Il radicamento in Europa, il ruolo nel Ppe e la prospettiva delle elezioni del prossimo anno. Le sfide interne e quelle a Bruxelles. Il sentore azzurro sui due giorni di Forza Italia: “Il nostro partito si è sempre distinta per avere portato avanti strategie e politiche di buongoverno. Europee? Un asse tra Ppe ed Ecr rappresenterebbe senza dubbio un’offerta politica interessante. Ora attendiamo i passi avanti anche di altri partner”
Politica
La frustrazione franco-italiana e la scoperta dell'acqua calda
Un piano migrazioni deve coinvolgere tutta l’Europa, l’America e la Turchia che il 14 va a un voto che potrebbe riservare qualche sorpresa. Il rischio più grande è la perdita della calma, e il contrasto tra le esigenze di breve termine dei vari paesi europei. Tali esigenze sono legittime, come è anche legittimo che la questione migratoria sia al centro del dibattito elettorale. Proprio per questo occorre trovare un registro di saggezza e lungimiranza
Cosa lega politica estera italiana e elezioni europee secondo Chiapello
La politica estera italiana cambia anche perché forse i fronti che si alternano, sempre contro qualcuno o qualcosa, tendono ad usarla non più per dispiegare coordinate ma per cercare accreditamenti esterni: sarà terreno di sfida per le prossime elezioni europee? Probabilmente sì. La riflessione di Giancarlo Chiapello, segreteria nazionale Popolari/Italia Popolare
Meloni può essere la nuova Merkel, mentre Macron... Parla Rotondi
Il parlamentare centrista: “Macron? Come un sindaco (calante) al secondo mandato. Il peso specifico dell’Italia può aumentare esponenzialmente e il dialogo Ecr-Ppe inquieta le socialdemocrazie europee. L’Ue? Non ha controbattuto davvero alle politiche cinesi”
Meloni verde speranza. La vera sfida del premier nel barometro di Arditti
Gli italiani sono tornati a provare speranza, ed è questo sentimento che è il vero (e robusto) patrimonio politico che Giorgia Meloni “eredita” dal voto del settembre 2022. Il barometro di Roberto Arditti con i dati Swg
Italia-Francia e la sindrome del brutto anatroccolo. Scrive Cangini
Non si tratta tanto di avere buoni rapporti con la Francia, dal cui gradimento in buona parte dipende il futuro delle nostre politiche migratorie, del nostro Pnrr e del Patto di stabilità europeo in corso di riforma. Si tratta di guadagnarsi il rispetto delle istituzioni europee e di ciascuno degli Stati membri
Bene Tajani sulla Francia, ora convochi l'ambasciatore. Conversazione con Marco Valle
Dopo gli attacchi del ministro francese Darmanin, il vicepremier Tajani annulla l’appuntamento con la collega d’Oltralpe Colonna. “Offese inaccettabili all’Italia e al governo”, dice il ministro degli Esteri. L’esperto di questioni francesi: “Le esternazioni del ministro Darmanin rappresentano un’arma di distrazione di massa per nascondere i grossi problemi interni del governo francese. Non possiamo continuare a essere il pungiball per le loro questioni interne”
Il caso Rovelli-Crosetto e la lezione di Ortega y Gasset
Anche scienza e conoscenza divise dalla guerra in Ucraina. Giuseppe De Tomaso rilegge, quasi un secolo dopo, l’opera del filosofo spagnolo e sul protagonismo extraprofessionale sempre più marcato da parte degli specialisti dice che…
Il 1° maggio, le politiche del lavoro e Donat-Cattin al ministero...
Parlando di temi del lavoro, il pensiero corre velocemente a chi ha saputo, in momenti storici forse anche più drammatici e difficili di quelli contemporanei, legare i diversi tasselli in un grande ed efficace progetto politico. E il ruolo svolto, ad esempio, da Carlo Donat-Cattin come ministro del Lavoro e dell’allora previdenza sociale, per non parlare come ministro dell’Industria. Fu certamente decisivo e determinante nel come si affrontavano i temi legati al lavoro difendendo innanzitutto i lavoratori e la loro dignità
Un Pd in bambola sull'Ucraina non serve all'Italia (né a se stesso)
Il partito che de facto ha guidato il Paese negli ultimi dieci anni sembra abbia timore di specchiarsi nella propria storia e nelle proprie decisioni passate. Come quella sul sostegno a Kiev nel solco dell’atlantismo (su cui già c’è stato l’harakiri del M5S con la Via della Seta)