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Dalla guerra civile del 2011, la produzione di petrolio della Libia continua a essere bloccata. Ora un altro Paese produttore di greggio dell’Africa è a rischio: il Sud Sudan. La violenza e l’instabilità della lotta etnica che si combatte nel Paese hanno ridotto la produzione a 200mila barili di petrolio al giorno, meno del 57% di due anni fa.

GUERRA TRA TRIBÙ
La principale zona petrolifera, nella regione di Unity, è sotto il controllo delle milizie che sostengono l’ex vicepresidente Reik Machar, della tribù nuer, un gruppo che si è ribellato contro il capo di Stato, Salva Kiir, della tribù dinka (che ha vincoli con i turkana del Kenya). Il Sud Sudan ha ottenuto l’indipendenza nel 2011, dopo quattro decade di guerra contro il governo del Sudan. Gran parte del conflitto è religioso ed etnico: i sudanesi del nord sono musulmani, mentre quelli del sud sono cristiani.

IL PREZZO DELL’INDIPENDENZA
Dopo avere raggiunto l’indipendenza, il Sud Sudan è rimasto con il 75% delle riserve di petrolio che prima appartenevano al Sudan. Il Sud Sudan non ha nessuno sbocco al mare e per esportare il greggio usa due oleodotti che attraversano il Sudan e arrivano al Mare rosso. Fino a marzo scorso, per più di un anno, il Sudan ha ricattato il Sud Sudan chiedendo il pagamento di una cifra esorbitante per l’uso di questa struttura. Come conseguenza, le esportazioni sud sudanesi sono crollati e i due Paesi si sono scontrate in una guerra che ha fatto cadere il regime sudanese.

ALLARGAMENTO DEL CONFLITTO
Secondo la Bbc, il conflitto nel Sud Sudan si è allargato all’Uganda, la grande potenza regionale, che ha inviato 300 soldati per sostenere Kiir. Un aereo americano è stato attaccato ieri mentre provava a evacuare il personale diplomatico: quattro militari sono rimasti feriti.

GLI AFFARI CINESI
Un’analisi di Foreing Policy sostiene che il conflitto in Sud Sudan danneggia soprattutto la Cina, che attraverso l’impresa statale China National Petroleum Corporation controlla gran parte dei consorzi di imprese che producono e cercano idrocarburi in Sudan. Nel 2012, la Repubblica popolare cinese ha importato 1,9 milioni di tonnellate di petrolio dal Sud Sudan. La Cina ha sostenuto il Sudan contro i separatisti del Sud Sudan, ma una volta raggiunta l’indipendenza sono riusciti a stabilire buoni rapporti con il nuovo Paese.

LA PREOCCUPAZIONE DI OBAMA
La guerra in Sud Sudan non preoccupa soltanto alla Cina. Il presidente americano, Barack Obama, ha avvertito la settimana scorsa che sarà contro “qualsiasi tentativo di prendere il potere (nel Sud Sudan) attraverso l’uso della forza”. Gli Stati Uniti sono stati uno dei principali promotori della lotta per l’indipendenza del Sud Sudan con la pressione politica di una strana coalizione formata da protestanti evangelici conservatori, che vedevano il conflitto come un genocidio compiuto da parte dei musulmani, e di personaggi di Hollywood come George Clooney e Mia Farrow.

Sud Sudan, la guerra che preoccupa Cina e America

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