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Bilancio francese in alto mare. Ue in allarme?

Lo scorso anno, il costo di queste sei-otto settimane senza bilancio è stato stimato in 12 miliardi di euro. Questa volta potrebbe andare molto peggio, con lo spettro del deficit prossimo alla soglia del 5% del Prodotto interno lordo. Non proprio una premessa incoraggiante per chi ha appena votato 90 miliardi di debito comune per sostenere l’Ucraina

 

La Fratellanza Musulmana ha un ruolo nelle proteste in Bangladesh. Ecco quale

Sharif Osman Hadi era un giovane bangladese la cui morte violenta ha fatto da innesco immediato alle proteste esplose a Dhaka e in altre città. Il suo caso è stato rapidamente elevato a simbolo della mobilitazione di piazza e usato da gruppi radicali per alimentare disordini, violenze e una più ampia destabilizzazione politica durante la fase di transizione del Paese

Così Riad sostiene le relazioni tra Bengasi e Islamabad

La visita del capo dell’esercito pakistano, Asim Munir, a Bengasi e la firma di un accordo militare con Khalifa Haftar svelano un tassello del nuovo equilibrio regionale promosso da Riad

Perché il debito comune per l'Ucraina è (anche) una vittoria italiana. Parla Minuto Rizzo

Certamente la posizione italiana sul dossier Russia ne esce bene perché è una linea vincente pur senza offendere nessuno e pur rimanendo nel solco della difesa dell’Ucraina. Meloni in visita a Tokyo? Il Giappone guarda con interesse all’Alleanza atlantica. Conversazione con l’esperto diplomatico, già vice segretario generale della Nato, Alessandro Minuto Rizzo

La scommessa navale di New Delhi per contenere Pechino (e Islamabad)

L’India sta riorientando la propria strategia militare verso il dominio marittimo per compensare i vincoli imposti dai confini terrestri e contenere l’espansione cinese nell’Oceano Indiano. E le prospettive sembrano essere buone per New Delhi, nonostante alcune difficoltà

La Russia, l’Ucraina e la logica del ”reciproco assedio”. L'analisi di Polillo

La guerra è un puzzle più che complicato, che non spinge all’ottimismo. Ed è per questo che il mondo sta rispondendo con crescente nervosismo. L’epicentro del turbamento è ovviamente l’Europa, presa in una tenaglia tra la Russia di Putin e l’America di Trump. Difficile prevedere come andrà a finire questo braccio di ferro. Ma la debolezza della strategia perseguita da Putin è evidente fin da ora. Come le relative responsabilità. L’analisi di Gianfranco Polillo

Cosa sappiamo del progetto di mini-difesa comune tra Israele, Grecia e Cipro

Tra Creta e Cipro sono in gioco interessi geopolitici di lungo e lunghissimo periodo, per via dei copiosi giacimenti di gas già scoperti e di quelli su cui le maggiori società del pianeta stanno investigando. Un’alleanza, dunque, che è a tutto tondo e che si intreccia anche con le dinamiche presenti in Siria e in Libia, dove la Turchia intende continuare a dare le carte

Meloni-Takaichi, così Roma e Tokyo rafforzano l’alleanza strategica

L’imminente visita in Giappone della premier italiana assume una rilevanza primaria, anche in considerazione del fatto che in poche settimane Takaichi ha già gestito tre importanti vertici internazionali, oltre a una visita in Giappone di Trump. Ecco perché si tratta di un’area particolarmente rilevante sotto il profilo geopolitico

La guerra russa entra nel Mediterraneo. Kyiv colpisce una petroliera di Mosca

L’Ucraina rivendica un attacco con droni contro la petroliera Qendil, accusata di far parte della “shadow fleet” russa utilizzata per aggirare le sanzioni e finanziare la guerra. La nave, vuota al momento del colpo, è stata danneggiata in acque neutrali al largo della Libia, a oltre 2.000 km dall’Ucraina. L’episodio segnala un’ulteriore espansione geografica e operativa della campagna ucraina contro le esportazioni energetiche di Mosca, mentre restano incerte data e modalità precise dell’attacco

Operation Hawkeye Strike, tra rappresaglia militare e svolta politica sulla Siria

Gli Stati Uniti hanno lanciato Operation Hawkeye Strike colpendo oltre 70 obiettivi dell’Isis in Siria in risposta all’attacco di Palmira, riaffermando una postura di deterrenza militare mirata. I raid si inseriscono però in un quadro più ampio, segnato dalla rimozione delle sanzioni a Damasco, che punta a favorire stabilizzazione, ritorno dei rifugiati e ricostruzione economica

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