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Quello che inizia alla fine della settimana è per Rishi Sunak il primo vertice G7 da primo ministro del Regno Unito. Sarà anche l’occasione per un’altra prima volta, quella di un capo di governo britannico in visita ufficiale a Hiroshima. “Non vedo l’ora di recarmi in Giappone, un partner economico e di difesa di vitale importanza per il Regno Unito nell’Indo-Pacifico”, ha dichiarato in un comunicato diffuso nei giorni scorsi. “Il vertice del G7 di quest’anno a Hiroshima arriva in un momento cruciale, mentre l’Ucraina intensifica i suoi sforzi per la sopravvivenza e noi affrontiamo le complesse minacce alla pace e alla prosperità globale”, ha aggiunto.

Dalla stessa nota stampa si apprende che, prima di recarsi nella città distrutta da una bomba atomica statunitense nel 1945, Sunak sarà a Tokyo. Nella capitale è previsto il bilaterale con l’omologo giapponese Fumio Kishida, con la firma di un nuovo accordo sulla collaborazione in difesa e tecnologia. Sunak ha in agenda anche un ricevimento con gli industriali per promuovere gli investimenti nel Regno Unito.

Dal numero 10 di Downing Street non sono stati diffusi altri dettagli né sul nuovo accordo né sull’incontro con i manager. Neppure Tokyo ha offerto dettagli. Ma l’accordo si preannuncia di notevole portata dato il ruolo militare storico del Regno Unito (anche come primo alleato degli Stati Uniti) e i recenti impegni del Giappone per portare la spesa per la difesa al 2% del prodotto interno (in linea con gli obiettivi Nato), diventando così il terzo Paese per bilancio nel settore. Recentemente, Londra e Tokyo hanno rafforzato i loro rapporti in materia di difesa e tecnologia, sempre segnalando la profonda interconnessione tra i quadranti euro-atlantico e indo-pacifico (Taiwan può diventare la prossima Ucraina, ripete spesso Kishida). Nei giorni scorsi i due governi hanno siglato, a margine della ministeriale G7 su scienza e tecnologia, per rafforzare i legami in questi settori anche alla luce dei primi progetti congiunti annunciati a dicembre nell’ambito dell’International Science Partnerships Fund. A gennaio hanno firmato un accordo per facilitare le esercitazioni militari congiunte. A dicembre hanno siglato un’intesa con l’Italia per sviluppare un caccia di nuova generazione entro il 2035 (il Global Combat Air Programme). Sempre a dicembre, hanno lanciato un’iniziativa per rafforzare la cooperazione tecnologica in 14 aree digitali, dalla sicurezza informatica all’intelligenza artificiale.

Lo slancio nella relazione tra Londra e Tokyo non può che essere di interesse per Roma. Fonti diplomatiche escludono che a Hiroshima possa esserci il tempo per un incontro trilaterale con la partecipazione di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. Ma da una parte c’è il recente aggiornamento delle relazioni tra Italia e Giappone a partenariato strategico dopo la visita di Kishida a Roma e l’annuncio del Global Combat Air Programme. Dall’altra c’è l’ancor più recente memorandum tra Italia e Regno Unito per una cooperazione istituzionale privilegiata, firmato a fine aprile durante la missione di Meloni a Londra. L’Italia, dunque, non può che seguire da vicino gli sviluppi nella relazione tra Regno Unito e Tokyo, alla luce dell’affermarsi della tendenza dei minilateralismi e del fatto che il concetto di interconnessione tra i quadranti euro-atlantico e indo-pacifico sarà quasi certamente un elemento obbligato del G7 che nel 2024 sarà sotto la presidenza italiana.

D’altronde, lungo quelle interconnessioni gioca un ruolo centrale anche l’India (il cui primo ministro Narendra Modi sarà ospite al summit di Hiroshima) tra i nodi storici della proiezione globale britannica e partner rinnovato tanto delle nazioni europee quanto sia quelle asiatiche e mediorientali. È lo stesso “refresh” della Integrated Review della politica nazionale di sicurezza e internazionale del Regno Unito, pubblicato a marzo, che mentre accentua le preoccupazioni per la Cina, continua a cercare un equilibrio regionale di potere nell’Indo-Pacifico anche attraverso la cooperazione con l’India, che riconosce i principi per la politica regionale “free and open” condivisi da Tokyo e su cui si basano diverse delle strategie occidentali.

È la crescente volatilità globale e il ritmo dei cambiamenti geopolitici a dettare questi allineamenti tra Paesi like-minded. All’interno di essi crescono gli accordi su questioni strategiche come le partnership per le nuove tecnologie o la cooperazione in materia di difesa. La sicurezza dì supply chain, commercio e industria, energia, cibo, sanità, è argomento centrale a tre anni dalla pandemia e dopo uno di un’anacronistica guerra in Europa. Interessi su cui l’Italia si sta dimostrando attiva, aumentando il convogliamenti con questi partner, da Londra a Nuova Delhi fino a Tokyo.

(Foto: PM’s Office of Japan)

Tokyo e Londra verso un nuovo patto su tech e difesa

Di Gabriele Carrer ed Emanuele Rossi

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