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La scelta per il nucleare sta diventando realtà anche in Olanda. Sono lontani gli anni in cui frotte di manifestanti protestavano regolarmente con uguale fervore contro testate e contro centrali nucleari. In seguito alla pressione popolare, nel 1976 il governo olandese decise una moratoria a tempo indeterminato sulla costruzione di nuove centrali nucleari. Senza chiudere però quelle esistenti, come quella di Borssele, nella provincia sudoccidentale della Zelanda, tuttora funzionante. Per non perdere miliardi (come poi è successo a Montalto di Castro) e conoscenze utili fu deciso di lasciarle in funzione fino alla loro scadenza naturale.
Il disastro di Cernobyl ha fortemente influenzato l’opinione pubblica anche in Olanda, ma un quarto di secolo dopo gli umori sono molto cambiati. Sempre più olandesi vedono nell’energia nucleare un’alternativa pulita e ragionevole alle fonti energetiche fossili, sempre più costose e inquinanti. I timori di un ripetersi di Cernobyl si sono affievoliti e anche la spinosa questione dei rifiuti è sempre più vista come un problema che nel futuro si potrà risolvere. In un sondaggio del 2008 il 54% degli intervistati si è dichiarato favorevole al nucleare. L’anno successivo il governo ha decretato, con scarsa opposizione, di prolungare l’operatività di Borssele fino alla fine del 2033 e non è escluso che nei prossimi decenni l’Olanda costruirà altre centrali nucleari.
 
Uno degli uomini che più ha contribuito a questo cambiamento di mentalità è Hans Codée, il direttore dell’azienda parastatale Covra, responsabile dello stoccaggio dei rifiuti radioattivi, situata in un terreno industriale nello stesso comune di Borssele, detiene il monopolio su tutto il territorio nazionale. Le aziende olandesi che hanno il permesso di lavorare con materiali radioattivi sono tenute a conferire i loro rifiuti a Covra. Ciò vale sia per i materiali a basso contenuto radioattivo, come quelli prodotti da ospedali e ricerca, sia per quelli ad alto contenuto provenienti dalle centrali nucleari.
Questi ultimi vengono stoccati in una maniera molto originale, in modo che la gente possa capire che anche queste temutissime scorie possono essere rese relativamente innocue. Le scorie altamente radioattive trovano posto nel deposito Habog (edificio per il trattamento di scorie altamente radioattive), che l’artista William Verstraeten ha trasformato in un’opera d’arte.
La grande scatola di cemento – con mura di 1,7 metri di spessore – è stata dipinta di arancione, il colore nazionale olandese, e coperta con immense scritte in verde delle grandi equazioni energetiche di Albert Einstein e Max Planck. Habog dovrebbe durare almeno tre secoli, ma secondo le disposizioni dell’artista va ridipinto ogni 20 anni con colori sempre meno brillanti, in modo che fra 100 anni sarà tutto bianco. “Metamorphosis”, questo il nome del progetto artistico, simboleggia così l’indebolimento delle scorie, che nel giro di un secolo perderanno una parte della loro radioattività e dopo non rilasceranno più calore. Fra cent’anni saranno portate via, forse chilometri sotto terra o forse in altri depositi trovati nel frattempo.
 
Ora il materiale radioattivo, compresso e chiuso in cemento o vetro, si trova in lunghe file di contenitori costantemente vigilati e monitorati. Negli spazi vuoti sono state collocate opere d’arte provenienti dalle cantine di diversi musei, normalmente visibili solo a studiosi e specialisti. Nel corso degli anni, l’Habog, che nei prati piatti e verdi della campagna zelandese è visibile da molto lontano, è diventato un’attrazione monumentale, che ogni anno porta migliaia di visitatori. L’intento sembra riuscito. Mentre all’inizio degli anni ´90 la presenza di Covra sul territorio di Borssele era ancora fortemente contestata, in un sondaggio recente l’80% degli abitanti della zona, ormai ben informati, si sono dichiarati non contrari a un ampliamento dell’Habog, previsto per i prossimi anni e addirittura favorevoli alla costruzione di una eventuale seconda centrale nucleare nella stessa zona. L´intento di usare l´arte come ponte verso il pubblico, sembra quindi riuscito.

Scorie ad arte

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