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La connection c’è, anche se non si vede. Il rapporto finanziario tra Russia e India continua a rimanere tra luci e ombre. Pochi giorni fa questa testata ha raccontato come l’asse monetario tra l’ex Urss e il Paese più popoloso al mondo, sia andato in crisi. E cioè di come gli sforzi intrapresi dai due Paesi per regolare il commercio bilaterale in rupie, si siano arenati: il Cremlino ha deciso di smettere (temporaneamente) di accettare pagamenti in rupie, la moneta indiana, in cambio di petrolio.

Se così fosse, si tratterebbe di una grave battuta d’arresto per le entrate russe, ma anche per la stessa India, che non può certo permettersi di rimanere a secco di oro nero. Una tegola destinata a diventare ancora più pesante qualora il black out monetario si estendesse alla vendita di armi, visto che Nuova Delhi ha ancora un legame molto forte con Mosca sulle forniture militari.

Ora, sotto il tappeto però le cose stanno un po’ diversamente. Alcuni dei fondi russi detenuti nelle banche indiane, per esempio, stanno progressivamente prendendo la strada dei titoli di Stato nazionali, secondo quanto riportato martedì dall’Economic Times. Questi fondi russi, che giacciono nei conti correnti nazionali indiani, sono stati insomma investiti in titoli di Stato e per questo convertiti in buoni del Tesoro indiano.

Perché tutto questo? Non è chiara l’origine dell’operazione. Da una parte la Russia potrebbe avere bisogno di mascherare e scudare della liquidità, forse per sfuggire alle sanzioni (l’Europa stessa sta prendendo in seria considerazione l’estensione delle stesse, alla Cina per esempio, rea di sostenere Mosca). Dall’altra potrebbe essere una sorta di contropartita a New Dehli, non certo oppositrice dell’ex Urss. Anzi.

I fatti raccontano comunque che la Russia ha accumulato miliardi di rupie nelle banche indiane e ha bisogno di convertirle in altre valute, ha detto venerdì il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. Con un divario commerciale più ampio a favore della Russia, Mosca ritiene che finirà con un surplus annuale di rupie di oltre 40 miliardi di dollari.

Tutto questo mentre lo stesso governo indiano si aspetta che il costo dei prestiti attraverso i buoni del tesoro scenda in futuro, ha dichiarato giovedì una fonte governativa senior, dopo che il rendimento del titolo di riferimento a 10 anni è sceso sotto il 7% per la prima volta in oltre un anno.

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