Skip to main content

Che brutto dibattito ha innescato Piero Fassino sventolando il cedolino della sua indennità di luglio 4.718 euro tralasciando tanto l’indennità aggiuntiva che riceve come vicepresidente della commissione Esteri quanto i vari rimborsi spese di viaggi e di telefono. Non è affatto stato un atto di coraggio, come ha scritto Mattia Feltri (La Stampa), e neppure un gesto esemplare di contrasto alla demagogia, come ha scritto qui Andrea Cangini. Dubito, ma posso essere smentito da chi porterà dati attendibili e comparabili, che Fassino (insieme a molti altri) abbia fatto impennare il suo impegno parlamentare per compensare la riduzione del numero dei parlamentari.

Il lavoro parlamentare può essere migliorato con molti accorgimenti nelle mani dei presidenti d’aula e di commissione. D’altronde, l’indennità non è mai stata commisurata alle ore di attività né quelle in sede parlamentare né extra moenia. Poiché, si, è vero che un certo numero di parlamentari (quanti?) svolge attività politica sul territorio: per informare gli elettori? Per tenere rapporti con le associazioni? Per assicurarsi la continuità del sostegno del partito locale? Qualche volta, addirittura, per svolgere effettivamente il suo compito costituzionale di rappresentanza politica, ma è anche vero che tutto questo, oltre ad essere un compito spesso molto gradevole per chi crede nella politica democratica, non è obbligatorio. Non richiede un certo numero di ore di lavoro. Non impone di timbrare il cartellino.

L’opinione di Cangini è che con grande senso di opportunità (questo lo dico io) Fassino abbia voluto affermare la dignità del lavoro parlamentare e porre il problema dei costi della politica. Né l’uno né l’altro mi paiono, da quel che so, e qualcosa so, terreni frequentati dal parlamentare Fassino, dal ministro Fassino, dal segretario di partito Fassino. Insisto su di lui, ma quanto scrivo vale per la grandissima maggioranza degli attuali parlamentari. Infatti, nessuno ha dato seguito alla denuncia di Fassino. Potrebbe, forse essere che in un dibattito stanco Fassino abbia semplicemente voluto soddisfare, non per la prima volta, la sua voglia di protagonismo?

Chi, invece, volesse soddisfare la sua voglia democratica di buona rappresentanza, sicuramente intrattenuta anche da Andrea Cangini, dovrebbe porre due veri problemi: le candidature multiple e il requisito di residenza. In primis, a rispondere dovrebbero essere Ettore Rosato (Italia Viva), relatore della legge che porta il suo nome, triestino, attualmente parlamentare della Campania; Maria Elena Boschi (Italia Viva), aretina, già indefessa sostenitrice delle liste bloccate dell’Italicum, candidata in Calabria e Lazio, parlamentare del Lazio; e, naturalmente, lo stesso Fassino (Partito democratico), torinese, deputato del collegio di Venezia. Sono solo tre esempi, ma significativi.

Non so quanti sono i pluricandidati/e e i paracadutati/e nella XIV Legislatura (incidentalmente, i secondi erano pochissimi nella cosiddetta Prima Repubblica), ma, in nome della rappresentanza politica, della trasparenza e della meritoria lotta alla casta (che si autoriproduce anche grazie alle leggi elettorali di sua invenzione) sarebbe un’ottima azione se loro stessi rivelassero il loro status. Per i rimedi, sono pochi e facili da capire e da introdurre, un’altra volta on un altro contesto prima, spero, di un’altra elezione.

La rappresentanza politica è impagabile. Si costruisce con meccanismi e comportamenti

Chi volesse soddisfare la sua voglia democratica di buona rappresentanza, sicuramente intrattenuta anche da Andrea Cangini, dovrebbe porre due veri problemi: le candidature multiple e il requisito di residenza. Il commento di Gianfranco Pasquino, professore emerito di Scienza politica. Recentemente ha pubblicato “Il lavoro intellettuale. Cos’è, come si fa, a cosa serve” (UTET 2023)

Chi è Hans-Dieter Lucas, nuovo ambasciatore tedesco

Il diplomatico, già negoziatore per il nucleare iraniano, arriva da Parigi. Prima era stato rappresentante permanente alla Nato. Prende il posto di Elbling dal quale eredità il dossier del Piano d’azione bilaterale (firma attesa entro fine anno)

Stretta nei Paesi Bassi contro chi finanzia Hamas. E in Italia?

In manette Amin Abou Rashid e la figlia Israa. Un mese fa Israele aveva chiesto una serie di sequestri di denaro in tutto il mondo. Anche in Italia: il caso riguarda l’architetto Hannoun, amico di Di Battista, ed è stato al centro del recente incontro tra i ministri degli Esteri

Grano e diplomazia, perché i porti croati possono sbloccare l'impasse. Parla Politi

Conversazione con il direttore della Nato Defense College Foundation: “Nel nostro Adriatico è difficile che ci siano azioni ostili. Certo, se qualche gruppo di reduci estremamente distruttivi come quelli che hanno distrutto Nord Stream uno e Nord Stream due si mettesse in testa di posare delle mine, allora sarebbe un’altra partita”

Un Forum del Mediterraneo all’Osce. La proposta di Zoffili (Lega)

Vista la forte e impellente attualità del tema, è necessario ristabilire la convocazione annuale del Forum del Mediterraneo, spiega Eugenio Zoffili, deputato della Lega e presidente della delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa

​Bond in cambio di debito. L'ultima mossa (disperata) delle province cinesi

​Tra bilanci in rosso e un mercato del mattone che non riparte, per i governi locali non resta che gettare un po’ di zavorra in mare. Provando a comprare titoli di Stato a patto che Pechino si accolli parte dei passivi. Mentre il Dragone continua a liberarsi di bond Usa

L'Europa e la Belt and Road Initiative. L'opinione di Valori

Una prospettiva “cinese” sui vantaggi economici e commerciali della Via della Seta per l’Unione europea. Scrive Giancarlo Elia Valori, professore onorario dell’Università di Stato di Pechino

Chi riforma i riformatori? I veri nodi del Pnrr

Visti gli insuccessi riformatori emersi sino ad oggi, chi può riformare i riformatori? Forse sarebbe il caso che venisse finalmente restituito lo scettro all’unico principe legittimato in Repubblica: i cittadini. L’opinione di Luigi Tivelli

La situazione sul campo ucraino, tra controffensiva e tensioni al Cremlino. Il punto di Jean

Come quelli di Putin, gli obiettivi di Zelensky non sono mutati: raggiungere il Mar d’Azov e rompere il “ponte terrestre” fra la Russia e la Crimea, da tenere sotto la minaccia delle artiglierie ucraine, rendendone a Mosca troppo onerosa l’annessione. La consegna da parte Usa di nuovi e più potenti mezzi di fuoco potrebbe invece aumentare di molto le capacità d’attrito degli ucraini e, in particolare, provocare il collasso logistico delle forze russe. Il generale Carlo Jean spiega come evolve lo scenario bellico

Le domande a cui l’Italia deve rispondere sulla Cina. L’opinione di Harth

Quale segnale si vuole mandare agli imprenditori e aziende italiane con interessi economici in Cina? E agli elettori? Più che l’uscita della Via della Seta, saranno le risposte a queste domande a dirci quanto l’Italia è veramente pronta a voltare pagina

×

Iscriviti alla newsletter