Skip to main content

Non sono state piccole elezioni locali quelle di domenica scorsa in Baviera e Assia, ma segnali politici rivolti in prima battuta al governo tedesco e, per riflesso, alla nuova geografia politica europea che si appresta ad affrontare una lunga campagna elettorale sino alle europee del 2024, caratterizzata purtroppo dal quadruplo fronte critico composto da Ucraina, Nagorno, Kosovo e Israele.

Soprattutto il risultato di AfD, che è il secondo partito superando la Spd, racconta sia di un disagio/protesta territoriale contro le scelte del cancelliere Olaf Scholz, sia dei timori continentali per un asse di estremismi filo putiniani che ha come obiettivo la destrutturazione europea. Un elemento, questo, che si intreccia con l’alleanza Salvini-Le Pen da un lato e con l’aspirazione dei conservatori guidati da Giorgia Meloni di aprire una fase politica nuova nella governance Ue dall’altro.

È ormai evidente che i voti nei due Länder, che hanno in pancia quasi un quarto della popolazione tedesca, sono di fatto un barometro molto attendibile del sentimento politico generale e di come esso potrà evolversi in vista delle elezioni europee. Se Verdi, Fdp e Spd scendono, AfD e Cdu/Csu sorridono: ma a quale prezzo?

Vi sono particolari punti in comune con il 2005, quando le elezioni regionali nella Renania Settentrionale-Vestfalia furono fatali a Gerhard Schröder, ma non è tanto il fronte interno tedesco (ormai già scomposto) a destare preoccupazioni, quanto i riverberi a Bruxelles e anche a Parigi e Roma.

All’Eliseo si respira, per certi versi, la medesima aria berlinese con un governo in difficoltà, attaccato dal fronte lepenista che punta ad arricchire il suo peso specifico alle europee, come anticamera alle presidenziali. Declino economico e rabbia sociale, presenti in tandem in Francia, sono prezioso propellente per gli estremismi.

La capacità del cosiddetto centrodestra italiano di esportare quel modello anche in Ue è una scommessa che i conservatori di Ecr provano a giocare, nella consapevolezza che l’indirizzo politico impresso da Giorgia Meloni è dedicato ad un atlantismo robusto, tarato sul ruolo dell’Italia nel Mediterraneo, nel fronte Sud e nell’indopacifico, senza piroette o tentennamenti, come dimostrano le decisioni sul costante sostegno all’Ucraina e sull’uscita dalla Via della Seta.

Spazi per “altre” idee non ve ne sono, così come ribadito più volte anche dal vicepremier Antonio Tajani. E le parole di Manfred Weber, entrato senza mezzi termini nella questione migratoria tra Roma e Berlino, è una ulteriore dimostrazione di come l’intimo sentimento popolare del Ppe (non solo di matrice weberiana) abbia colto davvero la possibilità offerta dalla presenza del premier italiano al gran tavolo europeo.

A patto che nessun altro (a Roma e Parigi) provi a destabilizzare un viatico già programmato e imboccato con netto anticipo.

@FDepalo

Dalla Baviera all'Ue, l'exploit di AfD e la strada imboccata da Meloni (con Ecr)

Assia e Baviera spaventano Bruxelles. Le parole di Manfred Weber, entrato senza mezzi termini nella questione migratoria tra Roma e Berlino, è una ulteriore dimostrazione di come l’intimo sentimento popolare del Ppe abbia colto davvero la possibilità offerta dalla presenza del premier italiano al gran tavolo europeo.

Italia e India giocano in Difesa. L'accordo Crosetto-Singh

Di Gabriele Carrer ed Emanuele Rossi

Negli ultimi anni le relazioni bilaterali si sono rafforzate: a marzo Meloni e Modi le hanno portate a livello di partenariato strategico. Crosetto ha accolto lunedì a Villa Madama l’omologo Singh per firmare il memorandum ma anche per parlare di Medio Oriente, Africa e Indo-Mediterraneo

La manovra a prova di mercati (e di guerra) spiegata da Giorgetti

​Il ministro dell’Economia Giorgetti, nel giorno in cui anche il Fmi certifica il rallentamento della crescita italiana, chiarisce davanti a Camera e Senato le ragioni di una finanziaria poco fantasiosa e molto realista. L’incendio scoppiato in Medio Oriente rischia di aggravare un contesto internazionale già difficile di suo. L’imperativo è il costo del lavoro, ma il Patto di stabilità potrebbe imbrigliare di nuovo la spesa e gli investimenti

 

Sinodo, è l'unità dei cristiani l'incubo dei tradizionalisti

La sinodalità di cui oggi si parla per la Chiesa cattolica non intende opporre una nuova lettura ideologica delle verità di fede, ma farle incontrare nella realtà storica, come gli uomini d’oggi le capiscono ora, in diversi contesti storici e culturali. È il tradizionalismo il vero nemico dell’unità. Così la luna dell’unità sinodale dei cristiani poteva restare schiacciata dal dito dei tradizionalismi, con le loro piccole diatribe

Israele sotto attacco. Flavia Giacobbe a TG2 Post. Il video

Il direttore di Formiche e Airpress, Flavia Giacobbe, a TG2 Post con Manuela Moreno e Giampiero Massolo su Rai2 interviene sull'attacco di Hamas lanciato contro Israele. "L'attacco spietato e feroce di Hamas porterebbe chiunque ad avere una reazione violenta. Il dilemma di queste ore del governo di Tel Aviv, in attesa dell'azione da terra, è proprio questo. Hamas ha attaccato…

Attenzione alla polveriera Balcani, l'Ue si faccia sentire. L'allarme di Mauro

“Preoccupanti le parole di Vucic. È sempre più frequente e innescata dalla logica economica propugnata, l’idea che si possa arrivare a una soluzione delle controversie attraverso il conflitto. Serve (anche alla causa israelo-palestinese) uno scatto Ue”. Conversazione con l’ex ministro della Difesa

Hamas ha già perso. La risposta di Israele letta da Wechsler

Per il think tanker americano, c’è una serie di domande — dal futuro della Striscia ai nuovi fronti, dall’integrazione regionale alla politica interna — che Israele si sta ponendo nel decidere tempi e metodi della controffensiva contro Hamas

Asimmetrica e partecipativa. La nuova cyberwar in Medio Oriente secondo Iezzi

Di Pierguido Iezzi

La guerra cibernetica corre di pari passo a quella cinetica in corso tra Israele e Gaza. Realtà estere intervengono in un conflitto ridefinito dagli strumenti a bassa tecnologia ma alta diffusione. Pierguido Iezzi, Ceo di Swascan e autore del libro “Cyber e potere”, mappa la situazione sul campo virtuale

Escalation, portaerei ed effetti sull'Italia. L'attacco a Israele visto da Katulis (Mei)

Israele sotto attacco, cosa succede ora? Giorgio Rutelli intervista Brian Katulis (senior fellow e vice president of policy del Middle East Institute). L'esperto spiega quali sono le opzioni per Netanyahu, cosa vuol dire l'arrivo della portaerei americana nella regione, il ruolo dell'Iran negli attacchi dei terroristi di Hamas, il futuro delle trattative tra Israele e Arabia Saudita, e un "giocatore"…

Petrolio, perché l’attacco di Hamas può ribaltare l’equilibrio in Medioriente

L’impennata dei prezzi del petrolio sembra più una reazione istintiva che una riedizione della crisi degli anni 70. Ma una “manina” dell’Iran nella guerra in corso tra i militanti jihadisti e Israele può causare effetti a cascata nel complesso reticolo di relazioni tra i Paesi mediorientali e quelli Opec+, ridisegnando gli equilibri globali. Occhio a Arabia Saudita e Russia

×

Iscriviti alla newsletter