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Il Popolarismo ferma gli estremismi. L'attualità dei cattolici secondo Chiapello

Di Giancarlo Chiapello

In Europa è stata variamente e diversamente evocata sia la cultura democratico-cristiana, radicata inscindibilmente nel popolarismo, sia il problema di una uscita dall’irrilevanza politica dei cattolici che dura da almeno un quarto di secolo. L’opinione di Giancarlo Chiapello

Democrazie liberali e legge elettorale. Il nodo italiano da sciogliere secondo Bonanni

Che senso ha uno scontro all’ultimo sangue sul premierato e l’autonomia differenziata se la radice di ogni guasto che immobilizza la politica riguarda il deficit gravissimo di partecipazione dei cittadini alla vita politica? L’opinione di Raffaele Bonanni

Cos’ha detto Renzi alla prima uscita come consigliere di Blair

L’ex premier ha partecipato a una conferenza organizzata dall’ex leader laburista parlando di come affrontare l’ascesa dei populismi. Classe operaia e ceto medio la priorità

La destra per vincere non deve essere il partito della rabbia. Le elezioni in Francia lette da Pombeni

Non si può vincere con una destra di carattere estremista perché non è sufficiente accreditarsi come alternativa quando i cittadini sono delusi: questa è stata una grossa debolezza del Rassemblemant national e poi al secondo turno il duello nel duello ha premiato le caratteristiche personali”. Conversazione con Paolo Pombeni, professore emerito all’università di Bologna e direttore della storica rivista il Mulino per il triennio 2024-2026

Le Pen perde ma non si sa chi vince, e il Fronte Popolare... La versione di Ceccanti

La destra di Le Pen è stata sconfitta ma ora è presto per parlare di una svolta a sinistra della Francia. Melenchon si collocherà all’opposizione perché con le sue posizioni non è coalizzabile. Il Nuovo fronte popolare è una realtà molto eterogenea e, quindi, potenzialmente conflittuale. Riproponibile in Italia? Se le alleanze in negativo poi non evolvono nel tempo in qualcosa di positivo, servono sul momento per una legittima difesa ma sul medio-lungo termine rischiano di esplodere e di favorire le rivincite altrui. L’analisi del costituzionalista Stefano Ceccanti

Meloni non ceda al richiamo della foresta e voti von der Leyen. Il corsivo di Cangini

A Meloni conviene turarsi le orecchie con la cera per evitare di essere sedotta dal canto delle sirene identitarie che risuona alla sua destra. Deve evitare di cedere al richiamo della foresta, votare a favore di von der Leyen e proseguire senza indugi la marcia di avvicinamento al Partito popolare europeo. Se vuole continuare a governare l’Italia facendone l’interesse nazionale, questa è la via

No a ogni estremismo. La strada indicata da Bergoglio alla Francia (e all'Europa)

A Trieste papa Francesco, durante il suo intervento alla Settimana Sociale, ha detto che la democrazia è partecipare e non parteggiare, non fare i tifosi ma dialogare. Con chi dialogano Melenchon e Le Pen? I francesi hanno partecipato al voto. Ma poi gli opposti estremisti stanno chiedendo loro di parteggiare, cioè di tornare tifosi… La riflessione di Riccardo Cristiano

Lezioni francesi per chi ha studiato almeno un poco. Scrive Pasquino

Superata una sfida insidiosa e minacciosa, non solo al regime semipresidenziale, ma in special modo ai suoi valori fondanti, la République ha impartito una lezione democratica molto importante un po’ a tutti, anche al papa preoccupato per l’astensionismo, e continua. Alors, bon voyage. Il commento di Gianfranco Pasquino, accademico dei Lincei e professore emerito di Scienza politica

Parigi affonda Le Pen, e ora? Il rebus francese secondo D'Anna

Avere arginato la minacciosa avanzata dell’estrema destra non basta: ora bisogna governare. Ma sulle rive della Senna dove sono naufragati Le Pen e Bardella, le forze politiche coalizzatesi per battere il neofascismo sono agli antipodi. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Giorgia Meloni, Fanpage e il precedente di Togliatti. La riflessione di Polillo

Giorgia Meloni nella sua lettera ai dirigenti del partito esprime un giudizio senza possibilità d’appello nei confronti di coloro che hanno indugiato in gesti, parole e comportamenti che poco hanno a che vedere con un movimento che “fin dalla sua fondazione” aveva fatto “la scelta di aprirsi a culture politiche compatibili” con quella di coloro che avevano già “fatto i conti con il passato e con il ventennio fascista”. Un po’ come accadde quando Togliatti, nel 1946, sconfessò la linea dei gruppi armati del Pci, appoggiati da Pietro Secchia. La riflessione di Gianfranco Polillo

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