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Da James Bond a Guglielmo di Baskerville. Pizzi ricorda Sean Connery

Conosciuto grazie alla sua interpretazione dell’agente segreto più conosciuto del cinema internazionale, James Bond, Sean Connery moriva il 31 ottobre del 2020, a 90 anni. Il 25 agosto, oggi, sarebbe stato il suo novantunesimo compleanno.

E per ricordarlo alla vigilia del suo compleanno a lui è stata dedicata la sesta ed ultima serata del Festival International d’Art Pyrotechnique di Cannes, con fuochi pirotecnici accompagnati da undici colonne sonore dei film che gli hanno valso i più alti riconoscimenti.

“Interpretando il personaggio di 007, Sean Connery ha contribuito in modo determinante a rendere popolare l’attività dei Servizi segreti. James Bond è stato inventato negli anni Cinquanta da una spia vera qual era stata Ian Fleming durante la seconda guerra mondiale”, scriveva Mario Caligiuri su Formche.net. “E sebbene la fantasia sullo schermo, sopratutto nei primi anni, sembrava prevalere sulla realtà, il ruolo dell’agente segreto interpretato da Sean Connery rappresenta un’icona assoluta del nostro tempo con la quale si identifica la funzione dell’intelligence, determinante per la sicurezza e il benessere di tutti gli Stati”.

Della sua carriera cinematografica, però, si ricorda anche il ruolo del personaggio echiano di Guglielmo di Baskerville, nel Nome della Rosa. “L’interpretazione del medievale frate investigatore, da parte del maturo 56enne attore scozzese, divenuto famoso già agli inizi dei Sessanta con la serie di James Bond – scriveva Eusebio Ciccotti -, aggiungeva al suo stile recitativo un’altra qualità: il tempo veloce della deduzione filosofica. Se per l’agente di sua Maestà era necessaria la velocità di pensiero coniugata alla velocità dell’azione (lo spy film è un action film), l’agente Guglielmo dovrà innanzitutto produrre una velocità del pensiero filosofico necessaria per poi, eventualmente, agire. E venir a capo delle improvvise, e poco chiare, morti di frati benedettini, in un convento medievale, importante centro di produzione libraria. Il “frate-filosofo” Sean Connery sarà tanto convincente da indurre la giuria Bafta (difficile immaginarla amante della filosofia), ad assegnargli il premio come miglior attore, appunto, per Il nome della rosa” (leggi qui tutta la carriera cinematografica di Connery).

Ecco le foto di Umberto Pizzi per ricordarlo.

(c) Umberto Pizzi – Riproduzione riservata

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