervista oggi a Repubblica in cui invita a serrare le fila nel centro-destra con il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano ma anche con Forza Italia di Berlusconi: “Certamente per noi quella di Berlusconi è una grande questione che esiste. Le divaricazioni drammatiche che ci sono state non possono essere ricomposte con una battuta ma con un dibattito politico serio”, spiega il leader Udc.

E gli fa eco il fondatore dell’Udc Francesco D’Onofrio su Formiche.net: “E’ ormai assodato che bisognerà scegliere tra due schieramenti alternativi e quindi chi si vuole richiamare al popolarismo deve scegliere la centralità, non il centrismo che oscilla da una parte all’altra”. E spiegando di non avere “pregiudizi ante-personam” verso Berlusconi e un’alleanza con Forza Italia.

GLI ECUMENICI
Il ministro della Difesa e presidente del nuovo movimento dei Popolari per l’Italia Mario Mauro chiarisce che “le porte sono aperte a tutti”, anche a Forza Italia se deciderà di passare dal populismo al popolarismo, ha precisato su Formiche.net. E sempre sul nostro sito il capogruppo al Senato dei Popolari, Lucio Romano, rivolge l’invito a Udc e Nuovo Centrodestra per costruire una “casa comune dei popolari”.

C’è chi da sempre ha un profilo “ecumenico” e si batte per l’unità di tutti i Popolari come Giuseppe Gargani, capodelegazione italiana del Ppe al Parlamento europeo, secondo cui da un anno “stiamo lavorando con l’Associazione Popolari italiani nel Ppe per consolidare un’aggregazione più ampia”. E l’idea di un patto federativo tra le diverse anime dei Popolari è quella che sta portando avanti l’associazione “Democrazia Cristiana” guidata da Gianni Fontana.

I PROBLEMATICI
Il presidente dell’Udc Rocco Buttiglione è stato uno dei primi a spingere per un comune fronte moderato. Nel quale fatica però a vedere il Cavaliere, vista la deriva populista intrapresa da Forza Italia. Stesso concetto ribadito a Formiche.net dal senatore popolare Andrea Olivero, che bolla come inaccettabile l’europopulismo del partito berlusconiano e vorrebbe accettare la sfida di Renzi proponendo un soggetto politico del tutto nuovo. E questo non fa inevitabilmente rima con Berlusconi.

Tutti gli approfondimenti di Formiche.net:

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