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Non sono certo tempi facili per le banche italiane, alle prese con un doppio problema. Primo, due anni e mezzo di pandemia, con fatturati in calo e imprese collassate su se stesse, hanno portato a un aumento dei crediti deteriorati, nonostante la maxi pulizia da 17 miliardi apportata nel 2021 su scala nazionale. Il che, ovviamente, pesa sui bilanci perché un credito in sofferenza viene quasi puntualmente svalutato e dunque non vale quando un credito sano.

Secondo, un po’ il rovescio della medaglia, l’impennata costante dei tassi per mano della Banca centrale europea, pone gli istituti dinnanzi a un aumento dei margini sui prestiti ma anche alla ragionevole prospettiva di assistere sia a un incremento delle difficoltà nell’onorare le rate da parte delle famiglie, sia a una restrizione della domanda di finanziamenti (se un prestito costa più dell’anno scorso, ci si pensa due volte prima di chiederlo).

Tanto è bastato a Carlo Messina, ceo della prima banca italiana, Intesa San Paolo, a spiegare come un istituto al giorno d’oggi debba non solo difendere i propri posti di lavoro e il proprio business. Ma anche saper cavalcare i cambiamenti. Il manager è intervenuto a una tavola rotonda organizzata nell’ambito del XXII Congresso della Fabi, la Federazione dei bancari italiani e dedicata al ruolo sociale delle banche.

IL FATTORE LAVORO

“La vera domanda oggi è che cosa possiamo fare per le persone che lavorano in banca. Occorre oggi essere certo che vengano fatte tutte le azioni necessarie per difendere le persone che lavorano in un istituto. Questa è una fase in cui le banche stanno guadagnando di più, proprio in virtù dell’attuale contesto di mercato (l’aumento dei tassi, ndr). Da questo punto di vista non vedo perché non si debba dare di più a chi lavora in una banca. Un’azienda che ha la nostra redditività e la nostra responsabilità sociale, non può non comprendere come un aumento dello stipendio di qualche centinaio di euro non possa non impattare sulle finanze delle famiglie”, ha spiegato Messina.

CAVALCARE IL CAMBIAMENTO

Il discorso si è poi allargato al futuro delle banche italiane, alle prese con la rivoluzione digitale. “Ci sono migliaia di persone che non vengono più in filiale, perché non ne hanno più bisogno. Noi dobbiamo giocare d’anticipo, non possiamo aspettare che i danni di una mancata interpretazione della digitalizzazione siano conclamati. Oggi gli istituti debbono difendere il proprio posto di lavoro e giocare d’anticipo sui grandi cambiamenti, è la prima mossa”. Non è finita. Messina, che si è detto intenzionato a discutere proprio con la Fabi il rinnovo del contratto nazionale con annesso aumento in busta paga, si è spinto anche in alcune previsioni per l’economia italiana.

L’ITALIA CREDA ALL’ITALIA

“Per la forza del Paese e per la forza del risparmio delle famiglie, oggi l’Italia si trova in una posizione unica. Abbiamo dei punti di forza importanti, più della Germania. Se guardiamo la crescita del risparmio, vedremo che supera i costi dei depositi. Quindi, basta stare a piangersi addosso, a pensare sempre male, questo Paese ha grandi potenzialità. Il tema vero, semmai, è la crescita ed è su questo che ci giochiamo tutto. Ci sono dei motori della crescita che vanno messi a regime e se non lo si farà allora pagheremo tutto questo con una mancanza di crescita”, ha avvertito il numero uno di Ca’ de Sass.

BOMBA O NON BOMBA SUI TASSI?

“C’è un tema poi di depositi”, ha infine spiegato Messina parlando dell’impatto dei tassi sull’economia. “Un mondo dove i tassi sono negativi o pari a zero è un mondo drogato, che non esiste. Oggi siamo in prossimità di un mondo normale, dove i tassi sono tra il 2 e il 3%. Non c’è nessuna bomba innescata, a meno che il costo del denaro non si porti al 7%. Ma finché i tassi sono compatibili con l’inflazione è tutto molto normale. Voglio essere chiaro, ad oggi questi tassi sono assolutamente sostenibili per la maggior parte delle imprese”.

In tutto questo, c’è il futuro di Intesa. “Credo sia presto per dire se sarà alzato al rialzo il target di 7 miliardi di utile netto nel 2023. Già rivedere al rialzo? Aspettiamo di consolidare i risultati di giugno, poi vedremo”, ha affermato a margine del Congresso. “Sicuramente – ha aggiunto – abbiamo una prospettiva di redditività solida e sostenibile e siamo convinti che continuerà anche nei prossimi anni, ma da questo a rivedere i target… aspettiamo di avere un po’ più di visibilità anche su tutti i risultati dei prossimi mesi”.

GOVERNO STABILE PER ITALIA STABILE

Messina ha poi toccato le questioni più politiche. A partire da un parere sul governo. “Mi pare ci sia un fattore importante che è rappresentato dalla stabilità, che è un elemento che ci differenzia da tutti gli altri sistemi politici dell’Europa di questa fase. Questo è un punto estremamente positivo, che può consentire di avere un arco temporale pluriennale ed è solo su un arco temporale pluriennale che si riescono a realizzare gli investimenti e a poter accelerare la crescita del nostro Paese. Noi abbiamo moltissimi punti di forza come Paese, però indubbiamente la crescita è indispensabile per poter rafforzare il posizionamento del Paese in Europa e anche per ridurre le disuguaglianze nel Paese e rendere sostenibile il nostro debito”.

Tra tassi e stabilità (politica). Il futuro dell'Italia secondo Carlo Messina

Basta con il terrorismo da tassi, un mondo con un costo del denaro a zero non può esistere. L’Italia ha grandi potenzialità e ora può contare su un esecutivo stabile, che molti Paesi in Ue non hanno. L’intervento del ceo di Intesa San Paolo al XXII Congresso della Federazione italiana dei bancari​

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