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Dopo settimane di stallo procedurale, il Senato degli Stati Uniti ha approvato a larga maggioranza la propria versione del National defense authorization act (Ndaa), riportando il dossier difesa al centro dell’agenda di Washington. La mossa sblocca il confronto con la Camera e apre il cantiere che definisce priorità militari e supervisione parlamentare. In gioco non c’è solo il profilo di spesa, ma la bussola con cui il Congresso orienta il Pentagono tra esigenze operative e segnali agli alleati. Il passaggio arriva nel segno di una competizione tecnologica crescente.

Un compromesso sblocca il voto e rafforza la spesa del Pentagono

Il voto finale si è chiuso con 77 favorevoli e 20 contrari, dopo un accordo tra i capigruppo che ha permesso di mettere ai voti 17 emendamenti e un pacchetto del relatore con 48 misure meno controverse. Si chiude così l’impasse che da inizio settembre bloccava l’aula. La versione del Senato vale circa 914 miliardi di dollari per l’anno fiscale 2026, oltre 32 miliardi in più rispetto alla richiesta dell’amministrazione, segnale di una spinta a rafforzare capacità e deterrenza in vista del confronto con i deputati. Tra le novità emerge l’estensione fino a fine 2030 del divieto di ritirare i bombardieri B1 per evitare buchi operativi prima dell’arrivo del B21, mentre un emendamento bipartisan amplia i poteri del Pentagono contro i droni sopra installazioni sensibili. Non è passata la proposta che voleva escludere l’uso di aerei stranieri per la flotta presidenziale, nata dopo la vicenda del 747 donato da Doha. Sul piano politico pesa l’intesa per una audizione pubblica sulle mobilitazioni della Guardia nazionale, ottenuta da Tammy Duckworth, e l’inclusione di misure di vigilanza del Congresso, tra cui la revoca delle obsolete autorizzazioni all’uso della forza contro l’Iraq. La commissione di conciliazione dovrà sciogliere anche il nodo della cornice finanziaria, con i senatori intenzionati a orientare i prossimi stanziamenti dopo i segnali espansivi dell’Appropriations del Senato.

Il Ndaa rafforza la leadership americana e la cooperazione transatlantica

L’approvazione al Senato rafforza una traiettoria che intreccia hard power, capacità industriale e governance civile delle forze armate. Per gli alleati europei il segnale è duplice, perché la deterrenza statunitense resta centrale e insieme cresce la pressione per migliorare prontezza, scorte e catene di fornitura. Dopo il via libera già ottenuto alla Camera, si apre ora la fase di contrattazione tra i due rami del Congresso per arrivare a un testo unico, che dovrà conciliare differenze di priorità e di bilancio. Non ci sono tempi certi per la chiusura, anche per l’affollamento dell’agenda legislativa e le tensioni di bilancio che accompagnano la sessione autunnale. Nel frattempo emerge la volontà di consolidare il perimetro tecnologico occidentale, con anticipo sulle aree critiche dal dominio aereo ai sistemi senza pilota e alla resilienza cibernetica. Il Ndaa non stanzia risorse, indirizza priorità e regole, e dentro questa cornice si gioca la riforma degli acquisti per ridurre tempi e colli di bottiglia e favorire l’adozione rapida di soluzioni mature. Nel nuovo equilibrio tra supporto a Kyiv, attenzione all’Indo Pacifico e gestione delle crisi mediorientali, Washington cerca margini di flessibilità mantenendo il controllo del ciclo decisionale. Per l’Europa significa opportunità di integrazione con la supply chain americana e necessità di scelte coerenti con l’agenda Nato, dal munizionamento alla difesa aerea. Se il compromesso finale terrà insieme controllo dei costi, spinta tecnologica e sostegno agli alleati, la nuova legge quadro offrirà al prossimo bilancio una base più stabile per programmare la sicurezza transatlantica.

Il Senato sblocca 914 miliardi e rilancia la strategia Usa di difesa

Con un voto bipartisan, il Senato statunitense ha approvato il bilancio per la difesa da 914 miliardi di dollari, superando settimane di stallo e rilanciando la strategia di difesa americana. Il provvedimento definisce priorità operative, supervisione del Congresso e nuove regole per il Pentagono, con un’attenzione crescente a deterrenza, tecnologie emergenti e cooperazione con gli alleati. Ora si apre il confronto con la Camera per il testo finale

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