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Un’altra tappa delle interlocuzioni italo-africane, che proseguono sulla direttrice di marcia imboccata dal governo con il Piano Mattei. La visita di Stato a Roma del Presidente della Repubblica angolana, João Gonçalves Lourenço, si svolgerà in due giorni: prima un incontro con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, oltre ad avere incontri in Senato e essere ricevuto dal presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana. In seguito la partecipazione a forum tematico ad hoc. La visita, in programma nel gennaio 2020, era stata rinviata causa Covid. Oggi acquista un ulteriore valore alla luce del quadro legato al dossier energetico e ai riverberi della guerra in Ucraina.

Qui Luanda

Il governo Lourenço è stato caratterizzato negli ultimi anni da un riallineamento della politica estera angolana, tramite un riavvicinamento agli Stati Uniti e, al contempo, con il tentativo non semplice di smarcarsi dall’influenza cinese. I numeri testimoniano il tenore delle relazioni con Pechino: due anni fa l’Angola è stato il quinto fornitore di petrolio della Cina ed il primo in Africa e da quest’anno, stando ai dati diffusi da Chatham House, l’Angola risulta essere tra i Paesi africani più indebitati con la Cina. Russia e Turchia giocano un ruolo non secondario nel paese.

Mosca ha una relazione tarata sulla difesa e sullo spazio, come dimostra il lancio di Anagosat-2 il primo satellite gestito dall’Angola. Ankara vanta una profondità strategica oggettiva nel continente, che si è concretizzata negli anni per volontà di Recep Tayyip Erdogan.

Forum

Non solo incontri istituzionali, ma anche il Forum economico Italia-Angola, organizzato da Confindustria Assafrica & Mediterraneo in collaborazione con l’Agenzia degli investimenti e della promozione delle esportazioni dell’Angola (Aipex). Un appuntamento strategico a cui interverranno il ministro degli Esteri Antonio Tajani e quello del Made in Italy, Adolfo Urso.

Da menzionare il Gruppo italiano Danieli che ha concluso la progettazione di una nuova acciaieria a Luanda, per la produzione di tondini per cemento armato destinata a soddisfare la domanda interna e dei paesi limitrofi. In precedenza, nel 2012, la società italiana aveva concluso un contratto con la Aceria de Angola per dotare lo stabilimento produttivo di una capacità di produzione annua di 500.000 tonnellate di acciaio.

Eni

L’Angola gioca un ruolo chiave nella strategia legata al cane a sei zampe, che nell’ottobre 2021 ha siglato un accordo con Sonangol per iniziative nell’ambito degli agro-biocarburanti alla presenza del Presidente della Repubblica João Gonçalves Lourenço e dell’ad di Eni Claudio Descalzi. Obiettivo è la decarbonizzazione per l’Angola tramite coltivazioni a basso Iluc (Indirect Land-Use Change, tasso di cambiamento della destinazione dei terreni), come il ricino su terreni degradati e le colture intercalari in rotazione con i cereali. Si trattò di un passo verso la transizione energetica nei paesi produttori di combustibili fossili, promuovendo l’integrazione del continente africano nella catena del valore dei biocarburanti.

Tra i due players sono in atto una serie di altri progetti come la produzione di benzina alla Raffineria di Luanda, lo startup dell’impianto fotovoltaico di Caraculo nella provincia di Namibe, e lo sviluppo di un terzo hub per la produzione nel blocco 15/06.

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