Aperte le selezioni per la nomina del prossimo direttore generale dell’Olaf. Perché un generale della Guardia di Finanza sarebbe una scelta ottimale? L’opinione del generale in congedo Alessandro Butticé, già portavoce dell’Ufficio europeo per la lotta alla Frode, primo militare in servizio presso le istituzioni Ue e dirigente emerito della Commissione europea
Politica
Serve un nuovo Pnrr per la transizione. I fondi alla sanità? Non si toccano. Parla Decaro
Dobbiamo abbassare il costo dell’energia per l’utente finale e parallelamente accelerare sulla decarbonizzazione virando su energie e tecnologie più sostenibili che allo stesso tempo favoriscano indipendenza energetica. Sulle politiche sanitarie va salvaguardato il EU4Health, evitando tagli. Colloquio con l’eurodeputato del Pd, Antonio Decaro
Il bacio di Marini, l'aereo di Meloni, la moto di Salvini. Queste le avete viste?
Che ci faceva Valeria Marini all’election night dell’ambasciata Usa? Tifava Trump. Mentre Meloni cavalcava un aereo e Salvini una moto. Ecco le foto politiche degli ultimi sette giorni
Fitto sarà vicepresidente Ue col silenzio-assenso del Pd. Scrive Cangini
In commissione contano solo i pareri contrari. Al Pd, dunque, e agli altri partiti del Pse, non verrà richiesto un voto a favore di Fitto: sarà sufficiente che non si esprimano contro. Il commento di Andrea Cangini
Schlein guardi Trump e capirà perché sbaglia con De Luca. L’opinione di Guandalini
Il Pd non appoggerà il terzo mandato del Governatore della Campania. Una querelle che suona troppo di formalità per siglare un accordo con i 5 Stelle. De Luca è una macchina di consenso conquistato sul campo. La vittoria di Trump dovrebbe ricordare alla sinistra quanto è determinante la rappresentanza dei ceti popolari e la scelta del candidato. L’opinione di Maurizio Guandalini
Se Trump prende i voti popolari, chi vota la sinistra? L'interrogativo di Merlo
Forse è arrivato il momento che la sinistra salottiera, aristocratica e alto borghese – compresa, e soprattutto, quella italiana – si ponga una semplice domanda: ma dove votano e per chi votano i ceti popolari? La riflessione di Giorgio Merlo
Anche una parte di élite ha scelto Donald, ora la prova del governo senza caos. Scrive Castellani
Un pezzo di establishment ha scelto di unirsi a Trump. Questa larga coalizione gli ha permesso di vincere, anche grazie all’ecosistema mediatico che senz’altro passava per Musk, per Tucker Carlson, Joe Rogan. Una rete che a lui mancava nel 2016, ma che oggi è risultata determinante per ottenere questa vittoria. Occorrerà comprendere se il neo presidente sarà capace di sfruttare questa élite che si è unita a lui in modo da governare in maniera stabile, evitando i disastri del primo mandato. Il commento del politologo della Luiss, Lorenzo Castellani
Con Trump vincono i sovranisti, ma la sua elezione va rispettata. Parla Ricci
La vittoria di Donald Trump è stata ampia e va rispettata democraticamente, ma l’America sarà più chiusa. E vorrà ancora di più un’Ue debole e frammentata, ed è per questo che sarà fondamentale un coordinamento stretto tra Socialisti, Verdi e Liberali per tenere la barra sull’europeismo e sugli elementi fondamentali del programma. Conversazione con l’eurodeputato del Pd, Matteo Ricci
Questo sarà il mandato della riconciliazione. Clementi legge la vittoria di Trump
Oltre a una vittoria netta, Trump incassa un risultato importantissimo: l’allineamento repubblicano di Camera e Senato. La maggioranza in quest’ultimo, in particolare, gli sarà utile per procedere a tutte le nomine. Dal primo discorso, emerge la volontà del neo presidente di riconciliare il Paese, pur caratterizzando la sua politica in senso conservatore. Gli Usa non si chiuderanno ai mercati e per l’Ue sarà dirimente il tema della difesa comune. Conversazione con il docente di Diritto pubblico comparato, Francesco Clementi
Con Trump alla Casa Bianca, l'Italia sarà più forte in Ue. Il commento di Giubilei
In particolare sul versante della politica estera, l’elezione di Donald Trump rappresenta un’opportunità per tutto l’Occidente dopo le decisioni fallimentari portate avanti dalle amministrazioni a guida democratica. L’Italia sarà un interlocutore privilegiato anche in virtù della vicinanza ideologica fra il tycoon e il premier Meloni. Il commento del saggista ed editore Francesco Giubilei