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Coesione e convergenze sono il mantra per uscire dallo stallo della crisi economica e della contingenza politica, confessa a Formiche.net Gianni Cervetti, storico esponente del Partito comunista italiano e parlamentare europeo, oltre che “ministro della Difesa” del governo ombra del Pci. Autore de “L’oro di Mosca” (Dalai) sui rapporti finanziari del Pci con il Partito comunista dell’Unione Sovietica, Cervetti ora è ritenuto una delle personalità più vicine al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Bersani e Berlusconi, la parola d’ordine è un passo alla volta: è l’inizio di quelle larghe intese auspicate dal capo dello Stato?
“Dopo l’incontro di ieri credo bisognerà attendere gli sviluppi di questi passi. Napolitano, in verità, ha fatto un discorso più ampio e direi più articolato rispetto a semplici larghe intese”.

Da queste colonne Emanuele Macaluso ha ricordato che Bersani e Berlusconi non sono proprio come Berlinguer e Moro: un problema solo di leader o anche di contenuti partitici?
“Sarei propenso a dire di entrambi i fattori, esiste una differenza appunto di vita politica. Si tratta di due epoche diverse quanto a evoluzione di matrice politica”.

In comune un medesimo scenario, frutto di incertezze politiche e difficile congiuntura economica: sufficienti per una soluzione d’annata?
“Credo che tra le due fasi in comune vi sia un’esigenza precisa di unità del Paese e di coesione, come spesso richiama il presidente della Repubblica”.

Basterà l’affermazione del M5S a riavvicinare i due blocchi contrapposti?
“Non credo dipenda da questo fattore, perché valuto i grillini come una variabile indipendente”.

Le commissioni dei dieci saggi potranno condurre almeno ad una riforma della legge elettorale?
“Questo è assolutamente necessario, il lavoro attuale dovrebbe portare quantomeno a due conclusioni: una riforma elettorale e a misure economiche urgenti”.

Al momento la differenza tra Pd e Pdl sta nel fatto che Matteo Renzi si pone come il nuovo che scompagina?
“Non credo questo sia il problema attuale, che invece è un problema più di fondo e riguarda la consapevolezza della condizione generale del Paese e dei provvedimenti immediati da attuare”.

La cosiddetta “terza fase” immaginata da Moro trentasette anni fa, oggi che contorni potrebbe avere?
“Si tratta di una situazione intanto diversa, ma è evidente a questo punto che c’è bisogno di maturare la coscienza della contingenza attuale di grave crisi. A cui rispondere, oggi come mai, con coesione e convergenza”.

Il pacco bomba recapitato alla Stampa di Torino crede sia la volontà di riportare il Paese indietro di trent’anni?
“Sì. Problemi relativi allo scollamento, nel quale si può poi inserire di tutto, sono abbastanza evidenti. In quel tutto c’è anche la matrice eversiva, è ovvio che si possa determinare”.

Quanto conta nello stallo attuale il risultato modesto della scommessa centrista?
“Ha sicuramente un peso, certo è difficile stabilire il quantum. Ma ha un peso anche il fatto di non aver voluto ascoltare ciò che era stato richiesto ancora una volta dal Presidente della Repubblica, ovvero affrontare anche la questione di una forza intermedia e di centro, o la si chiami come si vuole, in maniera diversa”.

Sull’altro versante l’esperienza del centrodestra crede si esaurirà parallelamente alla figura di Berlusconi o vede segnali di una evoluzione “in vitro”?
“Penso vi siano già stati degli elementi di scombussolamento e anche di crisi all’interno del centrodestra, come del resto mi sembrano abbastanza evidenti nelle vicende politiche degli ultimi anni”.

Può essere sufficiente, fra Pd e Pdl, solo un obiettivo condiviso per il Colle?
“E’ ipotizzabile che si trovino delle convergenze sulle cose da fare. Le forme politiche con le quali realizzarle per dar vita a un governo per il Paese, soluzione più che auspicabile nelle condizioni attuali, possono essere diverse e devono essere naturalmente discusse insieme”.

Intanto Grillo definisce Monti, Bersani e Berlusconi come i colonnelli greci…
“Dico solo che le posizioni di Grillo, a questo proposito, sono già di per sé eversive”.

twitter@FDepalo

Bersani e Berlusconi? Ecco cosa devono fare per arginare l'eversivo Grillo

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