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Secondo il governo russo non c’è da preoccuparsi: a Sochi saranno pedinate tutte le “vedove nere” cecene, ovvero quelle signore giovani o meno che hanno perso mariti, figli e genitori nella lotta per l’indipendenza dalla Russia, e oggi sono disposte a farsi esplodere in nome del loro popolo durante i Giochi Olimpici d’Inverno 2014. Da quando due ragazzi hanno fatto esplodere bombe artigianali alla Maratona di Boston l’anno scorso, l’allarme-terrorismo ha accompagnato l’organizzazione dei Giochi Olimpici d’Inverno che si svolgeranno nella città russa dal 7 al 23 febbraio prossimi.

Guardate la gallery con le foto delle piste, le strutture e il villaggio olimpico di Sochi

Durante una conferenza stampa, il sindaco di Sochi, Anatoly Pakhomov, ha assicurato che è in atto un piano anti-terrorismo senza precedenti. Il presidente della Commissione per la sicurezza interna della Camera dei rappresentanti americana, Michael McCaul, ha confermato che a Sochi gli addetti alla sicurezza saranno più di 100mila, tra militari e agenti speciali. “Dopo essere stato a Sochi, e per quello che so, posso assicurarvi che il livello di sicurezza sarà molto alto”, ha detto McCaul al quotidiano russo Novaia Gazeta. Se si pensa che solo il sistema di sicurezza è costato 3 miliardi di euro, e che per l’occasione la Russia collabora con gli Stati Uniti, c’è da crederci.

CACCIA ALLE VEDOVE NERE
A piede libero, però, ci sono Ruzanna Ibragimova (22 anni) vedova di un militante della ribellione islamica del Caucaso, Zaira Aliyeva (26 anni) e Dzhannet Tsakhayeva (34 anni), donne addestrate per portare a termine atti di terrorismo. Il loro volto è in un volantino diffuso dalla polizia russa a tutti i residenti di Sochi.

L’OMBRA DEL TERRORISMO
La settimana scorsa ad alcuni comitati olimpici (incluso il Coni italiano) sono state recapitate delle mail che invitavano gli atleti a non presentarsi a Sochi. Dopo i due attentati suicidi a Volgograd a dicembre, quando 34 persone hanno perso la vita, lo stato di allerta è massimo.

COLLABORAZIONE CON GLI USA
Per il presidente del comitato organizzativo di Sochi, Dmitry Chernyshen, Sochi è come qualsiasi altra città olimpica. Le probabilità che sia compiuto un attentato nella città russa sono le stesse di Londra, Vancouver o Atene. In un’intervista al quotidiano americano Usa Today, Chernyshen ha riconosciuto che “il terrorismo è una minaccia globale, non ha confini. Durante i Giochi di Salt Lake la sicurezza era al massimo livello dopo l’11 settembre. Posso dirvi che fin dalle prime fasi c’è stato un dialogo costruttivo tra le agenzie di sicurezza della Russia e gli Stati Uniti. Le autorità sono in stretta collaborazione, unendo gli sforzi per aiutare la Russia ad offrire giochi più sicuri”.

VOCI SUL BIG BROTHER
Chernyshenko ha smentito le voci che sostenevano l’esistenza di dispositivi di localizzazione per giornalisti e atleti. “Le voci che un Grande Fratello vi spierà sono finzione, non realtà”, ha detto a Usa Today. Resta il fatto che per la prima volta le attività on line e le comunicazioni telefoniche saranno completamente controllate. Secondo il sito di Stratfor, per l’occasione è stato ideato un sistema informatico chiamato Sorm, che monitorerà il traffico internet e le comunicazioni di tutte le persone presenti a a Sochi.

CONTROLLI SENZA PRECEDENTI
Secondo il New York Times, a pagare il prezzo del rischio di questi giochi saranno gli atleti e i tifosi. Mantenere intatto lo spirito olimpico in una “fortezza assediata” sarà un’ardua impresa. È la prima volta nella storia dei Giochi che il traffico è proibito, così come l’ingresso o l’uscita dalla città olimpica. Circa 20 agenti americani dell’Fbi lavoreranno in coordinamento con l’intelligence russa fino al giorno della chiusura dei Giochi. L’obiettivo principale sarà impedire qualsiasi azione dei gruppi islamici di Tatarstan, Bashkortostan o del Caucaso del Nord che vogliono rovinare la festa olimpica di Putin a Sochi.

Guardate la gallery con le foto delle piste, le strutture e il villaggio olimpico a Sochi

Ecco come il Grande Fratello russo vigilerà sui Giochi Olimpici di Sochi

Secondo il governo russo non c’è da preoccuparsi: a Sochi saranno pedinate tutte le "vedove nere" cecene, ovvero quelle signore giovani o meno che hanno perso mariti, figli e genitori nella lotta per l’indipendenza dalla Russia, e oggi sono disposte a farsi esplodere in nome del loro popolo durante i Giochi Olimpici d’Inverno 2014. Da quando due ragazzi hanno fatto esplodere…

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