C’è molta aspettativa per il viaggio della premier Meloni a Washington e per il suo confronto con l’inquilino della Casa Bianca. Realisticamente, la presidente del Consiglio non potrà piegare le linee guida della nuova amministrazione americana, ma se riuscirà a ottenere un cambio di atteggiamento volto a rafforzare il ponte transatlantico la missione sarà un successo anche per l’Europa. E servirà a frenare le mire cinesi. Colloquio con il presidente della fondazione Magna Carta, Gaetano Quagliariello
intervista
Senza l'Ue, Washington perde contro Pechino. La versione di Pelanda
Conversazione con l’analista e docente universitario: “Ritengo che la visita di Meloni sarà un’occasione per parlare in maniera riservata e molto franca delle relazioni bilaterali tra Italia e Stati Uniti che non riguardano tanto l’Ue, ma la collaborazione su una serie di dossier: come la proiezione italiana in Africa; le anticipazioni della postura statunitense nei confronti del possibile negoziato con l’Iran”
La stabilità tedesca è una buona notizia per l'Italia. De Romanis spiega perché
Si torna al modello della grande coalizione, con un cancelliere che ha un passato nel mondo della finanza e che ora, sul piano politico, ha fatto chiaramente capire di voler mettere in atto iniziative finalizzate a dare nuova linfa economica alla Germania. Per l’Italia è un’ottima notizia. I dazi? La trattativa deve essere multilaterale. Positiva la risposta della Commissione. Meloni in Usa: iniziativa bilaterale. Colloquio con l’economista della Luiss, Veronica De Romanis
Meloni-Trump, zero per zero sui dazi? Ecco perché è possibile secondo Menia
Il vicepresidente della commissione Esteri-Difesa del Senato: “Lavorare contro l’isolazionismo europeo dall’Occidente. Niente guerra commerciale con gli Usa, piuttosto un accordo positivo che integri le due economie. Il vertice avrà l’obiettivo di proseguire nella costruzione di un ponte, grazie alla figura di Giorgia Meloni, tra Ue e Usa. Non sottovalutare il nesso causale esistente tra dazi, geopolitica e riequilibrio mondiale”
Preferenze e un premio equo per governare. La legge elettorale letta da Balboni
Fra maggioranza e opposizione sono in corso le trattative per arrivare all’approvazione di una nuova legge elettorale che sia di stampo proporzionale sul modello di quella applicata per comuni e regioni. Premio di maggioranza al 40% che garantisce governabilità e reintroduzione delle preferenze. Colloquio con il presidente della Commissione Affari Costituzionali al Senato, Alberto Balboni
Le dogane? Non solo controllo, ma facilitatori di scambi internazionali. Parla Alesse
Decreto Diginità, Intelligenza artificiale, investimenti e giovani nella Pubblica amministrazione, come sta cambiando il settore delle dogane raccontato da Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli
La risposta ai dazi? Un Patto Atlantico Commerciale. La ricetta di Donazzan
L’unica risposta sensata ai dazi è quella di un Patto Atlantico Commerciale, in cui l’Italia con la premier Giorgia Meloni sia capofila e negozi con gli Stati Uniti per evitare contraccolpi troppo duri sulla nostra economia. Gli Usa sono alleati, dobbiamo rinsaldare i rapporti ed evitare espansionismi cinesi. Ora anche dal Ppe serve un segnale politico. Colloquio con l’eurodeputata di FdI, Elena Donazzan
I dazi di Trump sono un favore alla Cina. Sapelli spiega perché
La mossa cinese sui pagamenti può indebolire il dollaro e aiutare l'Europa. Maffè spiega perché
La decisione, per il momento non ufficializzata, di estendere il sistema basato sullo yuan digitale ai Paesi dell’Asean e al Medio Oriente, può aprire le porte a un riassetto degli equilibri globali sul versante monetario e dei pagamenti. E dare all’Europa l’occasione giusta per mettere alla prova l’euro digitale. Colloquio con Carlo Alberto Carnevale Maffè, economista della Bocconi e saggista
Il fronte attorno a Israele continua a surriscaldarsi. Le tensioni regionali lette da Dentice
Diciotto mesi dopo il 7 ottobre, la guerra si è allargata in un confronto regionale a geometria variabile. Al centro c’è l’Iran, con la questione nucleare ancora aperta e una crescente competizione tra potenze nel Levante. Per Dentice, analista nell’Osservatorio Mediterraneo (OsMed) dell’Istituto per gli Studi Politici S. Pio V, Israele è “sull’orlo di un burrone” anche per via delle fratture interne che Netanyahu tenta di coprire con l’espansione del conflitto