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Cosa potrà fare l'Italia per il futuro dell'Ucraina. Scrive Castellaneta

La visita di Meloni a Kyiv va considerata come uno sviluppo positivo. L’Italia, seppur non determinante per le sorti del conflitto dal punto di vista delle forniture militari all’Ucraina, può giocare un ruolo importante a livello diplomatico e per aiutare la ricostruzione del Paese. Il commento di Giovanni Castellaneta, già consigliere diplomatico di Palazzo Chigi e ambasciatore negli Stati Uniti

Papa Francesco e l’Ucraina, 12 mesi dopo. La bussola di Faggioli

“In Vaticano, nell’interpretazione dell’invasione russa dell’Ucraina c’è stata un’evoluzione”, spiega lo storico Massimo Faggioli della Villanova University. Ma “all’interno della Chiesa cattolica, così come dell’Occidente in generale, c’è una divisione importante sul significato di questa guerra”

Prima attacchi cyber e poi bombe. Il metodo russo in Ucraina secondo Mele

Oltre all’attacco contro Viasat si può notare una stretta correlazione tra tentativi di sabotaggio informatico e successivi attacchi cinetici (per lo più bombardamenti) da parte di Mosca. Questo schema si è poi ripetuto, nel corso di questi dodici mesi, nelle ondate di attacchi militari a città strategiche come Kiev, Sumy, Zaporižžja, Dnipro e Odessa. L’analisi del presidente della Commissione sicurezza cibernetica del Comitato atlantico italiano, Stefano Mele, pubblicata sul numero 141 di Airpress

L’Ucraina vincerà, anche grazie all’Italia. Parla l’amb. Melnyk

“L’Ucraina ha lavorato con successo sia con il governo Draghi sia con quello Meloni. La recente visita del presidente del Consiglio è stata una conferma del sostegno italiano”, spiega il diplomatico. Che chiede agli alleati “la protezione dei nostri cieli, violati ogni giorno dai missili russi lanciati sulla popolazione civile”

In Europa, la Polonia punta su Meloni. La versione di Wielinski

Mentre Putin continua a scagliarsi contro “l’Occidente collettivo”, contro gli oligarchi che hanno perso i loro capitali nelle banche internazionali, Meloni e Biden si sono presentati a Varsavia. Quel “confine morale” tra due mondi, Ovest ed Est, dipinti dai media come opposti e inconciliabili. Conversazione con Bartosz Wielinski, vicedirettore di Gazeta Wyborcza, uno dei principali quotidiani polacchi

Gli europei non si sono fidati della pace cinese. Le Corre spiega perché

Per Le Corre, senior fellow dell’Institute for Research and Education on Negotiation (Irene) della Essex Business School, gli europei sono “sempre più pessimisti sulla possibilità di un ruolo positivo della Cina in questa guerra”. La pace con caratteristiche cinesi che Wang Yi ha pubblicizzato in questi giorni non hanno impressionato

Servono più navi contro la crescente minaccia russa. L'allarme di Credendino

La presenza delle unità russe nel Mediterraneo non è solo un problema di numeri, dal momento che i russi “hanno un atteggiamento aggressivo che non era usuale”. L’allarme arriva dal comandante della Marina, ammiraglio Credendino. Per l’ammiraglio Sanfelice di Monteforte, inoltre “c’è il rischio di un uso limitato della forza” da parte russa, dal momento che sono “in maggior difficoltà” rispetto ai tempi dell’Urss

Le parole del papa e il difficile equilibrio sul conflitto. La lettura di Melloni

Il docente di Storia del cristianesimo spiega il “punto di equilibrio” che Bergoglio cerca di avere nelle sue esternazioni sul conflitto, posto che “ha sempre espresso la sua vicinanza ai profughi ucraini e alle vittime”. Il fatto che “la Santa Sede non sia terza del tutto in questo conflitto (una parte di identità ucraina affonda le radici nel cattolicesimo) rende le operazioni diplomatiche molto più complesse”

Dall'invasione dell'Ucraina al divario globale. Il bilancio di D'Anna

Dallo choc dell’inizio dell’invasione alla visita di Biden, su Kiev si concentra l’attenzione e la riflessione del mondo per delineare il consuntivo di un anno di guerra e delle prospettive dell’evoluzione del conflitto. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Da Kiev a New York (passando per l'Onu). Ecco l'abbraccio dell'Occidente

Nelle stesse ore in cui il premier ha visitato l’Ucraina, il ministro degli Esteri negli Usa ha rafforzato l’immagine dell’Italia su tutti i principali dossier: e l’abbraccio con Kuleba chiude il cerchio

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