Il consolidamento dei diritti civili, come l’Italia farà parte e sosterrà l’Occidente, nonché l’Unione europea, e la crescita economica del Paese sono alcuni dossier da verificare nelle scelte politiche del governo di Giorgia Meloni. Il commento di Raffaello Morelli e Pietro Paganini (Competere)
Politica
Un passaggio di consegne sincero e complice. Come non si era mai visto
Il “quasi abbraccio” tra Draghi e Meloni, che aveva appena osservato il picchetto d’onore e aveva subito il suo “impatto emotivo”, vale cento campanelle. E si unisce alla commozione del premier uscente che saluta Palazzo Chigi, e ai messaggi di sostegno dei ministri ai loro successori: non avevamo mai assistito a un tale livello di spirito repubblicano e consapevolezza delle difficoltà che il nuovo governo dovrà affrontare. Una giornata da ricordare
Il nostro sistema politico è fragile. Non deve esserlo per forza. Scrive D’Alimonte
Il politologo Roberto D’Alimonte guida i lettori di Spirito artigiano e Formiche.net nella lettura dei risultati delle elezioni, che per la prima volta dal 2008 hanno determinato un vincitore assoluto in entrambe le camere. Un risultato che dovrebbe consentire al governo di durare. Sarà così?
Macron-Meloni e il nuovo rapporto con la Francia. Gli scenari di Gressani
“Siamo in un contesto europeo particolare. Nei giorni scorsi l’Eliseo ha esposto in modo molto chiaro la sua inquietudine rispetto alla fragilità della relazione tra la Francia e la Germania, con il rinvio del summit. Scholz sta attraversando una tempesta perfetta. La Francia può essere interessata a cercare, su alcuni dossier, un sostegno da Roma”. Intervista al direttore del Groupe d’études géopolitiques (Geg) dell’Ecole Normale Supérieure e del Grand Continent
Ora entra in campo la realtà. Meloni e gli italiani sono pronti? Il mosaico di Fusi
Adesso Giorgia dovrà camminare da sola: potrà contare sulla vigilanza del Colle ma la responsabilità delle scelte sarà solo e unicamente sua. Dovrà mostrare di possedere le doti di leadership in grado di fare sintesi tra le richieste degli alleati (compreso il suo partito…). Soprattutto dovrà cementare una coalizione che si è politicamente sfaldata perché chi l’ha costruita è finito in secondo piano. Il centrodestra che conosciamo è finito; cosa lo sostituirà deve essere costruito
Il volo liberatorio della prima Premier d’Italia
Tsunami d’inchiostro e reti televisive unificate per il Meloni Day, lo storico governo sprint della prima Presidente del Consiglio. Una svolta epocale, irta di problemi e di insidie politiche, non disgiunta dall’emozione e dall’orgoglio personale della leader di Fratelli d’Italia. L’analisi di Gianfranco D’Anna
Con questi ministri diritti in pericolo? Nessuna regressione, sostiene Scaraffia
Per la docente, “Meloni ha avuto la forza di imporsi a due uomini, senza lagnarsi. Le donne di sinistra si lamentano perché gli uomini non conferiscono loro ruoli di potere. E sui diritti non si faranno passi indietro, ma avremmo un gran bisogno di un dibattito approfondito sui temi etici, come invece avviene altrove, senza fossilizzarci su leggi calate dall’alto”
Un insegnamento per Meloni. Conquistare il potere non vuol dire mantenerlo
Il nuovo governo parte con una opposizione o dialogante o indebolita, e ha dunque lo spazio di manovra per navigare tranquillo. Ma per avere una vera voce in capitolo, e non essere schiacciata nel tritacarne della storia, l’Italia deve restare leale alla Nato, grande vincitrice politica e militare, ed elaborare soluzioni tombali a tre suoi problemi. La road map secondo Francesco Sisci
Phisikk du role - Nepotismo, uxorismo, qualche volta virismo
Probabilmente tra queste persone che entrano in Parlamento insieme all’amato o all’amata, o al parente, ci saranno pure politici capaci, perché non è detto che tutta la scienza di famiglia si concentri nell’esponente più noto. Ma in un sistema con liste bloccate e niente preferenze, non sembra molto corretto. Se tornasse un sistema elettorale con la possibilità di scegliere, cosa succederebbe?
Troppi ministri senatori? Così il governo eviterà trappole sui voti chiave
Nel nuovo governo ci sono ben 9 senatori, ai quali vanno aggiunti Ignazio La Russa e Berlusconi tra quelli su cui non si potrà contare nei lavori quotidiani. Ma Meloni ha scelto due figure che conoscono bene le dinamiche d’Aula, cioè lo stesso presidente e Luca Ciriani, ministro per i Rapporti con il Parlamento, per evitare incidenti e numeri ballerini. Al Senato la prima indiziata per diventare capogruppo è Isabella Rauti. Ma occhio alla tattica di Renzi, Casini e Franceschini…