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Si interrompe il trend positivo di fiducia nel futuro, si acuisce leggermente la sfiducia dei cittadini verso la politica e aumenta, raggiungendo quota 38%, la preoccupazione per l’aumento dei prezzi. D’altra parte, la fase acuta della crisi progressivamente sembra allontanarsi. L’inflazione permane ma una parte delle famiglie percepisce una stabilizzazione. Resta, però, una quota considerevole che segnala dei rilevanti problemi a far fronte alle esigenze familiari.

Questi sono i dati salienti che emergono dall’ultimo Radar di Swg, pubblicato il 3 settembre scorso. Guardiamo nel dettaglio lo studio elaborato dall’agenzia demoscopica. Partiamo dai valori che misurano la percezione sul futuro. L’ultimo dato, che si riferisce al mese di luglio, attesta che “solo” il 38% della popolazione intervistata ha fiducia nel futuro. Un dato che segna una flessione di tre punti percentuali rispetto alle ultime rilevazioni dell’aprile scorso. Sono sette punti in meno rispetto al luglio del 2021. Insomma, le speranze sollevate nell’ultimo anno si affievoliscono. L’opinione pubblica si ritrova a ridurre l’affidamento che aveva riposto, dall’autunno in poi, nelle prospettive proprie e del Paese. Si affaccia un punto interrogativo sul futuro.

Il rapporto tra cittadini e politica

Come detto in premessa, nel complesso rapporto tra i cittadini, la politica e le istituzioni si fa strada un lieve segnale di disagio. La riduzione della disaffezione si ferma e si ripropone la difficoltà dei cittadini ad intaccare il nodo di fondo della presa di distanze dal mondo pubblico. Il dato sulla popolazione, tra l’aprile e il luglio scorso, è abbastanza in continuità e non registra variazioni significative. Infatti, se a metà dell’anno la disaffezione raggiungeva livelli del 41%, l’ultimo dato disponibile si aggira attorno al 40%. Il picco di disaffezione è stato raggiunto nell’ottobre del 2015, con oltre la metà delle persone – il 52% – che si dichiarava distaccato rispetto alla politica.

Preoccupazioni e prezzi

Fa ancora paura, l’impennata dei prezzi. Ad agosto la percentuale delle persone che si dichiaravano molto preoccupate dall’impennata dei prezzi arriva al 38%. Un dato che va attenzionato, benché nettamente inferiore rispetto al picco massimo di preoccupazione del 57% registrato nell’ottobre 2022, nel pieno della spirale inflattiva.

Intenzioni di voto

Stando agli ultimi dati disponibili, le intenzioni di voto espresse dagli italiani (al 4 settembre scorso) segnano un lieve calo di tutti i partiti di governo. Va detto, comunque, che la maggioranza può ancora contare su una solida base di consenso. Fratelli d’Italia, che continua a essere il “maggiore azionista” del centrodestra, perde – rispetto a fine luglio – 1,2 punti percentuali. Ma, rispetto al risultato delle politiche del 2022, il dato è in crescita: dal 26% al 28,2%. Forza Italia paga il fio più alto della coalizione: -0,8% (tra luglio e settembre). Anche la Lega subisce una lieve diminuzione di 0,3 punti. Il Pd registra un lievissimo aumento dello 0,1%. Mentre a crescere è il Movimento 5 Stelle: +0,6%.

Il governo è solido ma occhio al consenso. Il Radar Swg

Circa il 38% degli italiani si dice molto preoccupato dall’andamento dei prezzi sul mercato. L’opinione pubblica si ritrova a ridurre l’affidamento che aveva riposto, dall’autunno in poi, nelle prospettive proprie e del Paese. I partiti di governo registrano un lieve calo di consenso, pur mantenendosi saldamente maggioritari. Sale il Movimento 5 Stelle

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